Elit December 4, 2020

Blue Economy: un passo in più per capire la rivoluzione sostenibile

a cura di CIO & Investment Solutions di Deutsche Bank – International Private Bank (IPB)

Il legame tra sostenibilità e finanza è molto più sostanziale e determinante di quanto possa apparire a prima vista: e un ruolo di primo piano spetta alle strategie a lungo termine per una crescita sostenibile nei settori marino e marittimo.

In questi mesi gli investitori e i private banker hanno dovuto affrontare molteplici sfide ed effettuare scelte in momenti di elevata volatilità dei mercati azionari e obbligazionari al fine di meglio adeguare il portafoglio alla situazione, cercando di preservarne il valore.

La pandemia di Covid-19 si è presentata come un fattore esogeno ai mercati ma ne ha causato crolli (come quelli visti tra il 19 febbraio e il 18 marzo con l’indice Europeo EURO STOXX 50 che è arrivato a perdere il 38% e l’S&P 500 il 29%) e influenzato l’andamento delle diverse “asset class” nel prosieguo dell’anno.

La pandemia ci pone davanti a delle domande sempre più insistenti: perché dovremmo occuparci del concetto di sostenibilità? Quali sono i legami che hanno le diverse sfaccettature di questa tematica, come quelle racchiuse nell’acronimo ESG, ovvero ambiente (E), responsabilità sociale (S) e di gestione dell’impresa o governance (G), con gli investimenti?
Una delle più recenti risposte alla prima domanda arriva dalla Federal Reserve che nel “financial stability report” di novembre 2020 per la prima volta dedica spazio a come i cambiamenti climatici possano avere un impatto sulla stabilità dei mercati finanziari; a questo si aggiungono i timori rispetto al declino della biodiversità a livello globale che stanno continuando a crescere e all’impatto sociale che questo può avere.
La biodiversità infatti sostiene i “servizi dell’ecosistema” che l’uomo riceve dalla natura in misura rigenerativa; se proviamo a quantificarli arriviamo a un valore che può essere compreso tra 125 e 140 trilioni di USD per anno, ovvero più di 1,5 volte il PIL globale misurato convenzionalmente1.

La Blue Economy è un elemento essenziale della biodiversità.

La Blue Economy deve essere considerata in prospettiva ESG. L’impatto ambientale (E) della Blue Economy e il suo apporto alla sostenibilità abbraccia non solo il tema della biodiversità, ma anche il contributo nel mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e l’innalzamento degli oceani; a livello sociale (S) l’impatto è altrettanto ampio e ha effetti sui livelli di occupazione diretta e indiretta.
Un ambito che sembra più slegato invece è quello della governance (G), che include il tema delle risorse economiche necessarie e il come finanziarle.

Blue Economy è un complesso sistema economico, non solo una semplice risorsa. Gli oceani possono essere visti come un capitale naturale che offre un valore ambientale per mantenere funzionante la biodiversità e il suo ecosistema contribuisce al benessere umano; due dati bastano a farne capire importanza e rilevanza: negli ultimi due secoli di industrializzazione gli oceani hanno assorbito 2/3 della CO2 e la maggior parte del calore generato dai gas serra. Questa capacità non è però illimitata e mari più caldi e acidi stanno avendo un impatto sulla vita marina e sulla regolazione del clima a livello globale.

Blue Economy pertanto si può più ampiamente definire come insieme di attività che direttamente o indirettamente sono collegate agli oceani, intesi come un’eredità comune e vulnerabile, e ai rischi economici che si stima coinvolgano 3 miliardi di persone.
Il nostro focus parte dalla definizione della Banca Mondiale che fa riferimento all’“uso sostenibile delle risorse marine per la crescita economica, per il miglioramento dei mezzi di sussistenza e del lavoro mentre viene preservata la salute degli ecosistemi marini” e alla gestione della Blue Economy che ha risvolti sia di carattere pratico che di ambizione.

Le ambizioni internazionali non si sono però concretizzate fino ad ora in obiettivi raggiungibili, anche a causa della difficoltà di identificare specifiche misure e singoli traguardi significativi, come invece è stato fatto con l’accordo sulla protezione del clima di Parigi (in cui si parla di un target di aumento di temperatura media globale di 2°).
Purtroppo una tale semplificazione non si adatta alla Blue Economy: le speranze qui rimangono legate alla conferenza di Kunming del 2021 in Cina, una bozza di discussione che propone cinque obiettivi di lungo termine relativi alla “Visione per la Biodiversità 2050” legati tra loro dal concetto di “crescita blu”.
Due aspetti sono particolarmente importanti parlando di Blue Economy. Innanzitutto i cambiamenti climatici: un recente report del panel sui cambiamenti climatici stima un effetto sulla salute degli oceani di 428 miliardi USD per anno al 2050 e di 1,98 trilioni di USD per anno al 2100 e tiene conto delle preoccupazioni legate alla capacità degli oceani di assorbire CO2, all’aumento della salinità dei mari, agli effetti del surriscaldamento sull’ecosistema marino, all’inquinamento legato alla plastica e ai rifiuti e all’innalzamento del livello del mare.

Un secondo ambito è quello dell’aumento delle attività economiche di sviluppo: si fa riferimento infatti all’occupazione e alle risorse alimentari generati dall’economia marittima. La situazione sembra peggiorare con l’incremento delle attività in molti settori, ma anche con l’impatto che ha lo sviluppo delle regioni costiere.

Fondamentale per noi - come persone e come investitori - è guardare al futuro, perché se ad oggi i meccanismi di finanziamento della Blue Economy sono insufficienti, un maggiore coinvolgimento dei privati può incoraggiare l’innovazione.
Per l’investitore, in conclusione, la Blue Economy ha un’importanza immediata sia come opportunità sia per i rischi che comporta: innovazione e imprenditorialità possono aiutare a ridisegnare le industrie e a crearne di nuove in un contesto in cui la tecnologia gioca un ruolo chiave nei processi decisionali, perché consente di avere le evidenze che sono alla base delle scelte sia di investimento che di regolamentazione da parte dei governi.


1 Dasgupta, P. (2020). The Dasgupta Review – Independent Review on the Economics of Biodiversity. Interim report.


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