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db Premium Magazine
October 5, 2022
Ozzy Osbourne fa i conti con l’immortalità
Il nuovo album “Patient number 9” segna il ritorno in grande stile del “padrino dell’heavy metal”, accompagnato da collaborazioni di pregio.
Musicista, ma anche simbolo della “rockstar maledetta” tanto archetipico da diventare una sorta di leggenda vivente, l’ex Black Sabbath Ozzy Osbourne all’alba dei 73 anni di età torna al suo pubblico dopo un lungo silenzio durato un’intera decade. E lo fa a modo suo, sfidando e sfatando le diverse peripezie che ne hanno scandito l’esistenza e le molte voci sui suoi problemi di salute: il nuovo album “Patient number 9” è, al tempo stesso, una conferma della sua capacità di creare quelle atmosfere cupe e inquietanti che lo hanno reso uno dei personaggi più rappresentativi nella formazione dell’heavy metal, e una sfida - quasi uno sberleffo - alla morte: “I’ll never die, because I’m immortal” (“non morirò mai, perché sono immortale”) sono le parole che aprono il brano “Immortal”.
Tematiche a cavallo tra il macabro e il provocatorio che proseguono anche negli altri pezzi, attraverso testi che vedono l’artista sia scherzare sulla sua mortalità che contemplare la propria condizione attuale. Una sorta di esorcismo in musica sul destino mortale dell’artista: non a caso la title track (che si avvale anche di un videoclip girato dl celebre fumettista Todd McFarlane) fa riferimento alla condizione di un paziente di un ospedale psichiatrico, giocando al tempo stesso con gli echi esoterici del ripetuto utilizzo del numero 9.
Al di là degli elementi più spettacolari e aneddotici, resta comunque il fatto che “Patient number 9” è un disco pienamente riuscito dal punto di vista musicale. Numerose le collaborazioni di prestigio che si susseguono nei 13 brani dell’album: Jeff Beck, Zakk Wylde, Eric Clapton, Mike McCready, Tony Iommi, Johs Homme, Robert Trujillo, Duff McKagan, Chad Smith, Chris Chaney; un supporto di musicisti di alto livello che danno vita a un progetto riuscito e completo, in cui si intrecciano echi di metal melodico, pop e hard rock (senza dimenticare la leggendaria passione di Osbourne per i Beatles, a cui il musicista rende esplicito omaggio in “A thousand shades”). Il risultato è un disco ricco di spessore e di energia, destinato a essere ripreso anche in una serie di concerti dal vivo - di cui uno anche in Italia - già pianificati per il prossimo anno. Per il “principe delle tenebre”, a quanto pare, la pensione può ancora aspettare.
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