Steve Wynn: classe inossidabile

A 64 anni sembra arrivato il tempo di qualche bilancio per Steve Wynn, il cantautore statunitense che negli anni ottanta è stato leader di una delle più influenti formazioni del paisley underground, The Dream Syndicate.

Un bilancio iniziato con la pubblicazione della sua autobiografia “I Wouldn't Say It If It Wasn't True: A Memoir of Life, Music, and the Dream Syndicate” (presto in uscita anche nella traduzione italiana) e proseguito con il suo nuovo album, recentemente pubblicato, dal titolo “Make It Right”. Una raccolta racchiusa tra due brani dalla forte impronta personale fin dal loro titolo: il primo, “Santa Monica”, dedicato alla città natale dell’artista; l’ultimo, “Roosevelt Avenue” che richiama l’attuale indirizzo newyorkese del musicista, nel quartiere di Queens.

Nel suo insieme, il disco conferma la naturalezza e la classe di Wynn, sempre coerente con il proprio stile pur spaziando tra differenti sound e atmosfere: il rock'n'roll di “Making Good On My Promises”, il country blues di “Sampler Than The Rain”, l’elettronica anni 80 di “What Were You Expecting”, i toni vintage di “Madly”.

Nei dieci brani che compongono l’album, pervaso da un filo sottile di dolorosa malinconia anche nei suoi momenti più rockeggianti, compaiono collaborazioni che testimoniano il lungo percorso artistico di Wynn e come questi abbia saputo seminare rapporti produttivi e solidi: componenti dei Dream Syndicate come Jason Victor, Dennis Duck e Mark Walton (i primi due membri storici fin dall’esordio della band), l'ex R.E.M. Mike Mills, Vicki Peterson delle Bangles, Chris Schlarb dei Psychic Temple, il norvegese Emil Nikolaisen dei Serena Maneesh; e c’è posto anche per i legami famigliari con la presenza della batterista Linda Pitmon, moglie di Wynn.

“Make It Right” è una raccolta che mantiene costantemente alto il livello, regalando coinvolgenti momenti di ascolto e confermando nella figura di Steve Wynn - per quanto relativamente estraneo ai grandi successi di pubblico - uno dei più capaci artisti della scena indipendente americana.

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