Oltre il 72% dei fondi distribuiti in Italia è articolo 8 o 9 del regolamento SFDR dell’UE. Ma cosa significa?
Secondo i dati di una ricerca di Salone SRI la maggior parte dei fondi autorizzati in Italia sono classificati come sostenibili sulla base di quanto previsto dalla Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR).
Gli investitori hanno però ancora difficoltà a orientarsi. Ecco cosa è importante sapere quando si è alla ricerca di fondi in linea con i criteri ESG.
Da una ricerca di Salone SRI, evento annuale dedicato alla finanza responsabile, oltre il 72% dei fondi autorizzati in Italia è classificato come articolo 8 o articolo 9 SFDR.
Vale a dire che questi strumenti sono considerati “green” sulla base del regolamento europeo relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (SFDR, dall’acronimo in inglese), che rappresenta uno dei pilastri del piano dell’Unione Europea per la finanza sostenibile. Emerge, però, anche una difficoltà da parte degli investitori nel comprendere cosa rientra nella normativa e su quali prodotti orientarsi se interessati alle tematiche ESG (Environmental, Social, Governance).
Cos’è il regolamento SFDR dell’Unione Europea
Il regolamento SFDR - dall’inglese Sustainable Finance Disclosure Regulation - è entrato in vigore nel 2021 e fa riferimento agli investimenti sostenibili. Si rivolge solo ad alcuni prodotti finanziari come: fondi comuni d'investimento, fondi pensione, prodotti di investimento assicurativo e portafoglio a gestione separata. L’ambito di applicazione è ampio, perché riguarda gli operatori dei mercati finanziari e i consulenti finanziari in UE, oltre che i gestori degli investimenti e dei portafogli.
Gli obiettivi
Il regolamento SFDR dell’UE ha diversi obiettivi. Innanzitutto, intende aiutare gli investitori a orientare i capitali verso progetti che siano davvero sostenibili. Inoltre, mira a fornire una trasparenza più elevata sulle caratteristiche ESG all’interno dei mercati finanziari, creando standard comuni sulla diffusione, nonché sulla comunicazione che riguardano questi aspetti.
Infine, rende più complesso il “green washing” dei prodotti da parte dei gestori patrimoniali: evita, infatti, che venga applicata l’etichetta ESG nel caso in cui non vengano rispettati tutti i criteri previsti.
Gli articoli 6,8 e 9 del regolamento SFDR
L’SFDR suddivide i prodotti finanziari in tre distinte categorie, secondo gli articoli 6, 8 e 9, in base al livello di sostenibilità:
Sulla base di queste categorie, gestori e consulenti devono essere trasparenti nelle informazioni agli investitori, chiarendo i rischi di sostenibilità ma anche l’effettiva promozione dei fattori ESG. Il regolamento rappresenta indubbiamente un punto di svolta per chi deve decidere come e dove investire, potendo usufruire di regole ben definite.
A cura di OFNetwork
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