db Magazine December 15, 2022

I “cibi del futuro” arriveranno sulle nostre tavole nel 2023. Gli spaghetti per esempio…

Secondo le previsioni, nel 2080 la popolazione mondiale raggiungerà il suo picco: oltre 10 miliardi di persone. E da più parti emerge pressante il problema, sollevato anche durante la Cop27, su come soddisfare la crescente domanda di cibo.

Gli esperti prevedono che gli alimenti del futuro saranno proteici, nutrienti e sostenibili. Gli spaghetti saranno a base di cuori di palma, manioca e banane verdi. Dalle alghe si ricaverà una pancetta croccante. Secondo Amazon, le prime novità saranno disponibili nei prossimi mesi.

L’argomento è diventato di generale attualità quando si è diffusa la notizia che il Comitato permanente per piante, animali, alimenti e mangimi (sezione Nuovi alimenti e sicurezza tossicologica), composto da tutti i Paesi dell’UE e presieduto da un rappresentante della Commissione Europea, stava lavorando per autorizzare l’immissione sul mercato di cibi a base di insetti. Ed è stato subito panico. In realtà la questione è molto complessa. Ed è anche decisamente grave. La Terra, da metà novembre (stando alle cifre ufficiali fornite dalle Nazioni Unite), è abitata da 8 miliardi di persone. Ben un miliardo in più rispetto a 12 anni fa. E con prospettive di crescita che porteranno, nel 2080, a sfondare la soglia della doppia cifra. Un traguardo che però desta anche una serie di preoccupazioni. La scarsità di risorse idriche e alimentari che colpisce già oggi principalmente i Paesi più poveri del mondo, non a caso proprio quelli con un tasso di crescita della popolazione più veloce, infatti, pone il quesito su come soddisfare negli anni a venire la crescente domanda di cibo. 

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Nella foto qui sopra una insalata di alghe chuka con verdure, rapa, rucola, spinaci, ravanello, aneto, germogli di cipolla, olio.

Un problema discusso anche dai più importanti capi di Stato in occasione di Cop27 (la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022 che si è svolta a Sharm el-Sheikh).
Secondo alcune statistiche diffuse dalla FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura), infatti, entro il 2050 la domanda globale aumenterà del 70% e per soddisfarla ci vorranno almeno 80 miliardi di dollari di investimenti annui. Ecco perché sta diventando sempre più prioritario studiare “nuovi alimenti” che nel futuro aiuteranno a rispondere a questa necessità. Una sfida che ha già messo al lavoro startup e università, impegnate nella ricerca di cibi proteici, nutrienti, in grado di soddisfare il fabbisogno globale senza impattare, però, sull’ambiente. 

Come sarà il cibo del futuro? 

Secondo i dati recentemente diffusi dall’ottava edizione del rapporto di Whole Foods, catena di supermercati americana di proprietà di Amazon, le prime novità arriveranno sulle nostre tavole già nel 2023. Per esempio, secondo il Trend Council, che comprende buyer locali, regionali, globali ed esperti culinari, il prossimo anno lo yaupon verrà utilizzato al posto di tisane e infusi a base di tè. È un cespuglio di agrifoglio tipico degli Stati Uniti sudorientali, include caffeina ed è già stato inserito in molti cocktail nei bar più alla moda del Paese. 

La tendenza a esplorare alimenti nuovi, però, è frutto anche di esigenze etiche che puntano a ricercare una maggiore sostenibilità riducendo al contempo gli sprechi. Si prevede un utilizzo sempre più importante di scarti alimentari, come quelli di noci o mandorle per creare nuove miscele di farine o preparati per dolci. La pasta diventerà vegetale e gli spaghetti saranno a base di cuori di palma, manioca e banane verdi. 

La rivincita delle alghe 

Sul lungo periodo, poi, le novità diventano ancora più sorprendenti. La necessità di sfamare una popolazione in crescita ha, infatti, portato a studiare nuovi possibili nutrienti,  che abbiano la caratteristica, anche in questo caso, di essere eco-compatibili. Tra le ultime novità ci sono le alghe kelp che hanno la capacità di assorbire il carbonio nell'atmosfera e che già oggi vengono mangiate abbinate a noodles o patatine. Una startup americana, insieme al laboratorio di innovazione alimentare dell'Oregon State University, per esempio, le ha utilizzate, insieme ad altri elementi di origine vegetale, per creare una finta pancetta croccante

C’è poi chi pensa a barrette proteiche, ma anche a burger e caramelle a base di insetti. Un elemento molto diffuso soprattutto nei Paesi asiatici e in quelli più poveri. Ma non solo: in Svizzera i primi prodotti di questo tipo sono già diffusi in alcuni supermercati. E per il futuro c’è chi sta lavorando per creare farine proteiche a base proprio di insetti commestibili. 

A cura di OFNetwork