db Magazine March 7, 2023

Quanto conviene pensare alla salute fisica e mentale del dipendente

Prendersi cura del benessere sul posto di lavoro sarà una delle tendenze dei prossimi mesi.

C’è chi sta pensando di organizzare riunioni in luoghi rilassanti, come club o Spa. E chi, invece, sperimenta palestre, campi da beach volley e aree ricreative per la socializzazione, complete di servizio lavanderia gratuito e palestra. Dal Regno Unito, intanto, arriva la settimana corta per migliorare le prestazioni salvaguardando al tempo stesso il bilanciamento tra vita privata e attività produttiva.

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Secondo il Global Welleness Institute, un'organizzazione senza scopo di lucro, nel 2023 le aziende dovranno impegnarsi di più per garantire il benessere dei dipendenti sui luoghi di lavoro. Secondo il recente report presentato a New York, infatti, Il 70% dei lavoratori ha sperimentato nel corso del 2021 esperienze di “burnout”, una condizione che, stando alla definizione che ne ha dato l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è caratterizzata da uno stato di stress cronico e persistente che non riesce ad essere gestito, ed è associato al contesto lavorativo. 

Il rapporto, poi, evidenzia che il 38% dei dipendenti dichiara di odiare il proprio lavoro. Per questo è sempre più prioritario che le imprese si facciano carico anche del malessere psicologico dei lavoratori. Aumentarne il benessere, infatti, consente di migliorare al tempo stesso le prestazioni e la produttività. E potrebbe contribuire ad arginare, almeno parzialmente quel fenomeno ormai internazionale che negli ultimi due anni ha assunto dimensioni quanto meno allarmanti e noto come “Great Resignation”, in italiano “grandi dimissioni”. Una situazione che ha portato, solo in Italia, 1,66 milioni di persone a lasciare la propria attività nei primi nove mesi del 2022. In cerca di un salario più alto, per lo più. Ma anche di migliori condizioni lavorative e di un più appagante equilibrio tra tempo libero e lavoro. 

Smart working e settimana lavorativa corta

Come fare? Innanzitutto, per chi lavora da casa è necessario stabilire il giusto tempo della disconnessione. In Portogallo, per esempio, è stata introdotta una legge a riguardo che garantisce il diritto del lavoratore di disconnettersi e a non essere sempre reperibile. Mentre molte grandi aziende stanno sperimentando il tele-lavoro ibrido che alterni alcuni giorni a settimana di attività in presenza ad altrettanti da casa. Nel Regno Unito, invece, sono già oltre 60 le aziende che hanno introdotto la settimana corta: si lavora 4 giorni (ma un’ora in più al giorno) e il venerdì si inizia il weekend. Tutto a parità di stipendio. I primi che hanno avviato questa sperimentazione assicurano che la redditività e il fatturato ne hanno giovato. Così come è aumentato il livello di soddisfazione dei dipendenti. E, infanto, in Italia anche la Cisl ha lanciato la proposta di contratti simili.

Ma non è tutto. C’è chi, per esempio, organizza riunioni in luoghi rilassanti, come club, giardini o addirittura nelle Spa. E chi, invece, pensa a benefit aggiuntivi come aree dedicate al relax, alla socializzazione e palestre. Negli Stati Uniti, uno dei colossi big tech più famosi del mondo, ha introdotto anche campi da beach volley, basket, calcetto e minigolf. Ci sono poi lavanderie gratuite, ma anche sale giochi, biliardi e un campo da bowling. Oltre a un centro fitness con piscina.

A cura di OFNetwork