Sorpresa: l’Italia è la nazione più verde e sostenibile d’Europa
Siamo il Paese che ricicla di più in assoluto: l’83,4% sul totale dei rifiuti urbani prodotti. E i primi in Europa per la produzione di beni che riducono l’impiego di materie prime, e le emissioni di CO2.
E c’è di più. A livello privato le aziende sono orientate al riuso e alla riduzione degli sprechi. Mentre, infine, aumentano gli investimenti “verdi” per contrastare i cambiamenti climatici.
Italia leader dell’economia circolare. Vale a dire quel particolare modello di business votato alla riduzione degli sprechi attraverso il riuso e il riciclo. È questo il ritratto che emerge dal rapporto “L’Italia in 10 selfie”, realizzato dalla Fondazione Symbola in collaborazione con Unioncamere e Assocamerestero per mettere in luce aspetti e punti di forza spesso ignorati dai cittadini. Con l’83,4% di riciclo dei rifiuti urbani e speciali, il nostro Paese supera di gran lunga la media Ue (ferma al 53,8%), Germania inclusa (70%). Per ciò che riguarda il recupero delle materie prime, è al secondo posto, dopo la Francia. Tra le eccellenze tutte italiane, c’è il riuso dell’olio minerale usato, al 98% (contro il 61% della media Ue); e dell’acciaio, con l’82% (con una media Ue e mondiale rispettivamente del 55,7% e del 62%).
II primato nell’utilizzo delle risorse
Ma l’Italia può vantare anche un altro primato per quanto riguarda l’attenzione all’ambiente: sempre più imprese scelgono di investire in progetti green e di economia circolare, dimostrando come anche nel privato il riciclo e il riuso siano aspetti sempre più prioritari, anche nell’ottica di una maggiore sostenibilità del business.
Nel 2021, infatti, l’Italia si è piazzata al primo posto in Europa per la produzione di beni riducendo sia l’impiego di materie prime, acqua ed energia, che le emissioni di CO2.
Il Circular Economy Report, a cura dell’osservatorio Energy&Strategy della School of management del Politecnico di Milano, ha poi evidenziato che nel 2022 il 57% delle aziende ha adottato almeno una pratica di economia circolare, contro il 44% del 2021. È il tessile il settore più "virtuoso" (82%), seguito dal food & beverage (80%).
La pratica di economia circolare più diffusa è il riciclo di prodotti e di componenti, adottata dal 61% delle società analizzate nel report. Ma c’è anche chi opta per il disassemblamento, per la riparazione o per la progettazione senza rifiuti, allo scopo di ridurre al minimo la quantità di materie prime utilizzate. Alcune imprese, poi, hanno scelto la via della rigenerazione, con l’obiettivo di dare nuova vita e funzionalità a oggetti, componenti e materiali.
Gli investimenti per la sostenibilità aziendale
Non solo economia circolare. Secondo gli ultimi dati disponibili quasi la metà delle imprese italiane ha recentemente aumentato gli investimenti in sostenibilità. In particolare, questi hanno riguardato interventi di miglioramento dell’efficienza energetica (38%); soluzioni per la riconversione industriale parziale o totale (20%); implementazione di tecnologie ‘verdi’ (18%).
Una scelta dettata non solo da una maggiore sensibilità per le tematiche ambientali. Infatti, secondo il 13esimo Rapporto GreenItaly sempre redatto da Fondazione Symbola e Unioncamere e pubblicato nel 2022, le aziende green sono in grado di aumentare le esportazioni e il fatturato, ma anche di attirare dei talenti in misura maggiore rispetto a quelle che, invece, non hanno ancora scelto di puntare su questo ambito.
A cura di OFNetwork
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