Un prestigioso spazio espositivo da poco inaugurato dopo un profondo restauro, quello dell’Esedra di Levante all’interno del compendio monumentale di Villa Manin di Passariano di Codroipo (UD), è lo scenario della mostra “Confini da Gauguin a Hopper. Canto con variazioni”, in programma fino al 12 aprile 2026.
L’esposizione, ideata e curata da Marco Goldin e promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dall’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale – ERPAC FVG, è uno degli eventi di punta di GO! 2025 & Friends, il cartellone di appuntamenti che affianca il programma ufficiale di GO! 2025 Nova Gorica – Gorizia Capitale europea della Cultura.
In quello che potrebbe essere definito il “museo ideale” dell’arte internazionale degli ultimi due secoli, i visitatori vengono accompagnati in un emozionante percorso che va di pari passo con il coinvolgimento e la riflessione intorno a un tema di eterna attualità, quello dei “confini”: fisici, geografici, culturali, i propri intimi confini, il qui e l’altrove, il qui che si fa altrove, confine come limite e come punto di partenza. La mostra prende avvio da una sala introduttiva, che già ne delinea i contenuti: alcuni capolavori, anche di grandi dimensioni, come le opere di Anselm Kiefer e Mark Rothko, dove il confine si fa, seppure in modo diverso tra i due, dilagante, a fissare linee che sono orizzonti. E ancora la famosissima “Onda” di Gustave Courbet, movimento verso l’immenso. Per poi andare a Monet che, con “La chiesa di Varengeville”, va a proporre spazi sul mare di cui non si intravede la fine. Infine, un Cezanne provenzale, quella sorta di altrove domestico che ricerca i confini non solo nelle isole tropicali alla maniera di Gauguin.
Il primo capitolo della mostra è riservato al confine interiore, allo sguardo dentro sé stessi, all’autoritratto. Una sequenza che comprende Munch, Gauguin, Van Gogh, Hodler, Kirchner, seguita dalla galleria di splendidi ritratti: Courbet, Manet, Degas, Renoir, Modigliani, Bacon, Giacometti, nella ricerca nei volti di un confine quotidiano, anche con tutte le “bruciature” novecentesche.
Le successive sale sono dedicate al rapporto tra l’uomo e la natura, figure e spazio soprattutto nella grande pittura americana tra Ottocento e Novecento. Molte sono le opere che per la prima volta giungono in Italia e in Europa, dai protagonisti della “Hudson River School” per giungere alla figura chiave di Homer a cavallo tra i due secoli, e poi nel Novecento soprattutto Hopper e Diebenkorn, due artisti che hanno reso la pittura americana uno scrigno di meraviglie.
Infine, le modulazioni fantastiche di Andrew Wyeth. Per tornare, quindi, in Europa con l’interpretazione del rapporto tra figure e natura in grandi maestri come Segantini, Böcklin e Matisse. “Alla ricerca del Paradiso perduto” potrebbe essere indicato come tema della terza, ampia sezione. Eden esotici o più prossimi, espressi in opere universali, pietre miliari della storia dell’arte, da Gauguin a Monet, da Van Gogh a Cezanne e Bonnard.
Quando la ricerca dei confini non porta gli artisti verso la dimensione del lontano, accade che quei confini si spingano a farsi vicinanza, confidenza d’immagini altrimenti distanti. A questo è dedicata la quarta sezione, dove sono presenti una quarantina di straordinarie xilografie giapponesi provenienti da un’unica collezione privata, con i maggiori nomi dell’ukiyo-e: da Utamaro a Eisen, da Hokusai a Hiroshige. Gran finale con la quinta sezione, che occupa l’intero piano terra dell’Esedra, con quasi 60 opere che conducono verso i diversi confini compresi negli elementi naturali: montagne, mari, cieli e infine l’Universo. Insieme ad artisti come Caspar David Friedrich, l’immenso romantico tedesco, anticipatore tra l’altro delle atmosfere della pittura americana dell’Ottocento, di Cole, Bierstadt e Gifford. A irrompere è la montagna Sacra di Cezanne, la Sainte-Victoire, affiancata alle alpi svizzere di Segantini; e il mare, confine da percorrere e attraversare: William Turner e Gustave Courbet, poi Monet e, ancora, Bonnard, Nolde, De Staël. Segue il cielo, interpretato da Friedrich, Turner, Constable, Boudin per sfociare nei cieli impressionisti di Monet, Sisley, Pissarro. Il passaggio tra Ottocento e Novecento è segnato dai cieli dipinti da Munch, e ancora Monet, Piet Mondrian, Edward Hopper, Emil Nolde.
Un’intera sala è riservata alle ninfee di Monet, in cui il cielo di Normandia si specchia nello stagno di Giverny. Mentre arriva la transizione verso i cieli piatti di De Staël sopra la Senna a Parigi, per assurgere ai cieli interiori di un pittore immenso come Mark Rothko.
Nel suo insieme, la mostra comprende ben 130 capolavori di una cinquantina di grandi artisti dell’Ottocento e del Novecento, provenienti da 42 musei europei e americani.
Un evento prestigioso, di respiro internazionale, che già nei primi 20 giorni di apertura ha registrato numeri da record con quasi 13.000 visitatori.
Informazioni:
“Confini da Gauguin a Hopper. Canto con variazioni” fino al 12 aprile 2026
Villa Manin - Esedra di Levante Passariano di Codroipo (UD)
Orario: da martedì a domenica dalle ore 9:30 alle ore 18:00 (lunedì chiuso)
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Edward Hopper, Mezzogiorno in punto, 1949, olio su tela, cm 69,9 x 100,3 Dayton Art Institute, dono di Mr. e Mrs. Anthony Haswell, inv. 1971.7 © Heirs of Josephine N. Hopper
Un prestigioso spazio espositivo da poco inaugurato dopo un profondo restauro, quello dell’Esedra di Levante all’interno del compendio monumentale di Villa Manin di Passariano di Codroipo (UD), è lo scenario della mostra “Confini da Gauguin a Hopper. Canto con variazioni”, in programma fino al 12 aprile 2026.
L’esposizione, ideata e curata da Marco Goldin e promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dall’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale – ERPAC FVG, è uno degli eventi di punta di GO! 2025 & Friends, il cartellone di appuntamenti che affianca il programma ufficiale di GO! 2025 Nova Gorica – Gorizia Capitale europea della Cultura.
In quello che potrebbe essere definito il “museo ideale” dell’arte internazionale degli ultimi due secoli, i visitatori vengono accompagnati in un emozionante percorso che va di pari passo con il coinvolgimento e la riflessione intorno a un tema di eterna attualità, quello dei “confini”: fisici, geografici, culturali, i propri intimi confini, il qui e l’altrove, il qui che si fa altrove, confine come limite e come punto di partenza.
La mostra prende avvio da una sala introduttiva, che già ne delinea i contenuti: alcuni capolavori, anche di grandi dimensioni, come le opere di Anselm Kiefer e Mark Rothko, dove il confine si fa, seppure in modo diverso tra i due, dilagante, a fissare linee che sono orizzonti. E ancora la famosissima “Onda” di Gustave Courbet, movimento verso l’immenso. Per poi andare a Monet che, con “La chiesa di Varengeville”, va a proporre spazi sul mare di cui non si intravede la fine. Infine, un Cezanne provenzale, quella sorta di altrove domestico che ricerca i confini non solo nelle isole tropicali alla maniera di Gauguin.
Il primo capitolo della mostra è riservato al confine interiore, allo sguardo dentro sé stessi, all’autoritratto. Una sequenza che comprende Munch, Gauguin, Van Gogh, Hodler, Kirchner, seguita dalla galleria di splendidi ritratti: Courbet, Manet, Degas, Renoir, Modigliani, Bacon, Giacometti, nella ricerca nei volti di un confine quotidiano, anche con tutte le “bruciature” novecentesche.
Le successive sale sono dedicate al rapporto tra l’uomo e la natura, figure e spazio soprattutto nella grande pittura americana tra Ottocento e Novecento. Molte sono le opere che per la prima volta giungono in Italia e in Europa, dai protagonisti della “Hudson River School” per giungere alla figura chiave di Homer a cavallo tra i due secoli, e poi nel Novecento soprattutto Hopper e Diebenkorn, due artisti che hanno reso la pittura americana uno scrigno di meraviglie.
Infine, le modulazioni fantastiche di Andrew Wyeth. Per tornare, quindi, in Europa con l’interpretazione del rapporto tra figure e natura in grandi maestri come Segantini, Böcklin e Matisse.
“Alla ricerca del Paradiso perduto” potrebbe essere indicato come tema della terza, ampia sezione. Eden esotici o più prossimi, espressi in opere universali, pietre miliari della storia dell’arte, da Gauguin a Monet, da Van Gogh a Cezanne e Bonnard.
Quando la ricerca dei confini non porta gli artisti verso la dimensione del lontano, accade che quei confini si spingano a farsi vicinanza, confidenza d’immagini altrimenti distanti. A questo è dedicata la quarta sezione, dove sono presenti una quarantina di straordinarie xilografie giapponesi provenienti da un’unica collezione privata, con i maggiori nomi dell’ukiyo-e: da Utamaro a Eisen, da Hokusai a Hiroshige.
Gran finale con la quinta sezione, che occupa l’intero piano terra dell’Esedra, con quasi 60 opere che conducono verso i diversi confini compresi negli elementi naturali: montagne, mari, cieli e infine l’Universo. Insieme ad artisti come Caspar David Friedrich, l’immenso romantico tedesco, anticipatore tra l’altro delle atmosfere della pittura americana dell’Ottocento, di Cole, Bierstadt e Gifford.
A irrompere è la montagna Sacra di Cezanne, la Sainte-Victoire, affiancata alle alpi svizzere di Segantini; e il mare, confine da percorrere e attraversare: William Turner e Gustave Courbet, poi Monet e, ancora, Bonnard, Nolde, De Staël.
Segue il cielo, interpretato da Friedrich, Turner, Constable, Boudin per sfociare nei cieli impressionisti di Monet, Sisley, Pissarro.
Il passaggio tra Ottocento e Novecento è segnato dai cieli dipinti da Munch, e ancora Monet, Piet Mondrian, Edward Hopper, Emil Nolde.
Un’intera sala è riservata alle ninfee di Monet, in cui il cielo di Normandia si specchia nello stagno di Giverny. Mentre arriva la transizione verso i cieli piatti di De Staël sopra la Senna a Parigi, per assurgere ai cieli interiori di un pittore immenso come Mark Rothko.
Nel suo insieme, la mostra comprende ben 130 capolavori di una cinquantina di grandi artisti dell’Ottocento e del Novecento, provenienti da 42 musei europei e americani.
Un evento prestigioso, di respiro internazionale, che già nei primi 20 giorni di apertura ha registrato numeri da record con quasi 13.000 visitatori.
Informazioni:
“Confini da Gauguin a Hopper. Canto con variazioni”
fino al 12 aprile 2026
Villa Manin - Esedra di Levante
Passariano di Codroipo (UD)
Orario: da martedì a domenica dalle ore 9:30 alle ore 18:00 (lunedì chiuso)
Ingresso: 15 euro intero (11 euro ridotto)
Per ulteriori informazioni: www.lineadombra.it -Tel. 0422 429 999
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