db Magazine December 15, 2023

Italiani e investimenti. Torna un cauto ottimismo

Dopo un 2022 difficile, gli italiani tornano a percepire una maggiore serenità e aumenta la fiducia per il clima economico del nostro Paese.

È quanto emerge dall’indagine annuale Acri - Ipsos “Gli italiani e il risparmio”. Il 36% degli intervistati dichiara di investire una parte dei propri risparmi e sale al 38% (dal 23% del 2022) la propensione verso strumenti finanziari considerati più sicuri, con un basso livello di rischio, a discapito invece della liquidità. I giovani, però, lamentano ancora una bassa competenza finanziaria.

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Gli italiani sono tornati ottimisti in merito al contesto economico, dopo un 2022 all’insegna delle difficoltà legate alla guerra in Ucraina, al periodo di incertezza politica e al vertiginoso aumento dei prezzi dell’energia. Anche la capacità di risparmio è vissuta con meno ansie. Questa è la fotografia scattata dalla 23esima indagine annuale Acri “Gli italiani e il risparmio”, realizzata in collaborazione con Ipsos. Una ricerca che però mette in luce anche un altro aspetto, ossia la scarsa competenza finanziaria dei più giovani

Gli investimenti nel 2023: si prediligono gli strumenti più sicuri

Nonostante gli italiani continuino a essere preoccupati per la crescita dell’inflazione, hanno imparato ad adottare delle strategie che li rendono più fiduciosi in merito alla propria situazione finanziaria, come la ricerca delle offerte commerciali più convenienti e gli acquisti online.

In questo scenario positivo, in cui diminuisce anche la quota di chi è in seria difficoltà, si nota come sia cresciuta la percentuale di chi decide di investire: rappresentano il 36% rispetto al 34% del 2022. Resta invece sostanzialmente stabile quella di chi dichiara di spendere oppure di tenere soldi a disposizione sul conto corrente (62% contro il 63% del 2022).

C’è però un altro dettaglio da sottolineare: ossia la propensione dei risparmiatori a rivolgersi a strumenti finanziari considerati più “sicuri”, con tassi più vantaggiosi nel tempo o che proteggono i loro risparmi dall'inflazione. Una percentuale che è passata dal 23% dello scorso anno al 38% del 2023. Di conseguenza, gli strumenti più rischiosi, come le azioni, calano dal 10% al 7%.

Gli elementi maggiormente presi in considerazione per gli investimenti sono proprio il livello di rischiosità (28%) e la solidità di chi li propone (21%). 

Resta fondamentale il risparmio: ma i giovani si sentono meno preparati

La gestione del denaro interessa anche i giovani della fascia d’età 18-30 anni. Dall’indagine emerge il desiderio di una conoscenza maggiore sugli strumenti di investimento per il futuro, sulle opzioni per gestire il risparmio, ma anche sui fondi d’investimento disponibili e le pensioni integrative.

C'è però un dettaglio cruciale evidenziato dalla ricerca: l’indipendenza economica viene raggiunta tardi e faticosamente. Solo un quarto degli intervistati si è detto completamente autonomo. La sfida è proprio questa: creare i presupposti affinché gli under 30 crescano finanziariamente ed economicamente, in modo che possano contribuire a costruire anche il futuro del Paese. 

A cura di OFNetwork