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February 12, 2020
Serve per favorire il confronto tra le offerte, prima di scegliere quale prodotto sottoscrivere. È in vigore dal 1° gennaio 2020, in base a un provvedimento di Banca d’Italia. È l’Indicatore dei Costi Complessivi (ICC). A cui si affiancano due nuovi documenti il FID e il SOF che entrano nel dettaglio del prezzo effettivo. Ecco come leggerli. E quali informazioni si possono ricavare.
Dal 1° gennaio 2020, in base al provvedimento di Banca d’Italia sulla “Trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari - correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti”, le banche hanno introdotto alcune novità legate ai conti correnti, per consentire di conoscerne il costo effettivo e per poter confrontare le diverse offerte.
L’indicatore dei Costi Complessivi (ICC)
Prima c’era l’ISC. L’indicatore Sintetico di Costo simulava il costo medio di un conto corrente ipotizzando 6 tipologie di clientela (giovani, famiglie con operatività bassa media o elevata, pensionati con operatività bassa o media) e sulla base di queste venivano sommati i costi fissi (le voci di spesa che il consumatore dovrebbe comunque sostenere per il solo fatto di aver sottoscritto il conto) e quelli variabili (spese e commissioni che il cliente sostiene in relazione alla sua operatività sul conto).
Dal 2020 l’ISC viene sostituito dall’ICC, l’Indicatore dei Costi Complessivi. Sostanzialmente, il meccanismo di simulazione e di calcolo dei costi è analogo. Il nuovo ICC resta quindi, come il precedente ISC, uno strumento utile per il consumatore per confrontare le offerte e comprendere quanto, in media, potrà costargli ogni anno gestire il conto scelto.
FID e SOF
A variare, invece, è il numero di documenti a disposizione dei correntisti. Oltre ai fogli informativi, infatti, i clienti possono ora consultare due nuovi documenti, standardizzati a livello europeo, resi disponibili con l’obiettivo di fornire una maggiore trasparenza riguardante i costi effettivi. Si tratta del FID (Fee Information Document) e del SOF (Statement of fees), chiamati anche rispettivamente “Documento informativo sulle spese” e “Riepilogo delle spese”, da consultare per conoscere il costo effettivo del conto e dei servizi collegati.
Il FID, che si può trovare nelle sezioni “Trasparenza” dei siti delle banche insieme ai fogli informativi, include le spese da sostenere come il canone, le quote delle carte e le spese per effettuare prelievi, bonifici o per richiedere il carnet assegni.
Ipotizzando un utente alla ricerca di un nuovo conto, che voglia confrontare i costi prima della sottoscrizione, è proprio sul FID, reperibile online o in filiale, che deve fare affidamento. Questo documento è più sintetico rispetto al tradizionale foglio informativo e contiene alcune novità. Ad esempio, viene ora riportata la dicitura “Canone annuo per tenuta del conto” che include: il canone mensile del conto, l’imposta di bollo da 34,20 euro e le spese contabili relative al canone e al bollo.
Il SOF, invece, riporta il dettaglio delle spese sostenute dal singolo correntista per la gestione del conto e per le operazioni. È quindi personalizzato e viene fornito insieme all’estratto conto periodico.
A cura della redazione di "OfNetwrok"
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