È dedicata all’innovativo movimento artistico dei Macchiaioli la ricca esposizione allestita a Palazzo Martinengo.
Odoardo Borrani, Le cucitrici di camicie rosse - 1863, Collezione-privata
È un’autentica rivoluzione, quella ospitata da Palazzo Martinengo a Brescia fino al prossimo 9 giugno: per la precisione, la rivoluzione artistica messa in atto dai Macchiaioli, il gruppo di giovani pittori che nella Firenze del secondo Ottocento diedero vita a una delle più originali e innovative avanguardie artistiche europee del XIX secolo. “I Macchiaioli” si intitola infatti la ricca esposizione curata da Francesca Dini e Davide Dotti allestita presso la storica residenza cinquecentesca nel cuore della città, che presenta oltre 100 capolavori di Fattori, Lega, Signorini, Cabianca, Borrani, Abbati e altri, provenienti in gran parte da collezioni private - solitamente inaccessibili - e da importanti istituzioni museali come le Gallerie degli Uffizi di Firenze, il Museo della Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, l'Istituto Matteucci di Viareggio e la Fondazione CR Firenze.
Il termine “Macchiaioli” fu coniato nel 1862 da un recensore della Gazzetta del Popolo di Firenze, che così definì quei pittori che intorno al 1855 avevano dato origine a un rinnovamento in chiave antiaccademica della pittura italiana in senso realista. L’accezione ovviamente era dispregiativa e giocava su un particolare doppio senso: darsi alla macchia, infatti, significa agire furtivamente, illegalmente. Alla luce delle più recenti ricerche, la vicenda dei Macchiaioli assume una rilevanza critica sempre più significativa, perché essi instaurarono un dialogo aperto, propositivo e audace con le più importanti comunità artistiche dell’Europa del tempo.
Articolata in dieci sezioni, la retrospettiva bresciana racconta l’entusiasmante avventura di questi pittori progressisti che - desiderosi di prendere le distanze dall’istituzione accademica nella quale si erano formati sotto l’influenza di importanti maestri del Romanticismo come Hayez e Bezzuoli - giunsero in breve tempo a scrivere una delle pagine più poetiche della storia dell’arte non solo italiana, ma europea. Ed è proprio per via dei valori universali che la sottendono che l’arte dei Macchiaioli risulta così moderna e attuale: alcuni dei capolavori esposti in mostra, come le “Cucitrici di camicie rosse” di Borrani, la “Raccolta del fieno in maremma” di Fattori, “I fidanzati” di Lega e “Pascoli a Castiglioncello” di Signorini rimangono indelebilmente impressi nella memoria, affascinando per la qualità pittorica, lirica e luministica.
La mostra di Palazzo Martinengo raccoglie le opere “chiave” di questo percorso allo scopo di raccontare i diversi momenti della ricerca dei Macchiaioli, i luoghi a loro famigliari - il Caffè Michelangiolo di Firenze, Castiglioncello, Piagentina, la Maremma e la Liguria -, il confronto con gli altri artisti e con le diverse scuole pittoriche europee; i loro smarrimenti, la capacità di mettersi collettivamente in discussione e di sterzare - se necessario - il timone per proseguire sulla strada del progresso e della modernità senza abbandonare mai la via maestra della luce e della macchia.
Info:
"I MACCHIAIOLI” Brescia, Palazzo Martinengo, via Dei Musei 30 Orario: dal mercoledì al venerdì 9.00 - 17.00; sabato, domenica e festivi 10.00 -20.00; lunedì e martedì chiuso
Tutti i diritti riservati. Gli articoli, i materiali, i contenuti ed i servizi presenti sulle pagine web raggiungibili da questo indirizzo www.deutsche-bank.it/dbpremium-program sono destinati ad un utilizzo personale e non professionale e non possono essere copiati, trasmessi, pubblicati, distribuiti o sfruttati commercialmente senza l’esplicito consenso scritto del Gruppo Deutsche Bank S.p.A.. Tutti i materiali pubblicati, inclusi a titolo esemplificativo, articoli di informazione, fotografie, immagini, illustrazioni, sono protetti dalle leggi sul diritto d’autore e sono di proprietà dell’editore o di chi legittimamente disponga dei diritti relativi. Le informazioni contenute nel presente documento si basano su fonti ritenute attendibili: tuttavia il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. non ha effettuato una verifica indipendente relativa a tali informazioni e declina ogni responsabilità a riguardo. Conseguentemente, nessuna garanzia, espressa o implicita, è fornita, né alcun affidamento può essere fatto riguardo alla precisione, completezza o correttezza delle informazioni e delle opinioni contenute in questo documento. Gli articoli, le ricerche e gli studi pubblicati rappresentano esclusivamente le opinioni e i punti di vista dei relativi autori: esse non riflettono necessariamente le opinioni di Deutsche Bank S.p.A. né di qualsiasi società controllata o consociata del Gruppo Deutsche Bank S.p.A.. Né l’autore né il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. possono essere ritenuti responsabili per danni derivanti dall’utilizzo della presente pubblicazione, tranne per quanto è previsto dalla normativa applicabile. Il Gruppo Deutsche Bank S.p.A cercherà in tutti i modi di evitare la pubblicazione di informazioni erronee ed affermazioni che possano in alcun modo essere considerate lesive di diritti di terzi. Le informazioni riportate hanno solo uno scopo informativo, non sono da intendersi, interpretarsi o considerarsi in alcun modo come messaggio promozionale ovvero offerte di vendita o sollecitazioni a sottoscrivere, invito ad acquistare o vendere o come raccomandazione ad acquistare o collocare qualsiasi tipo di strumento finanziario, nè come giudizi da parte del Gruppo Deutsche Bank S.p.A. sull’opportunità dell’investimento in alcuno dei prodotti illustrati, o ricerca in materia di investimenti, né tantomeno costituiscono una raccomandazione ad eseguire alcun tipo di operazione. Quanto ad eventuali richiami di natura fiscale qui contenuti, va rilevato che i livelli e le basi di tassazione a cui fanno riferimento gli articoli pubblicati sono suscettibili di cambiamenti rispetto alla data di pubblicazione e possono incidere sul valore dell’investimento; il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. non ha l'obbligo di mantenere aggiornate queste informazioni, né tantomeno di aggiornarle. La distribuzione di questo documento in altre giurisdizioni può essere soggetta a restrizioni e pertanto le persone alle quali dovesse pervenire tale documento si dovranno informare sull’esistenza di tali restrizioni ed osservarle. Ulteriori informazioni sono disponibili su richiesta.
Odoardo Borrani, Le cucitrici di camicie rosse - 1863, Collezione-privata
È un’autentica rivoluzione, quella ospitata da Palazzo Martinengo a Brescia fino al prossimo 9 giugno: per la precisione, la rivoluzione artistica messa in atto dai Macchiaioli, il gruppo di giovani pittori che nella Firenze del secondo Ottocento diedero vita a una delle più originali e innovative avanguardie artistiche europee del XIX secolo. “I Macchiaioli” si intitola infatti la ricca esposizione curata da Francesca Dini e Davide Dotti allestita presso la storica residenza cinquecentesca nel cuore della città, che presenta oltre 100 capolavori di Fattori, Lega, Signorini, Cabianca, Borrani, Abbati e altri, provenienti in gran parte da collezioni private - solitamente inaccessibili - e da importanti istituzioni museali come le Gallerie degli Uffizi di Firenze, il Museo della Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, l'Istituto Matteucci di Viareggio e la Fondazione CR Firenze.
Il termine “Macchiaioli” fu coniato nel 1862 da un recensore della Gazzetta del Popolo di Firenze, che così definì quei pittori che intorno al 1855 avevano dato origine a un rinnovamento in chiave antiaccademica della pittura italiana in senso realista. L’accezione ovviamente era dispregiativa e giocava su un particolare doppio senso: darsi alla macchia, infatti, significa agire furtivamente, illegalmente. Alla luce delle più recenti ricerche, la vicenda dei Macchiaioli assume una rilevanza critica sempre più significativa, perché essi instaurarono un dialogo aperto, propositivo e audace con le più importanti comunità artistiche dell’Europa del tempo.
Articolata in dieci sezioni, la retrospettiva bresciana racconta l’entusiasmante avventura di questi pittori progressisti che - desiderosi di prendere le distanze dall’istituzione accademica nella quale si erano formati sotto l’influenza di importanti maestri del Romanticismo come Hayez e Bezzuoli - giunsero in breve tempo a scrivere una delle pagine più poetiche della storia dell’arte non solo italiana, ma europea. Ed è proprio per via dei valori universali che la sottendono che l’arte dei Macchiaioli risulta così moderna e attuale: alcuni dei capolavori esposti in mostra, come le “Cucitrici di camicie rosse” di Borrani, la “Raccolta del fieno in maremma” di Fattori, “I fidanzati” di Lega e “Pascoli a Castiglioncello” di Signorini rimangono indelebilmente impressi nella memoria, affascinando per la qualità pittorica, lirica e luministica.
La mostra di Palazzo Martinengo raccoglie le opere “chiave” di questo percorso allo scopo di raccontare i diversi momenti della ricerca dei Macchiaioli, i luoghi a loro famigliari - il Caffè Michelangiolo di Firenze, Castiglioncello, Piagentina, la Maremma e la Liguria -, il confronto con gli altri artisti e con le diverse scuole pittoriche europee; i loro smarrimenti, la capacità di mettersi collettivamente in discussione e di sterzare - se necessario - il timone per proseguire sulla strada del progresso e della modernità senza abbandonare mai la via maestra della luce e della macchia.
Info:
"I MACCHIAIOLI”
Brescia, Palazzo Martinengo, via Dei Musei 30
Orario: dal mercoledì al venerdì 9.00 - 17.00; sabato, domenica e festivi 10.00 -20.00; lunedì e martedì chiuso
Ingresso: 14 euro intero (12 euro ridotto)
Informazioni: tel. 392 7697003 - http://www.amicimartinengo.it
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