db Magazine April 13, 2023

Deutsche Bank Wealth Management e Frieze presentano Art of Conversations

Il secondo ciclo di Art of Conversations, organizzato da Deutsche Bank Wealth Management in collaborazione con Frieze, si è inaugurato a Milano lo scorso 11 aprile, ancora nella bellissima cornice di Fondazione Rovati in corso Venezia.

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E’ stato un appuntamento importante, perché quest’anno si celebrano i vent’anni di collaborazione tra Frieze e Deutsche Bank. Frieze – per chi ancora non la conoscesse - è la piattaforma leader mondiale per l'arte moderna e contemporanea, dedicata ad artisti, gallerie, collezionisti e amanti dell'arte. Frieze comprende tre pubblicazioni, Frieze Magazine, Frieze Masters Magazine e Frieze Week; quattro fiere d'arte internazionali, Frieze London, Frieze Los Angeles, Frieze New York e Frieze Seoul (durante i quali spesso si affianca anche Frieze Masters); No.9 Cork Street, uno spazio espositivo permanente nel cuore di Londra; con colloqui e incontri periodici, gestiti dai redattori di Frieze; e frieze.com, preziosissima fonte d’informazione per tutto quello che concerne l'arte e la cultura contemporanea.

Deutsche Bank - da parte sua - è sempre stata all’avanguardia nel sostenere il lavoro di giovani artisti internazionali e da oltre 40 anni si è distinta come leader globale nello sviluppo di programmi artistici aziendali, parte integrante del progetto Art & Culture della Banca. Deutsche Bank ritiene che l'impegno con l'arte abbia un impatto positivo, non solo su clienti, visitatori e personale, ma anche sulle comunità in cui opera la Banca.

Nello specifico della serata, dopo i saluti iniziali di Nathan Clements-Gillespie, Director di Frieze Masters, di Claudio Detti, Head of Bank for Entrepreneurs e Wealth Management, Deutsche Bank Italy, e di Giovanna Forlanelli Rovati, Presidente della Fondazione Luigi Rovati, è iniziata la conversazione a due tra Bartolomeo Pietromarchi, critico e curatore d’arte nonchè da maggio 2016 direttore del MAXXI Arte (Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo), e Pietro Ruffo, artista.

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I relatori, da sinistra: Ruffo, Pietromarchi, Clements-Gillespie, Forlanelli Rovati e Detti

Pietro, di cui un’opera (Isaiah Berlin – Ritratto con libellule) è entrata a far parte della Collezione Deutsche Bank ed è attualmente esposta presso la sede centrale a Francoforte, ha iniziato a parlare facendo un breve excursus del suo percorso artistico. L’arte di Ruffo resta essenzialmente legata agli elementi base della sua formazione da architetto: il progetto, la carta e il disegno. Ogni sua opera, infatti, ha origine da una meticolosa progettazione, attenta al minimo dettaglio, e prende forma sul foglio attraverso il segno delicato ma incisivo. Tuttavia, non conserva la bidimensionalità di una tavola poiché la carta, intagliata, acquista la terza dimensione. Ne risulta un lavoro stratificato, dalle molteplici letture visive e semantiche che indagano i grandi temi della storia universale, in particolare la libertà e la dignità del singolo individuo costantemente minacciate dalla massificazione in atto nella società contemporanea.

Durante il suo intervento si è poi soffermato sulle ultime opere prodotte. Citiamo tra le tante lo splendido lavoro fatto nella Biblioteca Apostolica Vaticana, «The Clearest Way», appositamente pensato per uno spazio dal considerevole valore artistico e storico quale la Sala Barberini. Gli scaffali della immensa libreria sono ora occupati da migliaia di rotoli di carta millimetrata applicata su tela, sui quali Ruffo ha disegnato una foresta. L’artista ha immaginato la quotidianità di un bibliotecario che, per ogni volume preso dallo scaffale, compie un viaggio in un mondo più o meno conosciuto. Questa era la sensazione che ha inteso riprodurre: una radiografia dell’anima del ricercatore e del bibliotecario.

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«The Clearest Way» di Pietro Ruffo

Dopo questo affascinante viaggio nell’ispirazione e nel percorso di crescita dell’artista romano, gli ospiti hanno potuto soffermarsi per vedere le sale espositive del palazzo che – oltre ai reperti etruschi che costituiscono l’asse fondante della collezione Rovati – ospitano attualmente anche le sculture di Diego Giacometti, fratello del più famoso Alberto.

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