I comportamenti (di tutti i giorni) che fanno bene all’ambiente
Gli italiani sono sempre più sensibili alla sostenibilità ambientale. Soprattutto i più giovani. E cresce il numero di persone disposte ad attuare azioni concrete per ridurre il più possibile la propria impronta ecologica. C’è il navigatore che cerca percorsi “green”. La moda attenta all’ambiente. E ancora, il social housing e le app per evitare gli sprechi alimentari.
Gli italiani hanno sempre più a cuore le tematiche ambientali. Non solo i giovanissimi appartenenti alla cosiddetta Generazione Z, da sempre più propensi ad attuare comportamenti che impattino il meno possibile. Ma, di recente, anche i loro predecessori, i Millennials e i loro genitori, hanno dimostrato un interesse crescente per il pianeta. Non a caso, si legge nell’ultimo report realizzato da Edison e Censis dal titolo “Ambiente, energia e consumi: italiani pronti a cambiare stile di vita”, la sensibilità per la sostenibilità nel 2022, è salita al primo posto tra gli aspetti che gli italiani reputano prioritari. Merito (o colpa) anche della difficile congiuntura attuale, caratterizzata da un aumento dei costi delle bollette di luce e gas, che hanno portato a rivedere i propri comportamenti nell’ottica di una necessaria riduzione dei consumi.
Ma anche sul lungo periodo questa situazione sembra aver portato a conseguenze difficilmente reversibili. E cresce la propensione ad attuare, dentro e fuori le mura domestiche, atteggiamenti che possano in qualche modo contribuire a ridurre il proprio apporto di emissioni. Ecco alcuni esempi.
La mobilità “green”
Quello del trasporto su strada è sempre stato uno dei settori in assoluto più inquinanti. E mentre cresce la propensione ad acquistare veicoli elettrici o di micro-mobilità (come i monopattini) o ad utilizzare maggiormente i mezzi pubblici, stanno anche nascendo le prime app in grado di monitorare il consumo di carburante per le automobili private. Così, per esempio, c’è il navigatore che indica il percorso più “verde” e prevede il consumo minore. È stato poi lanciato un applicativo che trova i parcheggi per le auto elettriche e un altro che indica il percorso più veloce per raggiungere la colonnina di ricarica più vicina.
L’economia diventa circolare
Sempre più diffuso anche quel particolare modello di produzione e consumo votato al riciclo e al riuso. Sono già molto diffuse, infatti, le cosiddette app “anti-spreco” per acquistare cibo fresco a prezzo scontato che altrimenti verrebbe buttato a fine giornata. Anche l’alta moda sta iniziando a scoprire questo mercato: alcune delle più importanti griffe del mondo hanno iniziato a mettere in vendita articoli di seconda mano firmati. Mentre dalla Francia è partito un progetto per il recupero delle scarpe che non vengono più utilizzate, o almeno le parti e i materiali di esse che è possibile riciclare.
Si inserisce sempre nell’ottica dell’economia circolare anche il social housing. Un progetto partito a Milano prevede l’utilizzo di strutture in calcestruzzo presenti negli edifici abbandonati per la realizzazione di un nuovo complesso immobiliare. Mentre, volendo, si può anche risparmiare su arredi ed elettrodomestici noleggiandoli.
Disclaimer Tutti i diritti riservati. Gli articoli, i materiali, i contenuti ed i servizi presenti sulle pagine web raggiungibili da questo indirizzo https://www.deutsche-bank.it/news/detail/dbmagazine sono destinati ad un utilizzo personale e non professionale e non possono essere copiati, trasmessi, pubblicati, distribuiti o sfruttati commercialmente senza l’esplicito consenso scritto del Gruppo Deutsche Bank S.p.A.. Tutti i materiali pubblicati, inclusi a titolo esemplificativo, articoli di informazione, fotografie, immagini, illustrazioni, sono protetti dalle leggi sul diritto d’autore e sono di proprietà dell’editore o di chi legittimamente disponga dei diritti relativi. Le informazioni contenute nel presente documento si basano su fonti ritenute attendibili: tuttavia il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. non ha effettuato una verifica indipendente relativa a tali informazioni e declina ogni responsabilità a riguardo. Conseguentemente, nessuna garanzia, espressa o implicita, è fornita, né alcun affidamento può essere fatto riguardo alla precisione, completezza o correttezza delle informazioni e delle opinioni contenute in questo documento. Gli articoli, le ricerche e gli studi pubblicati rappresentano esclusivamente le opinioni e i punti di vista dei relativi autori: esse non riflettono necessariamente le opinioni di Deutsche Bank S.p.A. né di qualsiasi società controllata o consociata del Gruppo Deutsche Bank S.p.A.. Né l’autore né il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. possono essere ritenuti responsabili per danni derivanti dall’utilizzo della presente pubblicazione, tranne per quanto è previsto dalla normativa applicabile. Il Gruppo Deutsche Bank S.p.A cercherà in tutti i modi di evitare la pubblicazione di informazioni erronee ed affermazioni che possano in alcun modo essere considerate lesive di diritti di terzi. Le informazioni riportate hanno solo uno scopo informativo, non sono da intendersi, interpretarsi o considerarsi in alcun modo come messaggio promozionale ovvero offerte di vendita o sollecitazioni a sottoscrivere, invito ad acquistare o vendere o come raccomandazione ad acquistare o collocare qualsiasi tipo di strumento finanziario, nè come giudizi da parte del Gruppo Deutsche Bank S.p.A. sull’opportunità dell’investimento in alcuno dei prodotti illustrati, o ricerca in materia di investimenti, né tantomeno costituiscono una raccomandazione ad eseguire alcun tipo di operazione. Quanto ad eventuali richiami di natura fiscale qui contenuti, va rilevato che i livelli e le basi di tassazione a cui fanno riferimento gli articoli pubblicati sono suscettibili di cambiamenti rispetto alla data di pubblicazione e possono incidere sul valore dell’investimento; il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. non ha l'obbligo di mantenere aggiornate queste informazioni, né tantomeno di aggiornarle. La distribuzione di questo documento in altre giurisdizioni può essere soggetta a restrizioni e pertanto le persone alle quali dovesse pervenire tale documento si dovranno informare sull’esistenza di tali restrizioni ed osservarle. Ulteriori informazioni sono disponibili su richiesta.
Gli italiani sono sempre più sensibili alla sostenibilità ambientale. Soprattutto i più giovani. E cresce il numero di persone disposte ad attuare azioni concrete per ridurre il più possibile la propria impronta ecologica. C’è il navigatore che cerca percorsi “green”. La moda attenta all’ambiente. E ancora, il social housing e le app per evitare gli sprechi alimentari.
Gli italiani hanno sempre più a cuore le tematiche ambientali. Non solo i giovanissimi appartenenti alla cosiddetta Generazione Z, da sempre più propensi ad attuare comportamenti che impattino il meno possibile. Ma, di recente, anche i loro predecessori, i Millennials e i loro genitori, hanno dimostrato un interesse crescente per il pianeta.
Non a caso, si legge nell’ultimo report realizzato da Edison e Censis dal titolo “Ambiente, energia e consumi: italiani pronti a cambiare stile di vita”, la sensibilità per la sostenibilità nel 2022, è salita al primo posto tra gli aspetti che gli italiani reputano prioritari. Merito (o colpa) anche della difficile congiuntura attuale, caratterizzata da un aumento dei costi delle bollette di luce e gas, che hanno portato a rivedere i propri comportamenti nell’ottica di una necessaria riduzione dei consumi.
Ma anche sul lungo periodo questa situazione sembra aver portato a conseguenze difficilmente reversibili. E cresce la propensione ad attuare, dentro e fuori le mura domestiche, atteggiamenti che possano in qualche modo contribuire a ridurre il proprio apporto di emissioni. Ecco alcuni esempi.
La mobilità “green”
Quello del trasporto su strada è sempre stato uno dei settori in assoluto più inquinanti. E mentre cresce la propensione ad acquistare veicoli elettrici o di micro-mobilità (come i monopattini) o ad utilizzare maggiormente i mezzi pubblici, stanno anche nascendo le prime app in grado di monitorare il consumo di carburante per le automobili private. Così, per esempio, c’è il navigatore che indica il percorso più “verde” e prevede il consumo minore. È stato poi lanciato un applicativo che trova i parcheggi per le auto elettriche e un altro che indica il percorso più veloce per raggiungere la colonnina di ricarica più vicina.
L’economia diventa circolare
Sempre più diffuso anche quel particolare modello di produzione e consumo votato al riciclo e al riuso. Sono già molto diffuse, infatti, le cosiddette app “anti-spreco” per acquistare cibo fresco a prezzo scontato che altrimenti verrebbe buttato a fine giornata. Anche l’alta moda sta iniziando a scoprire questo mercato: alcune delle più importanti griffe del mondo hanno iniziato a mettere in vendita articoli di seconda mano firmati. Mentre dalla Francia è partito un progetto per il recupero delle scarpe che non vengono più utilizzate, o almeno le parti e i materiali di esse che è possibile riciclare.
Si inserisce sempre nell’ottica dell’economia circolare anche il social housing. Un progetto partito a Milano prevede l’utilizzo di strutture in calcestruzzo presenti negli edifici abbandonati per la realizzazione di un nuovo complesso immobiliare. Mentre, volendo, si può anche risparmiare su arredi ed elettrodomestici noleggiandoli.
A cura di OFNetwork
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