CIO View February 6, 2025

CIO Chartbook Europa | Febbraio 2025

Outlook macroeconomico, Obbligazionario, Azionario, Materie prime e Valute.

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Temi del mese

Macro
A gennaio, insieme al contesto di incertezza relativo alle tariffe commerciali, la competizione cinese nello sviluppo di modelli di intelligenza artificiale ha creato ulteriori difficoltà in alcuni settori specifici statunitensi che avevano beneficiato della maggiore richiesta di energia derivante dalla nuova tecnologia. Tuttavia, rimane ancora da valutare se e in che misura l’economia degli Stati Uniti possa essere afflitta da questi ultimi sviluppi. A livello globale, gli indici dei direttori degli acquisti si sono stabilizzati su livelli bassi o hanno visto un lieve miglioramento. La BCE hanno tagliato di nuovo i tassi di interesse. La nuova riduzione dovrebbe supportare il recupero dell’economia dell’Eurozona. 

Obbligazionario
Dopo un aumento significativo dei rendimenti dei titoli di Stato durante i primi giorni del 2025, nella seconda metà di gennaio questi si sono moderati. Su base mensile, tuttavia, buona parte dei titoli di Stato globali hanno registrato una performance negativa. Gli spread dell’Eurozona sono rimasti più o meno invariati. Gli spread societari, invece, si sono ridotti ancora grazie alla domanda molto solida che continuano a riscuotere tra gli investitori sebbene le emissioni siano state parecchie. Sui titoli Investment Grade (IG) europei, gli spread hanno raggiunto il livello più basso da 3 anni. 

Azionario
All’inizio dell’anno, la combinazione di un mercato del lavoro solido, un’inflazione ancora elevata, i timori relativi ai possibili aumenti dei dazi da parte di Trump e un approccio di cautela da parte della Federal Reserve hanno frenato i mercati azionari. Ma la moderazione dei rendimenti durante la seconda metà di gennaio ha aiutato i mercati azionari, in particolare per i segmenti più sensibili all’andamento dei tassi di interessi. Dall’inizio dell’anno, la maggior parte dei listini azionari globali (ad eccezione di alcuni indici asiatici) segna un guadagno. Interessante osservare che nonostante le difficoltà dell’economia dell’Eurozona, l’azionario locale sta registrando delle performance superiori rispetto alle controparti statunitensi dall’inizio del 2025. 

Materie prime e FX
Dopo aver superato per breve tempo la soglia degli USD 80 al barile a metà gennaio, il prezzo del petrolio è scesa per la restante parte del mese. La situazione geopolitica in Medio Oriente e le aspettative che Trump possa effettivamente optare per un’espansione della produzione statunitense di petrolio hanno fornito un pretesto per far scendere le quotazioni del greggio. L’oro, dal canto suo, ha proseguito i guadagni nonostante l’aumento dei rendimenti all’inizio del mese nella prima parte del mese. Nella seconda metà di gennaio i fattori che potevano ostacolare la salita del prezzo come i rendimenti e un dollaro forte sono venuti meno.

Outlook macro

Outlook

  • L'economia USA rimane su un percorso di crescita robusto, trainata dalla domanda interna e dai guadagni di produttività. Il mercato del lavoro si è normalizzato senza segnali di recessione, nonostante l'attività industriale sia calata. Prevediamo che il PIL si attesti in media al 2,7% nel 2024 e al 2,0% nel 2025. La vittoria dei Repubblicani rende più probabili dei tagli alle tasse, deregolamentazione, spesa in deficit e dazi all’importazione più elevati. Man mano che le misure fiscali si trasferiranno all'economia, la crescita del PIL dovrebbe migliorare e salire al 2,2% nel 2026.
  • L'inflazione ha continuato a diminuire durante l'anno. Questo ha permesso alla Fed di iniziare il proprio ciclo di allentamento monetario. Ma il processo di disinflazione sarà verosimilmente lento. La domanda rimane robusta, il debito pubblico è in aumento e dazi alle importazioni saranno più elevati. Di conseguenza, ci aspettiamo che l'inflazione rimanga stabile, leggermente al di sopra dell'obiettivo della Fed, al 2,4% sia nel 2025 che nel 2026. Questo dovrebbe portare la Fed a proseguire con cautela il ciclo di tagli dei tassi. Prevediamo altri tre tagli entro la fine del 2025 che dovrebbero portare il tasso sui Fed Funds al 3,75-4,00%.
  • L'economia dell'Eurozona si sta riprendendo a ritmo lento a causa della produttività bassa che limita la crescita potenziale. Mentre i Paesi periferici come Spagna e Italia stanno mostrando una crescita superiore alla media, Germania e Francia stanno affrontando il rischio di una stagnazione. Guardando avanti, il mercato del lavoro solido e l'aumento dei salari reali dovrebbero essere di supporto, ma le tariffe più elevate degli USA e il conflitto commerciale in deterioramento tra USA e Cina potrebbero frenare la ripresa. Ci aspettiamo che la crescita del PIL acceleri solo leggermente allo 0,9% nel 2025.
  • Nel 2024, le pressioni sui prezzi sono diminuite dai livelli elevati a causa dell'attività economica contenuta e della discesa dei costi dell’energia. Ci aspettiamo che l'inflazione rallenti gradualmente verso l'obiettivo del 2% della BCE nel 2025. La BCE, pertanto, potrebbe muoversi a favore di politiche monetarie che favoriscano la crescita. Ci aspettiamo che la BCE continui il suo ciclo di allentamento con cinque tagli, riducendo il tasso sui depositi dal 3,25% al 2,00% entro la fine del 2025.
  • In Giappone, la crescita salariale più forte degli ultimi 30 anni ha stimolato i consumi privati, gettando le basi per un proseguimento della ripresa economica nel 2025, quando ci aspettiamo che la crescita del PIL si attesti in media all'1,2%. La svalutazione della valuta domestica e la solida domanda interna hanno aumentato le pressioni sui prezzi mentre l'economia in ripresa dovrebbe stabilizzare l'inflazione al 2,0% nel 2025. Questo dovrebbe consentire alla BoJ di normalizzare ulteriormente la politica, aumentando gradualmente il tasso di riferimento dallo 0,25% all'1,00% entro la fine del 2025.
  • È necessario un forte stimolo anticiclico per fornire un impulso duraturo alle dinamiche dei prezzi e alla domanda interna. Inoltre, un'escalation delle tensioni commerciali con gli USA potrebbe pesare sulla dinamica delle esportazioni. Di conseguenza, prevediamo che la crescita del PIL rallenti ulteriormente al 4,2% nel 2025 e che l'inflazione rimanga contenuta all'1,3%.

Fonte: Deutsche Bank AG. Dati a febbraio 2025.

Previsioni

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*Consensus di Bloomberg.

1 Per gli USA, la crescita del PIL Q4/Q4 % è pari a 1,5% nel 2024 e a 2,1% nel 2025. 2 La misura è il CPI (ingl. Consumer Price Index), per altre misure di inflazione per gli USA si faccia riferimento alle rispettive sezioni della presentazione. 3 Tasso di disoccupazione urbana (fine periodo), non confrontabile con i dati di consenso. 4 Il deficit fiscale cinese di riferisce al saldo di bilancio aumentato (definizione più ampia) del FMI. Non confrontabile con i dati di consenso.

Fonte: Deutsche Bank AG, Bloomberg Finance L.P. Dati al 15 novembre 2024.