Guido Reni e il paesaggio
Alla Galleria Borghese di Roma una mostra dedicata al grande pittore bolognese che include il capolavoro “Danza campestre”, tornato nel 2020 a far parte della collezione del museo.
Alla Galleria Borghese di Roma una mostra dedicata al grande pittore bolognese che include il capolavoro “Danza campestre”, tornato nel 2020 a far parte della collezione del museo.
È in programma dal 1 marzo al 22 maggio 2022, presso la Galleria Borghese di Roma, la mostra “Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura”, curata da Francesca Cappelletti e prima di una serie di mostre internazionali dedicate al Maestro del Seicento italiano.
Guido Reni, Danza campestre, 1601-1602 c. , olio su tela
Al centro dell’esposizione, nonché protagonista di una lunga e tormentata vicenda, è il ritrovato dipinto “Danza campestre” (1605 circa), tornato solo da poco più di un anno a fare parte della collezione del museo. Appartenente alla collezione del cardinale Scipione Borghese, citato negli antichi inventari sin dall’inizio del Seicento, venduto nell’Ottocento, prima disperso e poi ricomparso nel 2008 sul mercato antiquario londinese come “anonimo bolognese”, il quadro, dopo le opportune verifiche attributive, è stato riacquistato dalla Galleria nel 2020. Un’opera che costituisce un importante arricchimento del patrimonio museale, ma che - soprattutto - integra la presenza degli altri dipinti della collezione e sottolinea la fondamentale importanza della committenza Borghese per Guido Reni, offrendo l’opportunità di riflettere sul rapporto del pittore con il soggetto campestre e la pittura di paesaggio, finora ritenuti “estranei” alla sua produzione.
Le 30 opere che compongono la mostra prendono in esame diversi aspetti dell’opera di Reni: il suo interesse per la pittura di paesaggio a confronto con altri pittori operanti a Roma nel primo Seicento (il giovane Guido Reni arriva a Roma in questi anni probabilmente invitato dal cardinale Paolo Emilio Sfondrato, conosciuto a Bologna nel 1598); il suo studio appassionato dell’antico e del Rinascimento; lo stordimento rispetto alla pittura di Caravaggio (da lui conosciuto e frequentato); i rapporti con i suoi committenti.
Il percorso espositivo si sviluppa su due piani e ha inizio nel grande salone d’ingresso del pianterreno, dove sono esposte quattro monumentali pale d’altare: la “Crocifissione di San Pietro”(1604-5), la “Trinità con la Madonna di Loreto e il committente cardinale Antonio Maria Gallo” (1603-4 c.a), il “Martirio di Santa Caterina d’Alessandria” (1606 c.a) e il “Martirio di Santa Cecilia” (1601). Opere che, nel loro insieme, evidenziano la capacità dell’artista di confrontarsi con questa particolare tipologia, creando emozioni nello spettatore attraverso la solennità e la potenza delle sue figure perfette; e, al tempo stesso, dipinti da cui sono leggibili anche molti aspetti del rapporto di Reni con la sua committenza, costituita da Paolo Emilio Sfondrato, Antonio Maria Gallo, Ottavio Costa e Pietro Aldobrandini.
Le sale successive ospitano lavori che confermano come alla base della pittura romana di Guido Reni ci sia una forte attrazione per il mestiere degli scultori, dimostrata dalla posizione dei corpi nello spazio, dalla concretezza tridimensionale dei gesti, dalle espressioni dei volti: opere come la “Strage degli Innocenti” (1611) e “San Paolo rimprovera San Pietro penitente” (1609 c.), ma anche dipinti che si spingono più in là negli anni, come “Lot e le figlie” e “Atalanta e Ippomene” (1615-20).
La seconda parte dell’esposizione si trova al primo piano e raccoglie - attraverso il ricco patrimonio della Galleria e importanti prestiti - un’importante rassegna di opere che si sviluppano intorno al tema del paesaggio, fino ad arrivare alla riacquisita “Danza Campestre”. A completare la lettura, nella Sala del Lanfranco sono inoltre esposte opere di artisti che hanno influenzato il percorso di Reni, tra cui “Paesaggio con la caccia al cervo di Niccolò dell’Abate alla Festa campestre”(1584) di Agostino Carracci, alcuni quadri di Paul Bril parte della collezione della Galleria, quattro tondi di Francesco Albani e “Paesaggio con Silvia e il satiro” (1615) del Domenichino, quest’ultimo proveniente dalla Pinacoteca di Bologna.
Info “Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura”
Roma, Galleria Borghese, Piazzale Scipione Borghese 5
Orario: martedì-domenica 9-19
Ingresso: 13 euro intero (2 euro ridotto 18-25 anni). Prenotazione obbligatoria 2 euro. Il biglietto comprende l’accesso alla collezione permanente della Galleria Borghese.
Informazioni: http://galleriaborghese.beniculturali.it - ga-bor@beniculturali.it
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