Un allestimento in dialogo tra interno ed esterno, un percorso espositivo completamente rinnovato e nuove importanti opere per la prestigiosa istituzione milanese.
In posizione panoramica, all’interno del Palazzo dell’Arengario e affacciato direttamente sulla Piazza del Duomo, il Museo del Novecento di Milano è una delle istituzioni più significative del patrimonio culturale della città. Nato con l’intento di diffondere la conoscenza dell’arte del Novecento e di consentire una migliore e più ampia visione delle collezioni che Milano ha ereditato nel tempo, il museo - inaugurato il 6 dicembre 2010 - espone più di trecento opere selezionate tra le oltre quattromila di arte italiana del XX e del XXI secolo che compongono le Civiche Raccolte d'Arte.
Da pochi mesi questa prestigiosa istituzione si presenta al pubblico con un percorso espositivo completamente rinnovato: un nuovo allestimento che unisce narrazione cronologica e tematica, creando un’esperienza ancor più immersiva e coinvolgente per il visitatore. Gli spazi espositivi sono stati infatti ripensati, rispettando e valorizzando l’architettura originaria dell’Arengario, per valorizzare la continuità tra materiali, colori e luce; il museo si trasforma in una “soglia” tra interno ed esterno, dove la luce naturale e quella artificiale si fondono in equilibrio. La narrazione, pur mantenendo un carattere tematico, segue ora un ordinamento cronologico, costellato da approfondimenti monografici. Il progetto si arricchisce, inoltre, di una serie di opere precedentemente conservate nei depositi. Dopo l’elegante Galleria del Futurismo (la prima ad essere stata interessata nel 2021 dal riallestimento, diventando così la più importante collezione di opere futuriste al mondo), il percorso conduce alla Galleria “Gesti e Processi”, l’ala delle Collezioni Permanenti dedicata agli ultimi decenni del Secolo - dagli anni Sessanta ai Novanta - completamente ristrutturata e riallestita che è stata aperta al pubblico nell’ottobre scorso.
Molte le novità rispetto al precedente allestimento, a partire dall’allargamento del periodo storico preso in considerazione, che giunge così fino all’ultimo decennio del Novecento anche grazie a importanti donazioni ricevute dal museo riguardanti fondamentali lavori di Maurizio Cattelan, Liliana Moro, Stefano Arienti e Grazia Todisco, a cui si aggiungono quelli di Grazia Varisco ed Enrico Baj.
Ma nuova è anche l’interpretazione degli spazi che ospitano le opere, perché tutte le finestre e gli affacci della Galleria “Gesti e Processi”, al quarto piano del Museo del Novecento e corrispondente all’intero secondo piano di Palazzo Reale, sono state aperte consentendo una vista panoramica sul Duomo di Milano e sull’omonima piazza. Proprio la città, del resto, ha ispirato le scelte del percorso espositivo, privilegiando momenti della storia dell’arte italiana che proprio a Milano ha visto avvenimenti di importanza culturale e sociale di primissimo piano. Da qui, l’inserimento in collezione di celebri scatti di Ugo Mulas, che entra permanentemente in museo non solo come un omaggio alla sua autorialità, ma anche come contrappunto fotografico nell’interpretazione di eventi come “I funerali del Nouveau Réalisme” (1970) o la vita e l’opera di Piero Manzoni e dei protagonisti della scena artistica presso il celebre Bar Jamaica. Quello stesso Piero Manzoni a cui è dedicata l’intera sala introduttiva del percorso, con le sue opere accompagnate dalle fotografie di Mulas e da un filmato d’epoca che sottolineano la dimensione comportamentale e istrionica della sua pioneristica visione di un’arte che va ben oltre il perimetro del quadro o la forma compiuta della scultura: proprio questa sua attitudine è emblematica dell’intero periodo rappresentato nella Galleria “Gesti e Processi”, dove lo “strappo” linguistico e creativo degli artisti ha portato l’arte moderna a superare la convenzionalità dell’oggetto.
Nouveau Réalisme, Arte Programmata e Cinetica, arte concettuale: per il visitatore, un invito alla riflessione che viene proposto in un ampio percorso concretizzato in un centinaio di lavori, dai protagonisti della Pop Italiana all’Arte Povera, dalla Pittura Analitica alla Transavanguardia, fino alle sperimentazioni video e all’adozione di svariati materiali effimeri o mutevoli.
Nel suo insieme il percorso del Museo del Novecento, che si apre con il desiderio di trasformazione del mondo proposto dall’ottimismo programmatico del Futurismo, si conclude ora con un’opera emblematica di Maurizio Cattelan, quel “Lullaby” che è quasi una dichiarata espressione di fine dell’utopia, nella drammatica e disillusa raccolta e riproposizione delle macerie del PAC distrutto dall’attentato del 1993. Le novità e i progetti del Museo non si fermano comunque qui: al quinto piano del Museo è già in corso di riallestimento la Galleria “Segno e Materia” dedicata agli anni ’50 e ’60, mentre per l’autunno è previsto il restyling dell’ingresso e della rampa di accesso, in vista del futuro ampliamento del Museo nella seconda torre dell’Arengario.
Informazioni:
Museo del Novecento Piazza Duomo 8, Milano Orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 19:30; giovedì dalle ore 10 alle ore 22:30 (lunedì chiuso) Per ulteriori informazioni: www.museodelnovecento.org
Tutti i diritti riservati. Gli articoli, i materiali, i contenuti ed i servizi presenti sulle pagine web raggiungibili da questo indirizzo www.deutsche-bank.it/dbpremium-program sono destinati ad un utilizzo personale e non professionale e non possono essere copiati, trasmessi, pubblicati, distribuiti o sfruttati commercialmente senza l’esplicito consenso scritto del Gruppo Deutsche Bank S.p.A.. Tutti i materiali pubblicati, inclusi a titolo esemplificativo, articoli di informazione, fotografie, immagini, illustrazioni, sono protetti dalle leggi sul diritto d’autore e sono di proprietà dell’editore o di chi legittimamente disponga dei diritti relativi. Le informazioni contenute nel presente documento si basano su fonti ritenute attendibili: tuttavia il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. non ha effettuato una verifica indipendente relativa a tali informazioni e declina ogni responsabilità a riguardo. Conseguentemente, nessuna garanzia, espressa o implicita, è fornita, né alcun affidamento può essere fatto riguardo alla precisione, completezza o correttezza delle informazioni e delle opinioni contenute in questo documento. Gli articoli, le ricerche e gli studi pubblicati rappresentano esclusivamente le opinioni e i punti di vista dei relativi autori: esse non riflettono necessariamente le opinioni di Deutsche Bank S.p.A. né di qualsiasi società controllata o consociata del Gruppo Deutsche Bank S.p.A.. Né l’autore né il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. possono essere ritenuti responsabili per danni derivanti dall’utilizzo della presente pubblicazione, tranne per quanto è previsto dalla normativa applicabile. Il Gruppo Deutsche Bank S.p.A cercherà in tutti i modi di evitare la pubblicazione di informazioni erronee ed affermazioni che possano in alcun modo essere considerate lesive di diritti di terzi. Le informazioni riportate hanno solo uno scopo informativo, non sono da intendersi, interpretarsi o considerarsi in alcun modo come messaggio promozionale ovvero offerte di vendita o sollecitazioni a sottoscrivere, invito ad acquistare o vendere o come raccomandazione ad acquistare o collocare qualsiasi tipo di strumento finanziario, nè come giudizi da parte del Gruppo Deutsche Bank S.p.A. sull’opportunità dell’investimento in alcuno dei prodotti illustrati, o ricerca in materia di investimenti, né tantomeno costituiscono una raccomandazione ad eseguire alcun tipo di operazione. Quanto ad eventuali richiami di natura fiscale qui contenuti, va rilevato che i livelli e le basi di tassazione a cui fanno riferimento gli articoli pubblicati sono suscettibili di cambiamenti rispetto alla data di pubblicazione e possono incidere sul valore dell’investimento; il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. non ha l'obbligo di mantenere aggiornate queste informazioni, né tantomeno di aggiornarle. La distribuzione di questo documento in altre giurisdizioni può essere soggetta a restrizioni e pertanto le persone alle quali dovesse pervenire tale documento si dovranno informare sull’esistenza di tali restrizioni ed osservarle. Ulteriori informazioni sono disponibili su richiesta.
In posizione panoramica, all’interno del Palazzo dell’Arengario e affacciato direttamente sulla Piazza del Duomo, il Museo del Novecento di Milano è una delle istituzioni più significative del patrimonio culturale della città. Nato con l’intento di diffondere la conoscenza dell’arte del Novecento e di consentire una migliore e più ampia visione delle collezioni che Milano ha ereditato nel tempo, il museo - inaugurato il 6 dicembre 2010 - espone più di trecento opere selezionate tra le oltre quattromila di arte italiana del XX e del XXI secolo che compongono le Civiche Raccolte d'Arte.
Da pochi mesi questa prestigiosa istituzione si presenta al pubblico con un percorso espositivo completamente rinnovato: un nuovo allestimento che unisce narrazione cronologica e tematica, creando un’esperienza ancor più immersiva e coinvolgente per il visitatore.
Gli spazi espositivi sono stati infatti ripensati, rispettando e valorizzando l’architettura originaria dell’Arengario, per valorizzare la continuità tra materiali, colori e luce; il museo si trasforma in una “soglia” tra interno ed esterno, dove la luce naturale e quella artificiale si fondono in equilibrio.
La narrazione, pur mantenendo un carattere tematico, segue ora un ordinamento cronologico, costellato da approfondimenti monografici. Il progetto si arricchisce, inoltre, di una serie di opere precedentemente conservate nei depositi.
Dopo l’elegante Galleria del Futurismo (la prima ad essere stata interessata nel 2021 dal riallestimento, diventando così la più importante collezione di opere futuriste al mondo), il percorso conduce alla Galleria “Gesti e Processi”, l’ala delle Collezioni Permanenti dedicata agli ultimi decenni del Secolo - dagli anni Sessanta ai Novanta - completamente ristrutturata e riallestita che è stata aperta al pubblico nell’ottobre scorso.
Molte le novità rispetto al precedente allestimento, a partire dall’allargamento del periodo storico preso in considerazione, che giunge così fino all’ultimo decennio del Novecento anche grazie a importanti donazioni ricevute dal museo riguardanti fondamentali lavori di Maurizio Cattelan, Liliana Moro, Stefano Arienti e Grazia Todisco, a cui si aggiungono quelli di Grazia Varisco ed Enrico Baj.
Ma nuova è anche l’interpretazione degli spazi che ospitano le opere, perché tutte le finestre e gli affacci della Galleria “Gesti e Processi”, al quarto piano del Museo del Novecento e corrispondente all’intero secondo piano di Palazzo Reale, sono state aperte consentendo una vista panoramica sul Duomo di Milano e sull’omonima piazza. Proprio la città, del resto, ha ispirato le scelte del percorso espositivo, privilegiando momenti della storia dell’arte italiana che proprio a Milano ha visto avvenimenti di importanza culturale e sociale di primissimo piano. Da qui, l’inserimento in collezione di celebri scatti di Ugo Mulas, che entra permanentemente in museo non solo come un omaggio alla sua autorialità, ma anche come contrappunto fotografico nell’interpretazione di eventi come “I funerali del Nouveau Réalisme” (1970) o la vita e l’opera di Piero Manzoni e dei protagonisti della scena artistica presso il celebre Bar Jamaica. Quello stesso Piero Manzoni a cui è dedicata l’intera sala introduttiva del percorso, con le sue opere accompagnate dalle fotografie di Mulas e da un filmato d’epoca che sottolineano la dimensione comportamentale e istrionica della sua pioneristica visione di un’arte che va ben oltre il perimetro del quadro o la forma compiuta della scultura: proprio questa sua attitudine è emblematica dell’intero periodo rappresentato nella Galleria “Gesti e Processi”, dove lo “strappo” linguistico e creativo degli artisti ha portato l’arte moderna a superare la convenzionalità dell’oggetto.
Nouveau Réalisme, Arte Programmata e Cinetica, arte concettuale: per il visitatore, un invito alla riflessione che viene proposto in un ampio percorso concretizzato in un centinaio di lavori, dai protagonisti della Pop Italiana all’Arte Povera, dalla Pittura Analitica alla Transavanguardia, fino alle sperimentazioni video e all’adozione di svariati materiali effimeri o mutevoli.
Nel suo insieme il percorso del Museo del Novecento, che si apre con il desiderio di trasformazione del mondo proposto dall’ottimismo programmatico del Futurismo, si conclude ora con un’opera emblematica di Maurizio Cattelan, quel “Lullaby” che è quasi una dichiarata espressione di fine dell’utopia, nella drammatica e disillusa raccolta e riproposizione delle macerie del PAC distrutto dall’attentato del 1993.
Le novità e i progetti del Museo non si fermano comunque qui: al quinto piano del Museo è già in corso di riallestimento la Galleria “Segno e Materia” dedicata agli anni ’50 e ’60, mentre per l’autunno è previsto il restyling dell’ingresso e della rampa di accesso, in vista del futuro ampliamento del Museo nella seconda torre dell’Arengario.
Informazioni:
Museo del Novecento
Piazza Duomo 8, Milano
Orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 19:30; giovedì dalle ore 10 alle ore 22:30 (lunedì chiuso)
Per ulteriori informazioni: www.museodelnovecento.org
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