La cittadina pugliese ospita una grande mostra dedicata al tormentato artista, caposcuola della pittura naïf.
Antonio Ligabue, Buoi con carro e botte, s.d. (1953-54) Olio su tavola di faesite, cm 68x90 Collezione privata
Lo spettacolare scenario del Castello aragonese di Conversano, in provincia di Bari, ospita fino all’8 ottobre 2023 “Antonio Ligabue”: la prima grande mostra in Puglia e una delle più belle mai realizzate su un artista del tutto particolare, sfortunato e folle, pieno di talento e poesia. Nato a Zurigo nel 1889 da madre di origine bellunese e da padre ignoto, Ligabue viene dato subito in adozione a una famiglia svizzera; già dall’adolescenza manifesta alcuni problemi psichiatrici che lo portano, nel 1913, a un primo internamento presso un collegio per ragazzi affetti da disabilità. Nel 1917 viene ricoverato in una clinica psichiatrica, dopo un’aggressione nei confronti della madre affidataria Elise Hanselmann che, dopo varie vicissitudini, deciderà di denunciarlo ottenendo l’espulsione di Antonio dalla Svizzera il 15 maggio del 1919 e il suo invio a Gualtieri, il comune d’origine del patrigno (il marito della madre naturale, che odierà sempre). Ligabue non parlava l’italiano, era incline alla collera e incompreso dai suoi contemporanei, veniva soprannominato “el Matt” dagli abitanti di Gualtieri che ne rifiutavano i dipinti e il valore artistico, costringendolo a prediligere la via dell’alienazione e della solitudine. Dopo tormentati e inquieti anni di vagabondaggio in cui vive solamente dei pochi sussidi pubblici e si rifugia nell’arte per esprimere il suo disagio esistenziale, a cavallo tra il 1928 e il 1929 incontra Renato Marino Mazzacurati (importante artista della Scuola Romana) che ne comprende il talento artistico e gli insegna a utilizzare i colori. Con singolare slancio espressionista e con una purezza di visione tipica dello stupore di chi va scoprendo - come nell’infanzia - i segreti del mondo, Ligabue si dedica alla rappresentazione della lotta per la sopravvivenza degli animali della foresta; si autoritrae in centinaia di opere cogliendo il tormento e l’amarezza che lo hanno segnato; solo talvolta pare trovare un po’ di serenità nella rappresentazione del lavoro nei campi e degli animali che tanto amava e sentiva fratelli. Nel 1937 viene nuovamente ricoverato presso l’ospedale psichiatrico di San Lazzaro a Reggio Emilia per autolesionismo e successivamente per “psicosi maniaco-depressiva” nel marzo del 1940. È il 1948 quando comincia a esporre le sue opere in piccole mostre, ottenendo, sotto la guida di Mazzacurati, qualche riconoscimento e guadagnando i primi soldi. Ma il successo è breve: dopo essersi permesso solo qualche lusso, nel 1962 viene colpito da una paresi e ricoverato all’ospedale di Guastalla, dove continua a dipingere e dove muore il 27 maggio del 1965. Tra i pittori più amati del Novecento, Antonio Ligabue è considerato il pittore naïf per antonomasia, l’artista visionario, autodidatta e sfortunato che è riuscito a entrare nell’animo del grande pubblico. È stato capace di parlare con immediatezza e genuinità a tutti: a chi ha gli strumenti per capirne il valore storico-artistico, così come a chi semplicemente gode della bellezza assoluta delle sue opere. Una storia umana e artistica straordinaria che negli anni ha appassionato migliaia di persone, tanto da essere diventata protagonista di film e sceneggiati televisivi sin dagli anni ’70. Memorabile lo sceneggiato RAI di Salvatore Nocita del 1977 con Flavio Bucci, così come il recente film “Volevo nascondermi” del 2020 di Giorgio Diritti con la magistrale interpretazione di Elio Germano.
Tutto questo è oggetto della grande mostra di Conversano, curata da Francesco Negri e Francesca Villanti, che attraverso oltre 60 opere propone il racconto della vita e dell’opera di Ligabue e che permette di approfondire i nuclei tematici dell’artista: pochi soggetti sempre ripetuti, da cui emergono con forza la sua straordinaria sensibilità e la dolcezza della sua anima fragile. Seguendo una ripartizione cronologica, sono narrate le diverse tappe dell’opera dell’artista a partire dal primo periodo (1927-1939), quando i colori sono ancora molto tenui e diluiti, i temi sono legati alla vita agreste e le scene con animali feroci mostrano atteggiamenti non eccessivamente aggressivi; pochissimi gli autoritratti. Il secondo periodo (1939-1952) è segnato dalla scoperta della materia grassa e corposa e da una rifinitura analitica di tutta la rappresentazione. Il terzo periodo (1952-1962) è la fase più prolifica ,in cui il segno diventa vigoroso e continuo, al punto da stagliare nettamente l’immagine rispetto al resto della scena. È densa in quest’ultimo periodo la produzione di autoritratti, diversificati a seconda degli stati d’animo. Tra i capolavori esposti in mostra vi sono “Carrozza con cavalli e paesaggio svizzero” (1956-1957), “Autoritratto con sciarpa rossa” (1952- 1962) e “Ritratto di Marino” (1939- 1952), accanto a sculture in bronzo come “Gufo con preda” (1957-1958). In mostra anche una sezione dedicata alla produzione grafica, con disegni e incisioni quali “Iena” (1952-1962) e “Cavallo con asino” (1952-1962), e una sezione sulla sua incredibile vicenda umana. Ad arricchire ulteriormente l’esposizione, la presenza di documenti sulla vita dell’artista, la proiezione del film documentario di Raffaele Andreassi del 1961 e diverse foto risalenti agli anni Cinquanta.
INFO
“Antonio Ligabue” Conversano (BA), Polo Museale Castello Conti Acquaviva D’Aragona, Piazza Conciliazione (Arco monumentale) Orario: martedì - domenica 9.00 -19.00 (lunedì chiuso) Ingresso: 14 euro intero (12 euro ridotto) Informazioni e prenotazioni: tel. 080 995231
Tutti i diritti riservati. Gli articoli, i materiali, i contenuti ed i servizi presenti sulle pagine web raggiungibili da questo indirizzo www.deutsche-bank.it/dbpremium-program sono destinati ad un utilizzo personale e non professionale e non possono essere copiati, trasmessi, pubblicati, distribuiti o sfruttati commercialmente senza l’esplicito consenso scritto del Gruppo Deutsche Bank S.p.A.. Tutti i materiali pubblicati, inclusi a titolo esemplificativo, articoli di informazione, fotografie, immagini, illustrazioni, sono protetti dalle leggi sul diritto d’autore e sono di proprietà dell’editore o di chi legittimamente disponga dei diritti relativi. Le informazioni contenute nel presente documento si basano su fonti ritenute attendibili: tuttavia il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. non ha effettuato una verifica indipendente relativa a tali informazioni e declina ogni responsabilità a riguardo. Conseguentemente, nessuna garanzia, espressa o implicita, è fornita, né alcun affidamento può essere fatto riguardo alla precisione, completezza o correttezza delle informazioni e delle opinioni contenute in questo documento. Gli articoli, le ricerche e gli studi pubblicati rappresentano esclusivamente le opinioni e i punti di vista dei relativi autori: esse non riflettono necessariamente le opinioni di Deutsche Bank S.p.A. né di qualsiasi società controllata o consociata del Gruppo Deutsche Bank S.p.A.. Né l’autore né il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. possono essere ritenuti responsabili per danni derivanti dall’utilizzo della presente pubblicazione, tranne per quanto è previsto dalla normativa applicabile. Il Gruppo Deutsche Bank S.p.A cercherà in tutti i modi di evitare la pubblicazione di informazioni erronee ed affermazioni che possano in alcun modo essere considerate lesive di diritti di terzi. Le informazioni riportate hanno solo uno scopo informativo, non sono da intendersi, interpretarsi o considerarsi in alcun modo come messaggio promozionale ovvero offerte di vendita o sollecitazioni a sottoscrivere, invito ad acquistare o vendere o come raccomandazione ad acquistare o collocare qualsiasi tipo di strumento finanziario, nè come giudizi da parte del Gruppo Deutsche Bank S.p.A. sull’opportunità dell’investimento in alcuno dei prodotti illustrati, o ricerca in materia di investimenti, né tantomeno costituiscono una raccomandazione ad eseguire alcun tipo di operazione. Quanto ad eventuali richiami di natura fiscale qui contenuti, va rilevato che i livelli e le basi di tassazione a cui fanno riferimento gli articoli pubblicati sono suscettibili di cambiamenti rispetto alla data di pubblicazione e possono incidere sul valore dell’investimento; il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. non ha l'obbligo di mantenere aggiornate queste informazioni, né tantomeno di aggiornarle. La distribuzione di questo documento in altre giurisdizioni può essere soggetta a restrizioni e pertanto le persone alle quali dovesse pervenire tale documento si dovranno informare sull’esistenza di tali restrizioni ed osservarle. Ulteriori informazioni sono disponibili su richiesta.
Antonio Ligabue, Buoi con carro e botte, s.d. (1953-54)
Olio su tavola di faesite, cm 68x90
Collezione privata
Lo spettacolare scenario del Castello aragonese di Conversano, in provincia di Bari, ospita fino all’8 ottobre 2023 “Antonio Ligabue”: la prima grande mostra in Puglia e una delle più belle mai realizzate su un artista del tutto particolare, sfortunato e folle, pieno di talento e poesia.
Nato a Zurigo nel 1889 da madre di origine bellunese e da padre ignoto, Ligabue viene dato subito in adozione a una famiglia svizzera; già dall’adolescenza manifesta alcuni problemi psichiatrici che lo portano, nel 1913, a un primo internamento presso un collegio per ragazzi affetti da disabilità. Nel 1917 viene ricoverato in una clinica psichiatrica, dopo un’aggressione nei confronti della madre affidataria Elise Hanselmann che, dopo varie vicissitudini, deciderà di denunciarlo ottenendo l’espulsione di Antonio dalla Svizzera il 15 maggio del 1919 e il suo invio a Gualtieri, il comune d’origine del patrigno (il marito della madre naturale, che odierà sempre).
Ligabue non parlava l’italiano, era incline alla collera e incompreso dai suoi contemporanei, veniva soprannominato “el Matt” dagli abitanti di Gualtieri che ne rifiutavano i dipinti e il valore artistico, costringendolo a prediligere la via dell’alienazione e della solitudine. Dopo tormentati e inquieti anni di vagabondaggio in cui vive solamente dei pochi sussidi pubblici e si rifugia nell’arte per esprimere il suo disagio esistenziale, a cavallo tra il 1928 e il 1929 incontra Renato Marino Mazzacurati (importante artista della Scuola Romana) che ne comprende il talento artistico e gli insegna a utilizzare i colori. Con singolare slancio espressionista e con una purezza di visione tipica dello stupore di chi va scoprendo - come nell’infanzia - i segreti del mondo, Ligabue si dedica alla rappresentazione della lotta per la sopravvivenza degli animali della foresta; si autoritrae in centinaia di opere cogliendo il tormento e l’amarezza che lo hanno segnato; solo talvolta pare trovare un po’ di serenità nella rappresentazione del lavoro nei campi e degli animali che tanto amava e sentiva fratelli.
Nel 1937 viene nuovamente ricoverato presso l’ospedale psichiatrico di San Lazzaro a Reggio Emilia per autolesionismo e successivamente per “psicosi maniaco-depressiva” nel marzo del 1940.
È il 1948 quando comincia a esporre le sue opere in piccole mostre, ottenendo, sotto la guida di Mazzacurati, qualche riconoscimento e guadagnando i primi soldi. Ma il successo è breve: dopo essersi permesso solo qualche lusso, nel 1962 viene colpito da una paresi e ricoverato all’ospedale di Guastalla, dove continua a dipingere e dove muore il 27 maggio del 1965.
Tra i pittori più amati del Novecento, Antonio Ligabue è considerato il pittore naïf per antonomasia, l’artista visionario, autodidatta e sfortunato che è riuscito a entrare nell’animo del grande pubblico. È stato capace di parlare con immediatezza e genuinità a tutti: a chi ha gli strumenti per capirne il valore storico-artistico, così come a chi semplicemente gode della bellezza assoluta delle sue opere. Una storia umana e artistica straordinaria che negli anni ha appassionato migliaia di persone, tanto da essere diventata protagonista di film e sceneggiati televisivi sin dagli anni ’70. Memorabile lo sceneggiato RAI di Salvatore Nocita del 1977 con Flavio Bucci, così come il recente film “Volevo nascondermi” del 2020 di Giorgio Diritti con la magistrale interpretazione di Elio Germano.
Tutto questo è oggetto della grande mostra di Conversano, curata da Francesco Negri e Francesca Villanti, che attraverso oltre 60 opere propone il racconto della vita e dell’opera di Ligabue e che permette di approfondire i nuclei tematici dell’artista: pochi soggetti sempre ripetuti, da cui emergono con forza la sua straordinaria sensibilità e la dolcezza della sua anima fragile.
Seguendo una ripartizione cronologica, sono narrate le diverse tappe dell’opera dell’artista a partire dal primo periodo (1927-1939), quando i colori sono ancora molto tenui e diluiti, i temi sono legati alla vita agreste e le scene con animali feroci mostrano atteggiamenti non eccessivamente aggressivi; pochissimi gli autoritratti.
Il secondo periodo (1939-1952) è segnato dalla scoperta della materia grassa e corposa e da una rifinitura analitica di tutta la rappresentazione.
Il terzo periodo (1952-1962) è la fase più prolifica ,in cui il segno diventa vigoroso e continuo, al punto da stagliare nettamente l’immagine rispetto al resto della scena. È densa in quest’ultimo periodo la produzione di autoritratti, diversificati a seconda degli stati d’animo.
Tra i capolavori esposti in mostra vi sono “Carrozza con cavalli e paesaggio svizzero” (1956-1957), “Autoritratto con sciarpa rossa” (1952- 1962) e “Ritratto di Marino” (1939- 1952), accanto a sculture in bronzo come “Gufo con preda” (1957-1958). In mostra anche una sezione dedicata alla produzione grafica, con disegni e incisioni quali “Iena” (1952-1962) e “Cavallo con asino” (1952-1962), e una sezione sulla sua incredibile vicenda umana.
Ad arricchire ulteriormente l’esposizione, la presenza di documenti sulla vita dell’artista, la proiezione del film documentario di Raffaele Andreassi del 1961 e diverse foto risalenti agli anni Cinquanta.
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“Antonio Ligabue”
Conversano (BA), Polo Museale Castello Conti Acquaviva D’Aragona, Piazza Conciliazione (Arco monumentale)
Orario: martedì - domenica 9.00 -19.00 (lunedì chiuso)
Ingresso: 14 euro intero (12 euro ridotto)
Informazioni e prenotazioni: tel. 080 995231
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