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db Premium Magazine
October 10, 2025
Musei del Cibo: il gusto della memoria
Nella provincia di Parma, un circuito in nove tappe racconta la storia, la tradizione e l’identità di grandi tesori gastronomici.
Che il turismo enogastronomico sia in forte crescita, è un dato di fatto: secondo gli ultimi dati disponibili del “Rapporto Turismo Enogastromico Italiano 2024”, questo tipo di vacanza ha segnato un +12% rispetto al 2023 e ben un +49% rispetto al 2016.
L’intera Italia è, ovviamente, territorio d’elezione per questo tema, forte di tradizioni regionali straordinarie: tra queste, un ruolo di primo piano spetta senza dubbio all’Emilia-Romagna e alla valenza non solo di piacere, ma anche di cultura attribuita all’intero sistema alimentare.
Non stupisce, così, che proprio nella provincia di Parma - in quella che è spesso definita come la “Food Valley” - sia nato non un semplice museo, ma un intero circuito dedicato a questo tema: i Musei del Cibo, un viaggio in nove tappe tra gusto, storia e cultura. Ogni museo, collocato nei luoghi d’origine delle produzioni all’interno di un edificio storico opportunamente ristrutturato, diventa così una lente sul rapporto tra uomo, ambiente e saper fare artigiano.
A Soragna, il Museo del Parmigiano Reggiano ripercorre le antiche tecniche casearie, mentre a Langhirano il Museo del Prosciutto di Parma svela i segreti di una stagionatura che dipende dai venti della valle. C’è poi la narrazione dell’industria conserviera nel Museo del Pomodoro, affiancata dal Museo della Pasta, con trafile e macchinari esposti negli edifici della grande corte rurale medievale di Corte Giarola.
Avvicinandosi alle colline, il pianterreno della bellissima Rocca Sanvitale di Sala Baganza ospita il Museo del Vino mentre, nei rispettivi paesi, il Salame di Felino e il Culatello di Zibello raccontano due specialità celebri a livello internazionale. Fino ad arrivare alle pendici dell’Appennino, dove si trovano il Museo del Tartufo di Fragno a Calestano e, continuando a salire fino a Borgotaro, il Museo del Fungo Porcino.
Nell’insieme queste tappe compongono un mosaico che va oltre la semplice esposizione: sono luoghi di racconto, memoria e divulgazione, capaci di restituire dignità al lavoro contadino e all’ingegno manifatturiero. Percorrere il circuito significa compiere un viaggio a ritmo lento, tra castelli, pievi romaniche e campagne fertili, scoprendo come il cibo possa diventare non solo piacere della tavola, ma strumento di identità e narrazione di un’intera comunità: esposizioni allestite sempre con un taglio estremamente divulgativo che rende questi luoghi divertenti e interessanti per tutti. Senza dimenticare la parte più gustosa ed “esperienziale”: all’interno o nelle vicinanze di ciascun museo è sempre presente un locale dove passare alla pratica ed effettuare l’assaggio dei prodotti.
Sebbene ogni museo abbia una propria identità e indipendenza, a sottolineare la continuità di questo “racconto di sapori” è stata anche realizzata una card che, al prezzo di 12 euro, consente di visitare tutti i musei nell’arco di un anno solare e di ottenere sconti in ristoranti convenzionati: un’idea per una serie di weekend capaci di unire gusto e cultura.
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