db Magazine February 14, 2023

Intelligenza artificiale: le aziende che promettono di cambiare il mondo

È un mercato che, da solo, a livello globale potrebbe arrivare a valere fino a 387 miliardi di dollari entro la fine dell’anno. In Italia ha raggiunto un fatturato di 500 milioni di euro nel 2022 con una crescita del 32% rispetto all’anno precedente.

Non solo: oltre 6 grandi aziende su 10 stanno testando questa tecnologia. E anche tra le piccole e medie imprese l’interesse è in costante crescita. A cosa serve l’AI? Ad ottimizzare la produzione industriale, per esempio. Ma c’è anche chi la utilizza per combattere i tumori maligni. E chi ha creato il primo avvocato-avatar.

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È un mercato che, da solo, a livello globale potrebbe arrivare a valere fino a 387 miliardi di dollari entro la fine dell’anno. E secondo gli osservatori l’intelligenza artificiale, proprio nel corso del 2023, potrebbe entrare maggiormente nelle nostre vite, trasformando non solo i cicli produttivi industriali, ma influenzando sempre più anche la nostra quotidianità.

Una rivoluzione già parzialmente in atto: guardando all’Italia, è un settore che ha raggiunto, nel 2022, un fatturato di 500 milioni di euro, per una crescita del 32% rispetto all’anno precedente. È questa la fotografia scattata da una recente ricerca realizzata dall'Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano. Non solo: nel report si legge anche che oltre 6 grandi imprese su 10 hanno avviato almeno un progetto in questo ambito. Ma anche le Pmi sembrano essere sempre più consapevoli dell’importanza di questa tecnologia per il processo di trasformazione digitale dell’azienda: il 15% ha iniziato a mettere in atto le prime sperimentazioni. E grandi novità si attendono per il prossimo futuro: secondo fonti internazionali, infatti, i ricavi dovrebbero salire addirittura del 260% entro il 2029. 

A cosa serve l’AI?

Molti sono i settori coinvolti. Perché l’intelligenza artificiale ha un utilizzo trasversale che può trovare sbocco in molti processi, non solo industriali. Per esempio, secondo i dati più recenti diffusi dall’Osservatorio Artificial Intelligence, le principali novità si concentrano nel campo dell’Intelligent Data Processing, nel settore del Natural Language Processing, per l’interpretazione del linguaggio naturale, e nel Recommendation System, con l’obiettivo di sfruttare la tecnologia per ottenere suggerimenti di contenuti in linea con le preferenze dei clienti. Le aziende, invece, utilizzano l’intelligenza artificiale per sviluppare processi e automazioni robotiche all’interno delle industrie, rendendo quindi il ciclo di produzione più performante, e riducendo al contempo i tempi e i costi della catena produttiva. 

Gli esempi che promettono di cambiare il mondo

Ci sono, poi, le startup più illuminate che già hanno iniziato a testare servizi hi-tech super evoluti e futuristici che promettono di cambiare il mondo e la nostra quotidianità. Per esempio, c’è la società che sviluppa software per l’automazione delle missioni spaziali. Una azienda di Napoli, nata due anni fa circa in piena pandemia, ha creato un sistema che è in grado di prevedere e individuare eventuali guasti ai macchinari, migliorando di conseguenza la manutenzione dei processi produttivi per le aziende manifatturiere. 

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Miami (guidato da due italiani) ha invece messo a punto un algoritmo che riconoscerebbe i tumori maligni, a partire da quelli al cervello, individuando per ognuno anche le terapie più efficaci per combatterlo. Mentre sempre dagli Stati Uniti arriva la prima sperimentazione di avvocato-virtuale. Si tratta di un assistente legale in grado di difendere chi presenta ricorso contro eventuali multe per eccesso di velocità. Funzionerà attraverso un’applicazione scaricabile sullo smartphone e, assicurano dall’azienda, sarà anche capace di ascoltare le argomentazioni dei giudici in aula e di suggerire all’imputato cosa dire tramite un auricolare.                                                                                          

 A cura di OFNetwork