db Magazine November 12, 2025

Retribuzioni reali sotto dell’8,8% i livelli di gennaio 2021

È quando indicato dall’Istat nella rilevazione sui contratti collettivi e le retribuzioni contrattuali.

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In Italia, le retribuzioni contrattuali in termini reali a settembre 2025 sono rimaste al di sotto dell’8,8% rispetto ai livelli di gennaio 2021. È quanto indica l’Istat nella rilevazione sui contratti collettivi e le retribuzioni contrattuali.

Nel terzo trimestre dell’anno, la crescita tendenziale delle retribuzioni contrattuali ha rallentato rispetto al trimestre precedente, pur mantenendosi al di sopra dell’inflazione.
Secondo l’Istituto, l’indebolimento della dinamica salariale è sintesi di un marcato rallentamento nel settore industriale, di una sostanziale stabilità nei servizi privati e di una lieve accelerazione nel comparto pubblico, a seguito dell’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale.

In questo quadro, l’Istat aggiunge che a fine settembre i 46 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 56,9% dei dipendenti – circa 7,5 milioni – e corrispondono al 54,6% del monte retributivo.

I contratti in attesa di rinnovo a fine settembre sono 29 e coinvolgono circa 5,6 milioni di dipendenti, il 43,1% del totale. Il tempo medio di attesa di rinnovo per i lavoratori con contratto scaduto, tra settembre 2024 e settembre 2025, è passato da 18,3 a 27,9 mesi; per il totale dei dipendenti da 9,6 a 12 mesi.

La retribuzione oraria media nel periodo gennaio-settembre è cresciuta del 3,3% su anno.

L’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato su mese, aumenta del 2,6% su anno; l’aumento è stato del 3,3% per la Pa, del 2,3% per l’industria e del 2,4% per i servizi.

I settori con gli aumenti tendenziali più elevati: ministeri (+7,2%), militari-difesa (+6,9%) e attività dei vigili de fuoco (+6,8%). 

A cura de Il Sole 24 Ore