db Magazine February 23, 2024

Per la transizione le utility italiane investono 1,8 mld ogni anno in 5 linee sviluppo

Secondo una ricerca di Utilitalia, si punta su rinnovabili, molecole verdi, reti di distribuzione, efficienza energetica ed economia circolare.

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Per la transizione ecologica, le utility italiane investono 1,8 miliardi di euro all'anno in cinque linee strategiche di sviluppo:

  1. rinnovabili
  2. molecole verdi
  3. reti di distribuzione
  4. efficienza energetica
  5. economia circolare.

In particolare, questi investimenti riguardano la decarbonizzazione (830 milioni), l’economia circolare (oltre 500 milioni) e la digitalizzazione (420 milioni).

È quanto emerge dallo studio “Il ruolo delle utilities tra sicurezza energetica, sostenibilità e competitività”, presentato da Utilitalia. Al contempo, analizzando tutti i settori di competenza il valore aggiunto distribuito ai diversi stakeholder (lavoratori, azionisti, pubblica amministrazione, finanziatori, comunità locali, oltre a quanto viene reinvestito in azienda) è pari a 12,7 miliardi, ai quali si sommano ulteriori 33,7 miliardi di spesa verso i fornitori, il 65% dei quali verso realtà locali.

Nel 2021 le 100 maggiori utility hanno investito 11 miliardi di euro sui territori, con grande attenzione all’innovazione e alla qualità del servizio. «Per le utility la transizione energetica è una sfida di sistema che non si limita a valutare singole tecnologie o vettori, ma che amplia la propria visione alla convergenza fra tecnologie, produzione e utilizzo delle fonti, potenzialità di economia circolare e infrastrutture», spiega il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini.

«Il contributo più rilevante che le imprese dei servizi pubblici possono fornire alla transizione energetica passa dalla valorizzazione della loro peculiarità di attori e promotori dello sviluppo energetico territoriale: ciò vuol dire rendere incisivo un approccio integrato, l’unico in grado di coniugare investimenti industriali e innovazione con il valore circolare e sociale del servizio reso. Un approccio che accresce l’efficienza e la sostenibilità della transizione energetica e amplia i benefici energetici, ambientali e sociali resi disponibili sui territori», aggiunge Brandolini.