db Magazine March 20, 2025

Aumentano in Italia le imprese guidate da donne, sono oltre un milione

Secondo il nuovo report sull’imprenditoria al femminile, realizzato da Cribis, le imprese a conduzione femminile in Italia a fine 2024 sono 1.050.000, che rappresentano il 19,2% del totale delle imprese, in aumento di circa il 10% rispetto al 2023.

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Le imprese a conduzione femminile in Italia a fine 2024 superano il milione. Secondo l’ultimo report realizzato da Cribis, società del gruppo Crif, sono 1.050.000, rappresentando il 19,2% del totale del campione analizzato (di circa 5.500.000 aziende), in aumento del 10,3% rispetto al 2023.

Ai fini della ricerca, sono considerate “femminili” le società che soddisfano uno dei seguenti criteri:

  • le società di capitali in cui la maggioranza (oltre il 50%) dei componenti dell’organo di amministrazione sia costituita da donne o la maggioranza delle quote di capitale sia detenuta da donne;
  • le società di persona in cui la maggioranza (più del 50%) degli esponenti sia donna;
  • le ditte individuali il cui titolare sia donna.

Per quanto riguarda la dimensione delle aziende a conduzione femminile, la stragrande maggioranza sono microimprese, il 95,8% del totale.

A livello geografico, le Regioni con la più alta concentrazione percentuale di aziende al femminile sul territorio nazionale sono Lazio con il 20,5%, seguito da Abruzzo e Basilicata che si condividono il secondo gradino del podio con il 20,4%, chiude al terzo posto l’Umbria con il 20,2%.

Diversa la situazione se si considerano i dati relativi alle province: guida la classifica Prato con il 23,8% delle imprese femminili sul totale imprese nella provincia, seguita poi da Frosinone e La Spezia, entrambe con il 22,5% sul totale.

Infine, sotto l’aspetto dei settori di attività, la maggior concentrazione delle imprese femminili si ha nei servizi sociali, con il 52,5% sul totale delle imprese (crescita significativa di quasi 10 punti percentuali dall’anno precedente), nelle industrie tessili (39,6%) e nel commercio al dettaglio di abbigliamento (39,1%) riconfermando il trend dell’anno precedente.

A cura de Il Sole 24 Ore