db Magazine
April 24, 2025
Nel mondo 2,6 miliardi di persone sono ancora offline
Come emerge da uno studio realizzato da Ispi e Deloitte, il divario digitale frena lo sviluppo e accentua le disuguaglianze.
Un terzo della popolazione mondiale è ancora offline. Nell’era dell’intelligenza artificiale, del cloud e del quantum computing, 2,6 miliardi di persone non hanno accesso a servizi di connessione.
In particolare, nei Paesi a basso reddito solo il 27% delle persone ha accesso a Internet e in quelli a medio-basso reddito il 53%, con ampie fasce che restano escluse dai servizi online di base.
Persistono anche profonde disuguaglianze interne, con un tasso di utilizzo di Internet dell’83% nelle aree urbane rispetto al 48% nelle zone rurali.
Le giovani donne sono le più penalizzate: nei Paesi a basso reddito il 90% delle ragazze tra i 15 e i 24 anni vive senza connessione.
È il quadro che emerge da uno studio elaborato da Ispi e Deloitte, che analizza i rischi della mancata connettività per la crescita, la competitività e la coesione sociale.
“L'economia digitale è l'economia del futuro, eppure 2,6 miliardi di persone sono ancora offline”, ha commentato Andrea Poggi, Head of DCM Public Policy & Stakeholder Relations Centre e DCM Innovation Leader. “Il divario digitale è uno dei principali ostacoli alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile. In un mondo in cui l'accesso digitale crea opportunità, un terzo della popolazione è escluso dall'istruzione, dal lavoro e dai servizi finanziari, aumentando le disuguaglianze e rallentando il progresso globale. Affrontare questa sfida non è solo un imperativo morale, ma anche una necessità per costruire un'economia globale più resiliente, innovativa ed equa”, ha aggiunto.
“Il costo dell’esclusione è superiore a quello dell’inclusione.”, ha sottolineato Antonio Villafranca, Ispi Vice President for Research, spiegando che, “secondo la Banca Mondiale, l’esclusione digitale potrebbe costare ai Paesi a basso e medio reddito fino a 2.000 miliardi di dollari in termini di crescita economica perduta nel prossimo decennio. Investire oggi nell’accesso digitale significa prevenire disuguaglianze economiche più gravi domani. L’inclusione digitale non accade per caso, ma per scelta: una scelta che dobbiamo compiere per costruire un futuro di prosperità condivisa”.
A cura de Il Sole 24 Ore
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