CIO View July 14, 2025

Gli USA aumentano la pressione sui partner commerciali

PERSPECTIVES Memo | Autori: Dr. Ulrich Stephan, Chief Investment Officer Germany - Dr. Dirk Steffen, Chief Investment Officer EMEA - Wolf Kisker, Senior Investment Strategist

Key takeaways:
 
• Poco prima della fine del periodo di sospensione dei dazi, il Presidente USA Trump ha minacciato diversi Paesi di imporre tariffe molto più alte, tra cui dazi del 30% alle importazioni provenienti dall’UE
 
• La reazione dei mercati è stata molto contenuta dal momento che gli investitori hanno la speranza che possa essere raggiunto un accordo nelle prossime due settimane e mezzo.
 
• La volatilità rimarrà sui mercati per il momento. Gli investitori devono evitare di prendere scelte impulsive. Eventuali correzioni sono viste come opportunità di ingresso.

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Che cosa è sucesso?

La scorsa settimana il Presidente degli Stati Uniti Trump ha inviato una serie di lettere ai principali partner commerciali del Paese indicando l’entità dei dazi «reciproci» che sarebbero entrati in vigore dall’1 di agosto 2025 per ognuno di essi. I dazi vigenti a livello settoriale sono rimasti invariati. Queste manovre sono arrivate dopo la scadenza della sospensione di 90 giorni dei dazi reciproci annunciata il 9 aprile quando Trump aveva ridotto le tariffe al 10% in maniera universale.

Diversi partner commerciali degli Stati Uniti ora rischiano di vedersi applicate tariffe maggiori. Finora, gli unici accordi commerciali di massima sono stati raggiunti con il Regno Unito (10%) e con il Vietnam (20% sulle importazioni USA e il 40% sulle importazioni USA provenienti da altri Paesi, i c.d. trasbordi). Il 12 agosto scadrà anche il periodo di grazia tra gli Stati Uniti e la Cina che ha mantenuto i dazi su livelli bassi fino a questo momento.

Domenica, il Presidente Trump ha annunciato che a partire dall’1 agosto saranno applicati dazi «reciproci» del 30% su tutte le importazioni provenienti dall’UE senza influenzare le tariffe ad oggi esistenti su acciaio, alluminio, rame, auto e componentistica di auto. L’annuncio ha fatto evaporare le speranze di dazi più bassi tra il 15% e il 20%. L’Amministrazione Trump ha anche innalzato il livello dei dazi nei confronti dei partner commerciali facenti parte dell’accordo di libero scambio con gli Stati Uniti come Canada e Messico, rispettivamente dal 25% al 35% e al 30%. Ma i beni provenienti dai due Paesi e compliant con l’accordo di libero scambio – USMCA – saranno esenti da questi dazi per ora. Riguardo agli altri partner commerciali, tra i Paesi dell’Asia, le importazioni provenienti dal Giappone e dalla Corea del Sud saranno soggette al 25% di dazi reciproci, mentre in America Latina il Brasile è stato soggetto a dazi del 50% rispetto al livello del 10% imposto ad aprile.

La reazione del mercato a questi annunci è stata moderata in questo avvio di settimana. Gli investitori sembrerebbero pensare che i negoziati in corso porteranno ad degli accordi bilaterali caratterizzati da tariffe più basse. Tuttavia, eventuali accordi più favorevoli non devono essere dati per scontato. Al momento, lo Stoxx Europe 600 è in calo dello 0,4% e il settore delle auto, più sensibile alle notizie commerciali, è tra i più penalizzati. In Asia, i mercati azionari hanno mostrato reazioni contrastate. La maggior parte dei mercati sono scesi ma le azioni cinesi hanno visto un leggero incremento. Sui cambi, la risposta del mercato è stata anch’essa contenuta. Il dollaro USA ha guadagnato terreno già la scorsa settimana. L'indice del dollaro (DXY) è salito dell'1% negli ultimi sette giorni. Di conseguenza, l'EUR/USD è sceso a 1,168, circa lo 0,6% più debole rispetto a una settimana fa.

Tra le manovre del Presidente Trump, scorsa settimana sono stati anche introdotti dazi del 50% sulle importazioni di rame, superiore al 25% previsto. Questo ha portato ad un aumento del 17% dei prezzi del rame al COMEX di New York, che ha raggiunto un massimo storico la scorsa settimana. I prezzi alla LME di Londra sono scesi invece, creando una differenza di prezzo senza precedenti pari al 25%. Questa differenza potrebbe ampliarsi ancora nel breve termine. Gli importatori USA stanno cercando di accumulare il maggior quantitativo possibile di rame prima che i dazi entrino in vigore il 1° agosto. Ma una volta che i dazi entreranno in vigore, l'incentivo ad accumulare le scorte dovrebbe diminuire, riducendo la pressione al rialzo sui prezzi del COMEX. Se i dazi rimarranno in vigore, per i consumatori USA prezzi più alti saranno inevitabili, poiché la produzione domestica non può soddisfare la domanda, specialmente considerando l'aumento della domanda di rame da parte dei data center, dell'industria automobilistica e dei fornitori di energia.

Quali implicazioni per gli investitori?

In una dichiarazione di risposta alla lettera del Presidente Trump, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: «L’imposizione di dazi al 30% sulle esportazioni dell'UE interromperebbe le catene di approvvigionamento transatlantiche essenziali, a scapito di aziende, consumatori e pazienti finali da entrambe le sponde dell'Atlantico. Siamo pronti a continuare a lavorare per raggiungere un accordo entro il 1° agosto. Allo stesso tempo, prenderemo tutte le misure necessarie per tutelare gli interessi dell'UE, compresa l'adozione di contromisure proporzionate se necessario». Nel frattempo, il Presidente francese Emmanuel Macron ha sostenuto gli sforzi per raggiungere un accordo che "rifletta il rispetto che i partner commerciali, come l'UE e gli Stati Uniti, si devono a vicenda." Tuttavia, ha esortato l’UE a "intensificare la preparazione di contromisure credibili" nel caso in cui le due parti non riescano a raggiungere un accordo nei tempi prestabiliti.

Per preparare il terreno a negoziati più costruttivi con gli Stati Uniti e nella speranza di raggiungere un accordo commerciale con l'amministrazione Trump entro la fine del mese, l'UE ha sospeso i dazi di ritorsione sulle merci statunitensi che sarebbero dovuti entrare in vigore oggi. Tali contromisure erano state una risposta ai dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio imposti dal presidente Trump e avrebbero dovuto colpire beni statunitensi per un valore di EUR21bn. I ministri del Commercio dell'UE dovrebbero incontrarsi a Bruxelles lunedì per discutere sulla risposta alla lettera del Presidente Trump. «Siamo sempre stati chiari sul fatto che preferiamo una soluzione negoziale», ha detto von der Leyen. Se non riusciranno a raggiungere un accordo, la von der Leyen ha aggiunto che «continueremo a preparare le contromisure in modo da essere pienamente preparati»

La posizione contrattuale dell’UE non è debole. Il commercio tra i due blocchi economici vale circa USD2tn, ossia circa il 30% del volume degli scambi commerciali globali. I dati mostrano la stretta interdipendenza dei due blocchi economici, che commerciano in maniera quasi equivalenti beni e servizi. Ma gli Stati Uniti dominano nei servizi digitali, come la proprietà intellettuale e i servizi aziendali, mentre l'UE guida gli scambi nel settore dei beni, tra cui prodotti farmaceutici, chimici, macchinari e veicoli. Nel 2024, l'UE ha registrato un surplus commerciale di beni con gli Stati Uniti di USD200bn. Tuttavia, i 27 paesi dell'UE hanno importato molti più servizi dagli Stati Uniti rispetto a quelli importati dagli Stati Uniti dall'UE. Il deficit commerciale totale, inclusi beni e servizi, è stato di un più contenuto USD50bn l’anno scorso.

Il Presidente Trump potrebbe vedere il recente rialzo dei mercati azionari come una conferma delle sue scelte sui dazi più elevati negli Stati Uniti. Tuttavia, pensiamo che un fattore chiave del rally dei mercati azionari è la convinzione tra molti investitori che gli sviluppi futuri non saranno così negativi come indicato dal Presidente Trump nelle sue dichiarazioni. Quindi, l’elemento cruciale per l’andamento futuro dei mercati è capire se il Presidente Trump intende solo aumentare la pressione negoziale sui partner commerciali oppure abbia effettivamente intenzioni di applicare dei dazi così elevati.

Noi continuiamo a prevedere che alla fine i dazi verranno implementati e saranno più elevati in maniera strutturale, auspicabilmente intorno al 15% circa, se non altro perché sono necessari a compensare alcuni dei deficit associati al "One Big Beautiful Bill Act" recentemente approvato. È probabile che i mercati azionari nelle prossime settimane reagiranno in maniera nervosa. Accordi commerciale su tariffe più basse sono tutt'altro che garantiti e le negoziazioni sono complesse e richiedono molto tempo. Inoltre, non vanno dimenticate le ulteriori tariffe settoriali che sono previste, comprese quelle sui semiconduttori e sui prodotti farmaceutici. Pur raccomandando un approccio di cautela durante i mesi estivi, pensiamo che eventuali correzioni significative del mercato azionario siano da valutare come potenziali punti di ingresso per gli investitori con prospettive a medio termine.