Trump sospende i dazi reciproci
PERSPECTIVES Memo | Autori: Deepak Puri, CFA®, Chief Investment Officer Americas - Shreenidhi Jayaram, Investment Strategist
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Key takeaways
• L’Amministrazione Trump ha annunciato una riduzione dei dazi reciproci al 10% per più di 60 Paesi che erano stati soggetti a tariffe più elevate. La sospensione di 90 giorni verrà utilizzata per le negoziazioni. La Cina è stata esclusa e nei suoi confronti rimarranno in vigore tariffe del 125%.
• I mercati azionari hanno reagito positivamente alla decisione di Trump di annunciare una sospensione di 90 giorni su tutti i Paesi tranne la Cina. Non è ancora del tutto chiarito se per l’UE le tariffe reciproche sono state sospese.
Che cosa è sucesso?
Mercoledì, il Presidente USA Trump ha annunciato la sospensione dei dazi reciproci per 90 giorni su tutti i Paesi ad eccezione della Cina. Le tariffe, annunciate la scorsa settimana, sarebbero entrate in vigore a partire dal 9 aprile ed erano state indirizzate verso molti dei partner commerciali statunitensi. In estrema sintesi, l’Amministrazione Trump aveva imposto una tariffa universale del 10% su tutte le importazioni di beni e dei dazi aggiuntivi di entità variabile su oltre 60 Paesi. Per esempio, se all’UE, al Giappone e all’India erano state applicate tariffe tra il 20% e il 30%, ad altri Paesi come Vietnam e Cambogia erano state applicate tariffe fino al 45%.
Mentre il resto del mondo sta tirando un sospiro di sollievo per la sospensione di 90 giorni delle tariffe, la Cina è rimasta esclusa. Inoltre, i dazi reciproci ad essa applicati sono stati fissati al 125%, un aumento significativo rispetto al 34% annunciato in occasione del «Liberation Day» del 2 aprile. Nei giorni scorsi, l’escalation commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina è peggiorata, con la Cina che aveva imposto dei dazi alle importazioni di beni provenienti dagli Stati Uniti all’84%. Il Presidente Trump ha deciso di escludere la Cina dalla lista di Paesi a cui è stata garantita la sospensione in quanto, a differenza di quest’ultimi, ha scelto di adottare misure di ritorsione piuttosto che chiedere un confronto e negoziare con gli Stati Uniti.
Al momento, quindi, i Paesi che erano stati oggetti di tariffe reciproche oltre il 10% vedranno i loro dazi scendere a tale soglia. Il Presidente Trump, nel frattempo, ha dichiarato che la Cina «vuole raggiungere un accordo», ma bisognerà ancora valutare come si svilupperanno le negoziazioni nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.
Quali implicazioni per gli investitori?
L’annuncio della sospensione delle tariffe reciproche ha spinto i mercati azioni statunitensi in forte rialzo e allentato, almeno momentaneamente, le preoccupazioni degli investitori di fronte all’escalation commerciale. La pausa di 90 giorni è strategica alle negoziazioni e dovrebbe permettere agli Stati Uniti di intrattenere un dialogo costruttivo e ad-hoc con ognuno degli oltre 60 Paesi. Ma anche la decisione di escludere la Cina dalla sospensione e mantenere in vigore le tariffe reciproche dovrebbe mettere sotto pressione il Paese affinché vengano affrontate le distanze commerciali tra i partner.
La pausa dovrebbe fornire un sollievo temporaneo alle imprese statunitensi ma anche ai loro partner commerciali i quali sono tradizionalmente più dipendenti dalle importazioni. Ma che cosa accadrà alla scadenza dei 90 giorni rimane ancora senza risposta. Il mercato continuerà a muoversi con cautela, anche perché non sono ancora chiarissimi gli impatti di lungo termine sui costi delle aziende e sulle operazioni sottostanti in base all’esito delle negoziazioni. Nel lungo termine, inoltre, i mercati dovranno valutare le conseguenze sul commercio globale delle relazioni ancora molto tese tra Stati Uniti e Cina, dal momento che queste hanno il potenziale di interrompere le catene di approvvigionamento globale.
Sia l'S&P 500 che il NADSAQ hanno chiuso in positivo la seduta rispettivamente a +9,5% e +12,2%, invertendo la direzione rispetto ai due giorni precedenti. Si tratta della migliore seduta dal 2008. Sul mercato obbligazionario, i rendimenti sono saliti su tutte le scadenze. Il rendimento dei Treasury a 2 anni ha raggiunto il 3,92% e quello a 10 anni il 4,31%. I futures sui Fed Fund hanno rivisto le aspettative sui tagli dei tassi della Fed per il prossimo FOMC di giugno, riducendo la probabilità di un taglio al 73,9% dal 100% della settimana scorsa.
Sui mercati, l'incertezza generatasi dopo il «Liberation Day» del 2 aprile dovrebbe persistere ancora per un po' di tempo. I mercati stanno cercando di valutare il costo dei dazi in termini di crescita economica più bassa e inflazione più alta per gli Stati Uniti. Pertanto, la volatilità rimarrà elevata nel breve termine. Per gli investitori che hanno liquidità nei loro portafogli e che hanno prospettive di investimento a medio- lungo termine, mercati che sono ancora in territorio di correzione possono offrire punti di ingresso ragionevoli.
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