L'accordo commerciale USA con la Cina – Una tregua temporanea
PERSPECTIVES Memo | Autori: Dr. Ulrich Stephan, Chief Investment Officer Germany - Dr. Dirk Steffen, Chief Investment Officer EMEA - Wolf Kisker, Senior Investment Strategist - Lorenz Vignold-Majal, Senior Investment Strategist
Key takeaways
• I progressi significativi fatti nelle negoziazioni, incluso il periodo di tregua di 90 giorni, stanno contribuendo ad miglioramento del sentiment sui mercati globali.
• Nel breve termine, lo strappo al rialzo dei mercati azionari potrebbe avere ulteriore spazio grazie ad un riposizionamento degli investitori.
• Ma precisiamo che il pericolo non sia ancora del tutto alle spalle. Le negoziazioni commerciali tendono ad essere lunghe e complicate e la storia dimostra che gli accordi iniziali possono essere revocati.
Che cosa è sucesso?
Dopo i tanto attesi colloqui commerciali a Ginevra durante il fine settimana, Washington e Pechino hanno concordato di ridurre le tariffe entro un periodo di tregua di 90 giorni. Questa mattina, Cina e gli Stati Uniti hanno rilasciato dichiarazioni identiche riguardo alle tariffe "reciproche" imposte dagli Stati Uniti il 2 aprile e alle misure di ritorsione della Cina. Secondo le tali indicazioni, gli Stati Uniti ridurranno i loro dazi sulle importazioni cinesi dal 145% al 30% mentre la Cina ridurrà le sue tariffe alle importazioni statunitensi dal 125% al 10%. Le parti stabiliranno anche un meccanismo per continuare le discussioni in materia economica e commerciale.
Durante la conferenza stampa, il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent e il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti Jamieson Greer hanno elogiato la natura costruttiva dei colloqui e i progressi che sono stati raggiunti, nonché il processo in corso per il loro prosieguo. Entrambi hanno anche sottolineato l'obiettivo di prevenire un'escalation delle tariffe. Bessent ha descritto i negoziati come "molto costruttivi" e sottolineato che né gli Stati Uniti né la Cina vogliono un distanziamento delle economie. Tuttavia, ha sottolineato che le tariffe del 20% che gli Stati Uniti hanno imposto sui beni cinesi all'inizio dell'anno in relazione al fentanyl rimarranno in vigore. La tariffa USA del 30% non include le tariffe settoriali applicabile a livello mondiale.
Pertanto, alcuni beni cinesi — come acciaio, alluminio e automobili — rimangono soggetti a dazi più elevati. Le tariffe imposte alla Cina durante la prima amministrazione Trump restano in vigore. È interessante notare che il tasso di cambio della valuta cinese non è stato oggetto di discussione, nonostante il Presidente USA Donald Trump abbia più volte accusato Pechino di indebolire la sua valuta per sostenere le esportazioni e minare gli aumenti dei dazi degli Stati Uniti. La delegazione cinese ha fatto riferimento alla menzione da parte del governo di Pechino circa il piano di smantellare gradualmente le barriere commerciali non tariffarie che sono state introdotte dal 2 aprile. Queste potrebbe includere i controlli alle esportazioni di sette terre rare che la Cina ha annunciato il 4 aprile.
La portata dell'accordo è significativa e sta alimentando le speranze del mercato che i rapporti commerciali futuri tra i due Paesi si baseranno sull’idea che i dazi danneggiano la crescita globale e che le negoziazioni sono un'opzione migliore.
A seguito dell'annuncio, i mercati azionari in Asia e in Europa sono saliti parecchio. L'indice Hang Seng di Hong Kong ha chiuso con un guadagno del 3% e l'indice Hang Seng Tech ha registrato il suo maggior guadagno in due mesi con un +5,2%. Le azioni della Cina continentale sono salite dell’1% e alcuni investitori cinesi hanno realizzato i propri profitti. Le azioni cinesi continentali scambiate ad Hong Kong, noto come «trading verso sud», ha registrato il maggiore volume di vendite in quasi una settimana.
In questo momento, i mercati europei stanno reagendo in modo più cauto. Lo Stoxx Europe 600 è in rialzo dell’1%. Negli Stati Uniti, invece, i futures sulla tecnologia stanno registrando guadagni decisamente più forti e si sta diffondendo una maggiore propensione al rischio tra gli investitori.
Al contrario, i titoli di stato in Europa e negli Stati Uniti sono sotto pressione. I rendimenti dei titoli di stato tedeschi a dieci anni sono al 2,6%, circa 6 pb in più rispetto a venerdì. Il rendimento del pari scadenza negli Stati Uniti è salito di 6 pb al 4,4%. I mercati stanno anche rivedendo al ribasso le loro aspettative sui tagli dei tassi da parte della Fed. Venerdì erano previsti 87 pb di tagli complessivi entro la fine del primo trimestre del 2026; oggi il mercato ne sconta soltanto di 74 pb, ossia soltanto tre tagli dei tassi da 25 pb ciascuno.
Sui mercati valutari, l’indice del dollaro statunitense ponderato per il commercio internazionale sta vivendo la sua migliore giornata in oltre un mese. L'indice DXY è in rialzo di circa l'1%. Il dollaro si sta anche apprezzando contro l'euro, scambiando a EUR/USD1,11 — il suo livello più alto dal 10 aprile. Nel frattempo, lo yuan cinese continua a rafforzarsi contro il biglietto verde e ha raggiunto il USD/CNY 7,21 — il suo livello più alto da novembre 2024.
Quali implicazioni per gli investitori?
L'annuncio di oggi è un buon passo verso la de-escalation commerciale tra Washington e Pechino che ha causato un calo dei flussi commerciale tramite l’oceano Pacifico. Entrambi i Paesi avevano segnalato "progressi significativi" nei loro colloqui, il che aveva supportato i mercati già prima della dichiarazione ufficiale di oggi e ha aiutato le azioni cinesi a recuperare le perdite dall'annuncio delle tariffe da parte del Presidente USA Donald Trump il 2 aprile, il giorno noto come "Liberation Day".
Questa tregua, anche se di breve termine, è un segnale incoraggiante per i mercati e probabilmente ripristinerà una certa fiducia tra gli investitori. In una certa misura, l'accordo ha anche migliorato la visibilità futura per i partecipanti al mercato: sta diventando sempre più evidente che l'amministrazione statunitense non è disposta a ridurre il livello dei dazi al di sotto della soglia del 10%. Inoltre, dopo l'annuncio di oggi, il 30% può essere considerato come un nuovo limite massimo de facto per il livello dei dazi degli Stati Uniti. Tuttavia, mettiamo in guardia contro un eccessivo ottimismo. Dopotutto, le tariffe — anche se inferiori a quanto temuto inizialmente — non avvantaggiano nessuno. La storia, inoltre, dimostra che può volerci molto tempo per raggiungere un accordo commerciale completo — ammesso che sia possibile. Nel 2018, dopo un ciclo di negoziazioni tra le parti, entrambe avevano concordato di "sospendere" la disputa commerciale. Ma gli Stati Uniti si sono ritirati dall'accordo ben presto, portando ad ulteriori tariffe e a nuove negoziazioni che sono durate più di un anno e mezzo e l'accordo commerciale «Phase 1" non è stato firmato fino a gennaio 2020. Ma non solo. Alla fine la Cina non ha rispettato l'accordo di acquisto e il deficit commerciale degli Stati Uniti è aumentato notevolmente, anche a causa della pandemia.
I mercati azionari mondiali sono saliti a seguito della notizia dell'accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina. Sebbene il miglioramento del clima commerciale sia di supporto ai mercati azionari globali, le azioni statunitensi e cinesi sono destinate a beneficiare maggiormente a causa dell'impatto significativo delle tariffe dirette. I settori del mercato azionario statunitense con una notevole esposizione alla Cina, come i beni di consumo discrezionali (beni durevoli e abbigliamento) e l'IT (in particolare l'hardware), dovrebbero reagire di più al sollievo temporaneo offerto dalla de-escalation commerciale. Nel breve termine, lo strappo al rialzo dei mercati azionari potrebbe essere sostenuto anche dal riposizionamento degli investitori. Molti investitori infatti, specialmente quelli con strategie di investimento sistematiche come il trading automatizzato basato su algoritmi, dopo il «Liberation Day» hanno venduto le proprie posizioni azionario e hanno portato a forti cali dei prezzi delle azioni e ad un aumento della volatilità. Quindi, dopo la riduzione iniziale delle proprie posizioni a sottopeso durante i colloqui commerciali, in seguito agli ultimi sviluppi positivi gli investitori continueranno con buone probabilità ad acquistare nuove azioni, riducendo il loro sottopeso e avvicinandosi ad una posizione di maggiore neutralità.
Tuttavia, siamo attenti a non sopravvalutare il rally azionario di oggi. I mercati azionari statunitensi sono tornati ai livelli pre- "Liberation Day", anche se le tariffe universali del 10% sono ancora in vigore. L'UE si sta preparando ad un’eventuale ritorsione commerciale e per le aziende l'incertezza sugli sviluppi futuri delle tariffe rimane alta nonostante si stia avvicinando la scadenza dell'8 luglio per i dazi reciproci. Infine, si prevede che a breve saranno annunciate tariffe settoriali sui prodotti farmaceutici, sui semiconduttori e sul rame. Pertanto, riteniamo che i mercati azionari non siano ancora fuori pericolo e ci aspettiamo che la volatilità rimanga elevata.
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