Andrea Vitali va in trasferta

Nel panorama letterario italiano la figura di Andrea Vitali può essere considerata una certezza. Autore straordinariamente prolifico (oltre sessanta romanzi pubblicati e tradotti in dodici lingue, cui si aggiunge una ricchissima collezione di premi letterari), Vitali è nato nel 1956 a Bellano, un piccolo paese sul lago di Como, dove ha lavorato come medico per oltre 35 anni e dove risiede tuttora.

Una precisazione, questa, niente affatto trascurabile, dal momento che tutte le sue opere sono ambientate proprio in questo piccolo borgo di pescatori, nel periodo storico compreso tra gli anni Venti e Sessanta del secolo scorso, rappresentando un sorta di “marchio di fabbrica” dello scrittore.

A fare eccezione a questa tradizione è arrivato l’ultimo libro, dal titolo “Eredi Piedivico e famiglia”, che inaspettatamente sposta l’azione in un’ambientazione diversa. La storia è quella di una piccola saga familiare che ha come capostipite Oreste Piedivico, classe 1901 e veterinario a Manerbio, nella bassa bresciana. Intorno a lui una serie di personaggi dal fascino dolceamaro: la problematica moglie Lidovina, la fedele “tata” Versalia, il piccolo e solido Luigino, il quieto e paziente Ottaviano. Tutti a comporre una storia d’altri tempi fatta di matrimoni, malattie, incidenti e scelte problematiche, narrata con partecipazione e con un costante velo di ironia che rende il romanzo godibile dalla prima all’ultima pagina.

Anche in questa prima trasferta al di fuori dei consueti panorami di Bellano, insomma, le storie di Vitali confermano la loro capacità di affascinare il lettore; l’autore, dal canto suo, ha commentato questo piccolo viaggio spiegando: “La pianura è sorella del lago. Per questo ne ho subito il fascino ancor prima di conoscerla, quando leggevo i racconti di Guareschi”.

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