“E poi saremo salvi”: una vita da (re)inventare

Una guerra, la fuga dalle violenze e dalle bombe, il difficile tentativo di ricostruirsi un’identità e una vita in un nuovo Paese tra legami con il passato e problemi di inserimento nel presente e in una nuova e difficile realtà.

Una storia sempre attuale, che nel romanzo di Alessandra Carati “E poi saremo salvi”, finalista al Premio Strega 2022, ha come ambientazione specifica quella della guerra serbo-bosniaca del 1992.

La vicenda, narrata in prima persona dalla protagonista, si apre con la drammatica fuga della piccola Aida, che insieme alla madre raggiunge il confine con l’Italia in una notte infinita di buio, di ignoto e di terrore.
Grazie a una combinazione di scaltrezza, insperati aiuti e fortuna, le due donne riescono a ricongiungersi al padre, già oltre frontiera.
La famiglia si stabilisce così a Milano, dove ha inizio per tutti un difficile percorso: per Aida, chiamata a crescere da sola, improvvisamente, all’interno di un nuovo universo; per i suoi genitori lacerati tra frustrazioni, senso di estraneità, nostalgia per un passato impossibile da ricostruire. E anche l’arrivo dell’amatissimo fratellino Ibro non contribuisce a smussare disagi e tensioni, rivelandosi anzi, nel corso del tempo, elemento di ulteriore drammaticità.

Raccontando il difficile percorso di Aida verso l’età adulta, “E poi saremo salvi” è innanzitutto uno straordinario romanzo di formazione; ma è anche, al tempo stesso, una saga familiare, l'epopea di un popolo e il racconto di come una piccola, densa vicenda privata può allargarsi fino a riflettere la tensione umana alla “casa”, quel posto del cuore in cui ci riconosciamo pienamente.

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