Scienza, cucina ed emancipazione negli anni 50

La vicenda di Elisabeth Zott - protagonista di “Lezioni di chimica”, il romanzo di Bonnie Garmus considerato uno dei casi letterari dell’anno - si svolge tra gli anni 50 e 60 del secolo scorso. Ma questa ambientazione, peraltro suggestiva, non toglie nulla all’attualità dei temi trattati, né tantomeno all’efficacia dei personaggi e delle vicende narrate.

Al centro della storia è una giovane e brillante chimica che lavora presso un laboratorio californiano, in un ambiente ferocemente maschilista dove il suo innegabile talento viene per lo più messo a tacere, sabotato, o usato per il prestigio altrui. Ma Elisabeth non è il tipo di persona che si arrende facilmente; supportata da un compagno (di lavoro e di vita) dalle straordinarie capacità, continua a sostenere i suoi diritti e le sue prerogative. Un atteggiamento che non muta con lo scorrere del tempo, e nonostante una serie di rovesci di fortuna che la vita le riserva.

Divenuta madre single, in un mondo e in un’epoca in cui questo rappresentava più uno stigma che uno status, Elisabeth continua a non arrendersi e si ritrova - quasi suo malgrado - a condurre un programma di cucina. Trasmissione che, nelle sue mani, si trasforma immediatamente dal più tradizionale degli appuntamenti a un vero e proprio strumento rivoluzionario, in cui la chimica entra nella preparazione dei piatti ma, soprattutto, la consapevolezza e l’autostima si fanno strada in un pubblico femminile sempre più vasto e appassionato.

Un personaggio inconsueto e fuori dagli schemi, per ricordare a tutti noi che si può andare avanti anche quando tutto sembra rivolgersi contro, e che i grandi cambiamenti iniziano anche dalle piccole cose di tutti i giorni.

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