db Magazine August 11, 2021

Anche lo shopping (di seconda mano) diventa sostenibile

La compravendita dell’usato è un trend che sta avendo successo anche in Italia. E che ha generato nel 2020 un valore di 23 miliardi di euro, pari all’1,4% del PIL nazionale. Lo confermano i dati contenuti nella settima edizione dell’Osservatorio Second Hand Economy condotto da BVA Doxa. Ecco chi acquista e vende. Quali sono le motivazioni. E le previsioni per il futuro.

Uno stile di vita attento all’ambiente orienta anche le scelte di consumo. Per questo sta avendo sempre più successo, anche in Italia, la “Second Hand Economy”, tendenza incentrata sul risparmio per l’acquisto e la vendita di prodotti usati come vestiti, dispositivi elettronici e auto. 

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Questa forma di economia circolare ha generato, nel solo 2020 e principalmente sui canali online, un valore di 23 miliardi di euro, pari all’1,4% del PIL italiano. A confermarlo è la settima edizione dell’Osservatorio Second Hand Economy di BVA Doxa, società specializzata in ricerche di mercato, che lo scorso marzo ha effettuato 1.001 interviste telefoniche e quasi altrettante online su un campione rappresentativo della popolazione. 

Chi acquista e vende prodotti usati

Così, si legge nel rapporto, lo scorso anno 23 milioni di italiani hanno scelto lo shopping “di seconda mano”, e il 14% lo ha fatto per la prima volta. La compravendita dell’usato è così salita al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più praticati, perché aiuta a dare valore alle cose e ad allungare il ciclo di vita degli oggetti. Ed è più diffusa tra i laureati (con una incidenza del 66%), tra i giovanissimi appartenenti Generazione Z (65%) e le famiglie con bambini piccoli (63%). 

Il principale motivo dell’acquisto di un prodotto usato è il risparmio, anche se in calo dal 59% al 50% rispetto al 2019. Ma c’è anche chi risponde di optare per questa tipologia di consumi per abbattere gli spechi. O perché lo considera un modo intelligente di fare economia. 

Tra le motivazioni di chi vende, invece, la ricerca evidenzia che nell’11% dei casi la causa è da ricercarsi nel peggioramento della situazione economica familiare dovuta alla pandemia. 

Le previsioni per il futuro 

L’interesse per questa tipologia di shopping sostenibile sta portando alla nascita di app dalle quali vendere e comprare prodotti di abbigliamento con un clic. O startup specializzate in capi di lusso e accessori usati che possono quindi essere acquistati a prezzi inferiori. 

E per il futuro, le prospettive sono di un ulteriore aumento. In America, per esempio, il Thredup 2021 Resale Report è arrivato a ipotizzare che entro il 2025 si toccherà quota 77 miliardi. In Italia, invece, l’82% (+11% rispetto al 2019) degli intervistati dai ricercatori di BVA-Doxa ritiene che, nei prossimi cinque anni, il mercato sarà destinato a crescere, soprattutto per via dell’attuale contesto economico. Ma anche perché vi sarà una sempre maggiore propensione a scelte consapevoli e green. 

A cura di OFNetwork


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