db Magazine January 26, 2022

Deutsche Bank tra i primi cinque debt arranger ESG nel 2021

Deutsche Bank ha chiuso il 2021 come quinto debt arranger ESG (Dealogic, per commissioni), in crescita rispetto all'ottava posizione dello scorso anno e alla tredicesima del 2019.

Deutsche Bank ha chiuso il 2021 come quinto debt arranger ESG (Dealogic, per commissioni), in crescita rispetto all'ottava posizione dello scorso anno e alla tredicesima del 2019. La banca ha raggiunto una quota di mercato del 4,6%, dal 2,2% nel 2019, quando la struttura Origination & Advisory ha scelto di concentrarsi sulla consulenza ai clienti nell'emissione di debito ESG attraverso il team ESG Advisory.

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Ecco alcune delle transazioni clou del team dal 2021:

  • obbligazione green da 10 miliardi di sterline per il Debt Management Office del Regno Unito;
  • la prima obbligazione green da 12 miliardi di euro dell'Unione europea - ad oggi la più grande obbligazione green mai emessa con il più grande portafoglio ordini di sempre fra le obbligazioni green;
  • 707 milioni di dollari USA di obbligazioni green garantite per JSW Hydro Energy Ltd - una transazione di obbligazioni green di grande successo per la società e la prima transazione idroelettrica in Asia;
  • l'offerta di 500 milioni di dollari di obbligazioni senior legate alla sostenibilità per Constellium in USA - la prima obbligazione legata alla sostenibilità (SLB) nel settore dei metalli e la prima SLB nel settore industriale high yield negli Stati Uniti;
  • il pacchetto di finanziamenti da 3,1 miliardi di franchi svizzeri per sostenere l'acquisizione di Lonza Speciality Ingredients da parte di Bain e Cinven - uno dei più grandi leveraged buyout (LBO) europei del 2021, che segna la prima emissione di SLB in un contesto LBO;
  • Virgin Media O2, joint venture da 1,284 miliardi di sterline/dollari USA, in formato green. 

Nelle scorse settimane il team ESG Advisory ha pubblicato il suo outlook 2022, identificando tre tendenze per l'anno a venire:

  • La transizione verso le zero emissioni nette: la transizione energetica verso il “zero netto” entro il 2050 ha 130 trilioni di dollari di capitale collegato, e non avrà solo un impatto sulla generazione e distribuzione di energia, ma anche sul suo consumo. Le aziende dovranno comunicare chiaramente agli investitori le loro strategie di transizione; investire in infrastrutture intelligenti per prepararsi a modelli di business “energy-as-a-service”; dare conto della riduzione di emissioni nel medio-lungo termine.
  • L'impatto delle normative ESG su investimenti e finanziamenti: la rapida crescita degli investimenti ESG sta dando vita a diversi regimi normativi, frammentando le aspettative degli investitori ESG per le aziende con una base di investitori transfrontalieri. I regolamenti che standardizzano la definizione di “green” in Europa potrebbero portare a una differenziazione per il debito "verde scuro", che  dimostra di essere allineato con l'obiettivo "zero netto" entro il 2050.
  • La crescita ESG nei mercati privati: poiché sempre più investitori si rivolgono a strategie alternative, l'ESG sta diventando mainstream nei mercati privati in tutte le fasi. L'ESG è rilevante per valutare il profilo di rendimento di un'azienda, far crescere gradualmente le tecnologie di decarbonizzazione e dare evidenza del giusto momento per l'uscita da aziende mature.