Export italiano a 623,5 miliardi di euro nel 2024
Secondo il rapporto “Export Italiano, i rischi e le opportunità” realizzato da Coface, le vendite all’estero del nostro paese hanno registrato un -0,4% sul 2023, con andamenti contrastati a seconda dei settori
Nel 2024 l'export italiano, fondamentale per l’economia del Paese, ha tenuto nonostante le tensioni internazionali. Deve, però, prepararsi ad affrontare nuove sfide nel 2025, in particolare i dazi americani e la debolezza della domanda europea.
Lo scorso anno, le esportazioni del nostro Paese si sono mantenute sostanzialmente sulle stesse posizioni, attestandosi a 623,5 miliardi di euro con una variazione minima (-0,4%) rispetto all'anno precedente. È quanto indicato nel rapporto “Export Italiano, i rischi e le opportunità” realizzato da Coface, secondo il quale la tenuta dell’export nasconde però un quadro di luci e ombre: da un lato, il crollo del settore auto (-12,2%) e le difficoltà di tessile-abbigliamento (-4,5%) e metalli (-3,3%); dall'altro, l'ottima performance di alimentare (+9,5%), farmaceutica (+7,9%) e gioielleria (+12,4%).
In particolare, la contrazione delle vendite all’estero del comparto automotive ha preso avvio nel secondo trimestre 2024 e ha interessato le esportazioni di autovetture verso quasi tutte le destinazioni principali, con le sole eccezioni di Paesi Bassi e Polonia. Per il settore moda, le flessioni sono particolarmente marcate per le esportazioni di calzature, borse e piccola pelletteria. I metalli completano il quadro negativo, dovuto principalmente al calo delle esportazioni di ferro e acciaio, penalizzate dalla debole domanda del settore manifatturiero e delle costruzioni in Europa e dai prezzi più contenuti rispetto agli anni precedenti.
A livello geografico, l'export italiano ha risentito del rallentamento della domanda da parte dei principali partner commerciali: Unione europea (che assorbe oltre la metà dell'export italiano), Stati Uniti e Cina. In ambito Ue, in contrazione le vendite verso Germania (-5,0%) e Francia (-3,6%), rispettivamente primo e terzo mercato di sbocco, con cali significativi nelle vendite di veicoli, acciaio e ferro. Queste performance negative sono state però bilanciate dalla crescita dell'export verso Spagna (+4,5%), Regno Unito (+5,3%) e Paesi Bassi (+4,3%), sostenuta principalmente dall'incremento delle vendite di prodotti farmaceutici.
A cura de Il Sole 24 Ore
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