db Magazine
October 10, 2023
Gli italiani si fidano dell’intelligenza artificiale?
L’AI potrebbe rivoluzionare il mondo del lavoro, arrivando a generare 312 miliardi di euro, pari al 18% del Pil italiano.
Consentirebbe anche di risparmiare 5,7 miliardi di ore di lavoro, lasciando tempo ai professionisti per svolgere compiti più complessi.
Ma qual è il sentiment degli italiani per questa tecnologia dirompente? La maggioranza non è ancora abbastanza preparata sul tema, ma ritiene che sia fondamentale regolarlo. E molti pensano che in pochi anni stravolgerà la nostra vita, in meglio.
Aumento della produttività, maggiore efficienza, riduzione dei costi: questi sono solo alcuni dei vantaggi dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale sul lavoro. Secondo un recente studio, se le imprese italiane adottassero l’AI in maniera massiccia, soprattutto quella generativa, il Pil potrebbe aumentare del 18%, per un valore di 312 miliardi di euro. Se da una parte c’è entusiasmo per le sue potenzialità e per le opportunità che potrebbe offrire, dall’altra c’è ancora molta preoccupazione dei lavoratori sul tema. Sia per ciò che riguarda la mancanza di preparazione sia per gli enormi cambiamenti che potrebbe portare con sé. Incluso il rischio di perdere posti di lavoro.
Cosa pensano gli italiani dell’intelligenza artificiale
Sulla base di un sondaggio dello scorso maggio, il 54% degli italiani non si sente pronto sull’AI, mentre ben il 59% ritiene che la politica debba intervenire sul suo sviluppo mediante norme e leggi.
L’intelligenza artificiale toglie lavoro? Secondo la metà degli intervistati (il 51%) questa tecnologia porterà un inevitabile calo dell’occupazione: solo il 10% crede, al contrario, che le opportunità lavorative aumenteranno. Un quadro che delinea anche come i maggiori timori siano legati alle attività di impiegati (56%), operai (51%) e commessi (43%), considerati “sostituibili”. Al contrario, le professioni percepite come meno “minacciate” dall’AI sono il medico (27%), l’imprenditore (26%) e l'artista (24%).
L’AI nelle imprese italiane
L’intelligenza artificiale è già presente in diverse grandi imprese, mentre le Pmi arrancano. Le piccole aziende italiane devono, infatti, ancora affrontare il problema della scarsa digitalizzazione. L’introduzione dell’AI nei processi lavorativi si inserisce quindi in un quadro più ampio, dove alle imprese è richiesta non solo un’accelerazione in ambito tecnologico, ma anche di investire nella formazione per accrescere il know-how interno.
Tra potenzialità e timori
Stando a un’altra indagine sul sentiment che accompagna l’intelligenza artificiale in ambito professionale, il 33% delle persone intervistate ha dichiarato di sfruttare già questa tecnologia per svolgere le proprie mansioni, mentre il 33% si sente “sopraffatto” dai cambiamenti che potrebbe apportare. Il 30%, inoltre, ha paura di non riuscire a stare al passo con l’innovazione. Le persone intervistate hanno però riconosciuto come l’intelligenza artificiale possa diventare un valido alleato sul lavoro, mostrando un interesse maggiore rispetto ad altri Paesi europei.
A cura di OFNetwork
L'immagine in alto è stata creata dalla piattaforma di intelligenza artificiale Midjourney - ©OF
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