db Magazine June 23, 2023

Le startup che fanno bene all’ambiente e alla società

Anche le aziende innovative sono in prima linea per combattere il cambiamento climatico. A Milano, per esempio, ne è nata una che cattura l’anidride carbonica nell’aria e la stocca per evitare che finisca nei mari acidificando l’acqua.

E c’è chi si occupa di monitorare i rifiuti e utilizza l’intelligenza artificiale per gestire la differenziata. Ma attenzione al bonus fiscale.

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La lotta al cambiamento climatico passa (anche) dalle startup. Dalla gestione dei rifiuti fino alla produzione di energia direttamente da fonti rinnovabili, sono diverse le aziende che operano nel settore dell’ambiente con l’obiettivo di contrastare il riscaldamento globale. E le società che sceglieranno di avviare progetti sostenibili potranno anche contare su un bonus fiscale, contenuto nel cosiddetto “Decreto bollette”. Ossia un credito d’imposta nella misura del 20% delle spese, fino a un massimo di 200mila euro, a patto di rispettare determinati requisiti e condizioni.

Come si accede al bonus

In particolare, il credito d'imposta è destinato unicamente alle startup innovative cioè alle società nuove o costituite da meno di cinque anni, con residenza in Italia o nella UE, a patto però che almeno una sede produttiva o una filiale sia presente anche nel nostro Paese. Devono avere un fatturato inferiore a 5 milioni di euro e il loro oggetto sociale deve essere lo sviluppo e la produzione di servizi hi-tech nei settori dell’ambiente, dell’energia prodotta tramite fonti rinnovabili e della sanità.

Per ottenerlo, poi, è necessario soddisfare almeno una delle seguenti condizioni:

  • bisogna destinare almeno il 15% delle spese totali ad attività di ricerca e sviluppo;
  • avere personale qualificato composto per almeno un terzo da dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori o, in alternativa due terzi dei dipendenti devono possedere una laura magistrale;
  • è necessario disporre di un brevetto o di un software registrato.

Le startup “green” in Italia

Consentire al pianeta di “respirare meglio” è l’obiettivo della startup che ha creato un prototipo per “stoccare” la Co2 presente nell’aria, in modo da evitare che finisca nei mari acidificando l’acqua. Ma questa tecnologia è solo una delle tante che alcune società innovative italiane stanno portando avanti. A Torino è nata la startup che, grazie all’intelligenza artificiale, aiuta altre aziende e ridurre il loro impatto ambientale, monitorando la differenziata in ufficio. E sempre l’intelligenza artificiale è utilizzata anche per delle turbine eoliche smart, altro progetto di una neo impresa. Ma c’è anche chi ha ideato un pannello solare “a origami”, ripiegabile e rimodulabile secondo le necessità, in modo da avere sempre energia pulita a disposizione.

Ma non è tutto. Una startup di Taranto offre una tecnologia di filtraggio che rimuove gli agenti inquinanti, nonché le micro-polveri, dalle emissioni industriali di vari settori. Mentre a Roma c’è chi aiuta altre imprese a misurare il proprio livello di sostenibilità, in modo che si possano raggiungere gli obiettivi Esg (environmental, social and governance) definiti.

Non mancano, poi, progetti nel settore agro-alimentare. Recuperare e valorizzare i fanghi di depurazione, di digestati e rifiuti organici è la mission dell’azienda che ha ideato questa nuova tecnologia. Mentre un’altra neo impresa di Viterbo trasforma gli scarti delle aziende agroalimentari e della grande distribuzione in proteine e oli estratti da larve di insetti coltivati sugli scarti stessi. I risultati finali sono, ad esempio, fertilizzanti e pet food. 

A cura di OFNetwork