db Magazine
June 15, 2023
Quanto ci vorrà per raggiungere la parità uomo-donna?
Secondo il Global Gender Gap Report 2022, pubblicato dal World Economic Forum, a livello globale saranno necessari altri 132 anni.
Intanto, nelle aziende italiane si riscontrano promettenti novità, come i sostegni alla maternità ottenuti grazie agli asili interni o allo smart working, che permettono alle madri di conciliare più facilmente lavoro e famiglia.
Il gender gap, vale a dire la disparità di trattamento tra uomini e donne in vari ambiti della vita economica, sociale e dell’istruzione, in Italia è ancora una (triste) realtà. Le donne risultano penalizzate, in ambito lavorativo, rispetto ai colleghi uomini. Secondo il Global Gender Gap Report 2022, pubblicato lo scorso luglio dal World Economic Forum, a livello globale ci vorranno altri 132 anni per raggiungere la “gender equality”, ossia la parità tra i due sessi. L’Italia, in questa speciale classifica, si è piazzata al 63esimo posto a livello mondiale, mentre è al 14esimo in Ue.
Gender Pay Gap in Italia: i motivi
Non va di certo meglio per quanto riguarda il Gender Pay Gap, ossia il divario economico e salariale tra donne e uomini.
Secondo la Commissione Europea, infatti, nell’Ue, in media, una donna guadagna circa il 13% in meno rispetto a un collega maschio, a parità di mansione. Questo significa che è come se percepisse circa un mese e mezzo in meno di stipendio all’anno. Una situazione che però va anche inquadrata alla luce di una serie di altre dinamiche che, sebbene non influiscano concretamente sul cedolino, tuttavia rappresentano ancora, forse, il più grande divario in ambito lavorativo. Le posizioni manageriali e apicali, infatti, sono ancora per lo più prerogativa quasi esclusivamente maschile. Mentre il tasso di disoccupazione pende quasi sempre in negativo in favore di giovani e donne.
Ci sono poi anche alcune importanti ragioni sociali da tenere in considerazione. Le donne, infatti, devono interrompere, oppure sospendere, la carriera perché sono diventate madri. O perché devono assistere un familiare in difficoltà. Sono loro che, per motivi culturali, si fanno maggiormente carico della casa e della famiglia. E la difficoltà a conciliare vita privata e lavoro porta molto spesso a dimissioni volontarie o ad accettare lavori part-time. Senza dimenticare i pregiudizi che le giovani lavoratrici devono affrontare.
Come superare il gender gap in azienda
Superare queste differenze di genere e di salario risulta essere, quindi, sempre più fondamentale. Non solo nell’ottica di una maggiore equità e sostenibilità del business, ma anche perché le aziende più virtuose in questo ambito possono contare su un beneficio anche in termini di fatturato, performance e benessere generale della società e dei suoi dipendenti. Ecco allora che c’è chi, per esempio, punta su un necessario sostegno alla maternità, realizzando asili interni o favorendo lo smart working, per permettere alle madri di conciliare più facilmente lavoro e famiglia.
Non solo: le donne devono poter accedere a ruoli finora riservati agli uomini, come quelli manageriali; tutti i progetti devono essere equamente suddivisi e condivisi. Il cambiamento deve diffondersi e coinvolgere l’intera azienda, puntando a una cultura del gender equality.
A cura di OFNetwork
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