db Premium Magazine February 9, 2023

A piedi alla scoperta della Garfagnana

La Via Matildica del Volto Santo: un cammino che permette di scoprire bellezze poco note e che conduce fino alla splendida città di Lucca.

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La “moda” dei cammini non accenna a spegnersi: anzi, da ormai qualche anno sono sempre più numerose le persone di tutte le età che partono zaino in spalla, per pochi giorni o per periodi più lunghi, in viaggi lenti alla scoperta di percorsi dove trovare inedite suggestioni; e, al tempo stesso, vivere una forma di turismo più attenta e introspettiva, capace di regalare nuove prospettive sui luoghi attraversati e anche su se stessi.
Tra i molti itinerari che attraversano il nostro Paese un posto speciale spetta a un cammino ancora non troppo conosciuto, ma dalle caratteristiche decisamente affascinanti: la Via Matildica del Volto Santo, percorso che si snoda da Mantova a Lucca lungo 285 chilometri (percorribili indicativamente in 11 tappe), attraversa tre regioni (Lombardia, Emilia, Toscana) e raggiunge il suo punto più elevato – quello in cui si scavalla il crinale appenninico – al Passo del Giovarello, a quasi 1700 metri di quota. E se l’intero itinerario richiede un impegno decisamente intenso, una buona esperienza e un ottimo livello di allenamento, resta per contro la possibilità di percorrere solo alcune delle tappe più interessanti e significative, che richiedono comunque un certo grado di sforzo fisico per distanze e dislivelli, ma che non prevedono difficoltà tecniche di alcun tipo.

Proprio il tratto toscano del cammino (per un totale di 105 chilometri suddivisi in 5 tappe) rappresenta in sé un percorso di grandissimo interesse paesaggistico, storico e culturale; non a caso è stato di recente inserito nell’interessante progetto della Regione Toscana di “Atlante dei Cammini Toscani” (https://www.visittuscany.com/it/cammini/index.html), in cui ad oggi sono mappati e descritti accuratamente sette grandi itinerari che coprono complessivamente 1378 chilometri e 35.000 metri di dislivello. Il tracciato si snoda attraverso la Garfagnana e l’Alta Valle del Serchio, esplorando territori ancora poco battuti dal turismo di massa ma ricchissimi di elementi di fascino e bellezza: grandi boschi incontaminati, vallate remote ma dalla lunga storia in cui si incontrano preziosi manufatti medievali come alcuni caratteristici ponti “a sella d’asino”, borghi ricchi di gioielli artistici ed architettonici. Castiglione di Garfagnana con la sua cinta muraria, Castelnuovo Garfagnana con la sua Rocca Ariostesca dalla quale il poeta Ludovico Ariosto governava la regione, Barga con lo splendido duomo romanico che ha contribuito a farla nominare tra i “borghi più belli d’Italia”, Borgo a Mozzano con la sua suggestiva Rocca e il celebre Ponte del Diavolo; sono solo alcune delle molte località che si attraversano lungo il tracciato, e che contribuiscono a comporre il profilo di una terra che merita di essere conosciuta. Come pure meritano di essere conosciute le eccellenze gastronomiche del territorio: funghi, insaccati, cacciagione, ma soprattutto prodotti tipici - riscoperti e valorizzati dalle più recenti indicazioni di sana nutrizione - che spaziano dal farro (dal 1996 certificato IGP) a una particolare e pregiata varietà di mais (il “formenton otto file”) fino alle castagne, vero e proprio orgoglio locale da cui si ricava la “farina di neccio” utilizzata per una molteplicità di piatti caratteristici.

Il curioso nome della Via Matildica del Volto Santo spiega anche, in realtà, molte delle sue caratteristiche e della sua “doppia anima”: quella politico-culturale e quella religiosa. È questo infatti, almeno a grandi linee, il percorso che nell’XI secolo Matilde di Canossa (una delle figure più importanti e interessanti del Medioevo italiano, “grancontessa”, donna di potere, abile politica e devota cattolica) seguiva per visitare i suoi possedimenti, che si estendevano su un vasto territorio compreso tra Lombardia, Emilia Romagna e Toscana. L’ulteriore appellativo legato al Volto Santo fa invece riferimento al fatto che l’ultima parte del percorso si incrocia all’altezza di Castelnuovo Garfagnana con un altro cammino, chiamato per l’appunto “del Volto Santo”, e condivide con esso una destinazione ben precisa. Quella di uno straordinario e prezioso crocifisso ligneo, custodito nella Cattedrale di San Martino a Lucca: un oggetto sacro scolpito verso la seconda metà dell’VIII secolo e considerato la scultura in legno più antica dell’Occidente, oggetto da sempre di venerazione e intorno a cui ruotano affascinanti tradizioni e leggende.
La stessa Lucca, del resto, è ben più che il semplice punto di arrivo dell’itinerario: dopo la grande traversata della Garfagnana e delle terre più a valle, è quasi inevitabile prevedere anche qualche giornata di “trekking urbano” per godere delle moltissime bellezze di questa straordinaria città, racchiusa dalla sua perfetta cerchia di mura. Non solo il Duomo (in cui, oltre al Volto Santo attualmente in restauro, si può ammirare tra l’altro lo splendido monumento funebre a Ilaria del Carretto realizzato da Jacopo della Quercia), ma anche molte altre chiese dall’elegante architettura, come la Basilica di San Frediano (che custodisce le spoglie mummificate di Santa Zita, patrona della città); palazzi storici come la torre Guinigi con i grandi lecci del suo giardino pensile a 45 metri di altezza sui tetti della città; vie animate e ricche di botteghe artigiane che si alternano a eleganti negozi (come la via del Fillungo, principale arteria del centro storico); piazze rese celebri da immagini che sono diventate quasi il simbolo delle bellezze d’Italia, prima tra tutti la meravigliosa piazza Anfiteatro dalla caratteristica forma ellittica: senza contare le meraviglie osservate lungo il cammino, basterebbe anche solo il fascino di questa destinazione finale per rendere la Via Matildica del Volto Santo un itinerario da segnare per la prossima primavera.

Il cammino dispone di un sito ufficiale (http://www.viamatildica.it) che contiene tutte le indicazioni e presso cui è possibile richiedere informazioni aggiornate sul percorso nonché acquistare la credenziale su cui tenere traccia dell’itinerario percorso.



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