db Premium Magazine March 9, 2023

I Pasquali di Bormio

Una tradizione secolare e amatissima per una festa che anima ogni anno, nel giorno di Pasqua, la splendida località montana.

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Un paradiso dello sport: Bormio, in Valtellina, è celebre per la grandissima offerta di attività di ogni tipo. A partire dagli sport invernali, con oltre di 180 chilometri di piste di sci alpino, nordico e snowboard, cui si aggiungono escursioni di sci alpinismo e con le racchette da neve nei sentieri del Parco Nazionale dello Stelvio; sentieri che, durante la stagione estiva, si trasformano in oltre 600 chilometri di tracciati da percorrere a piedi, a cavallo o in mountain bike. Sempre in tema di ciclismo, sono questi i luoghi delle leggendarie salite protagoniste delle più importanti competizioni: il Passo dello Stelvio, il Passo del Gavia, il Mortirolo. Un panorama a cui si aggiunge un campo da golf di nove buche, un palazzo del ghiaccio, un pista di curling, campi da tennis…

Ma le attrattive non riguardano solo gli sportivi: la cittadina di Bormio è infatti uno dei pochi paesi montani che, a un’altitudine di 1.225 metri, può vantare un centro storico ricco di arte e di cultura. Grazie alla sua posizione centrale lungo le rotte commerciali del Nord e del Sud Europa, il paese ha goduto a lungo di un'autonomia e una ricchezza che si rispecchia ancora oggi nel suo centro storico, con vie e vicoli dove chiese, palazzi e case medievali si mescolano alle architetture del XIV-XVI secolo, epoca d’oro del contado.
Una lunghissima storia di cui si conservano anche affascinanti tradizioni folcloristiche, tra cui quella dei “Pasquali di Bormio”: una manifestazione unica che affonda le proprie radici nelle antiche tradizioni contadine e che, ancora oggi, richiama la partecipazione attiva di tutti gli abitanti.

Con il termine “Pasquali” si indicano delle vere opere di falegnameria e ingegneria costruite dai bormini nei mesi invernali, suddivisi in base al proprio quartiere di appartenenza: il Reparto. In ognuno di essi (Buglio, Combo, Dossiglio, Dossorovina e Maggiore) si organizzano i partecipanti che, sotto la guida di un capo, preparano e realizzano il Pasquale del proprio Reparto. Tutto è studiato nei dettagli, dal significato religioso alla lavorazione; falegnami, fabbri e artigiani esprimono il meglio della loro arte. La tradizione risale, con tutta probabilità, ad antichi riti pagani legati alla pastorizia e all’agricoltura di montagna. Già prima dell’avvento del Cristianesimo, in tutta la valle era diffuso un rito propiziatorio che prevedeva il sacrificio di un agnello, per lasciarsi alle spalle i rigori dell’inverno. La tradizione è stata poi associata al giorno di Pasqua e, nel corso dei secoli, si è passati alla semplice benedizione in chiesa di un agnellino addobbato con nastri e fiori. Le prime testimonianze documentate risalgono al XVII secolo, quando nel giorno di Pasqua esisteva l’obbligo di cucinare un agnello da distribuire in piazza del Kuerc, la piazza centrale. Alla fine del XIX secolo s’introdusse la benedizione dell’agnello vivo e, da qui, nacque la gara tra i Reparti per adornare al meglio il proprio animale. A poco a poco, s’incominciò ad adagiare gli agnellini su delle portantine di muschio addobbate e da lì si arrivò ai Pasquali così come oggi vengono celebrati.

Assistere alla sfilata dei Pasquali è un’esperienza emozionante, che permette di condividere con la popolazione locale un’atmosfera quasi magica, intrisa di storia secolare e di entusiasmo collettivo. Così anche quest’anno, il giorno di Pasqua (9 aprile), i “Pasqualisti” porteranno a spalla le grandi portantine a tema religioso per tutta la via Roma, fino alla piazza del Kuerc, tra due ali di folla; la sfilata sarà come di consueto preceduta da una cerimonia sontuosa, che vedrà sfilare prima la banda, poi i cavalli con le carrozze e, infine, divisi per Reparto, le donne con gli anziani e i bambini, tutti rigorosamente vestiti con i costumi tradizionali, portando fiori e prodotti artigianali. I Pasquali resteranno poi esposti in Piazza del Kuerc per tutta la domenica di Pasqua e il lunedì di Pasquetta, quando infine una giuria stilerà una classifica in base a diversi fattori: dal significato religioso delle scene rappresentate al lavoro artigianale e artistico svolto per realizzarle, senza dimenticare l’aspetto culturale e di tradizione, fulcro della manifestazione stessa.
Nell’insieme, una festa profondamente autentica e una proposta inconsueta e affascinante per trascorrere la Pasqua.


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