db Premium Magazine July 13, 2023

Una questione di equilibri

La complessa situazione macroeconomica rende indispensabile per l’investitore un approccio evoluto, in un’ottica di lungo periodo.

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A cura del Team CIO & Consulenza Avanzata di Deutsche Bank – International Private Bank Italy 

Le Banche Centrali devono bilanciare l'eventuale necessità di alzare i tassi per combattere l’inflazione, con il rischio di spingere l'economia in recessione.

Per prendere le decisioni giuste, la Fed e le altre Banche Centrali devono disporre di dati corretti e della capacità di valutarli, sia rispetto alle loro esigenze specifiche, sia rispetto ai mandati assegnati (che possono includere l’occupazione, la crescita, il controllo dell'inflazione).

La Fed si trova attualmente ad affrontare sfide particolari, per esempio, nel valutare le variazioni delle condizioni finanziarie e in che misura esse siano dovute all'irrigidimento della politica monetaria o ad altri fattori come le difficoltà bancarie regionali.

Anche gli investitori sono soggetti alla ricerca di un equilibrio.

Le decisioni tattiche basate su movimenti di mercato a breve termine non sono una fonte sostenibile di performance; devono aver luogo nell'ambito di un'asset allocation strategica (Strategic Asset Allocation) che si basa su una valutazione più ampia del cambiamento strutturale economico e degli investimenti.

Quest'anno la crescita dovrebbe provenire principalmente dall'Asia: dopo un inizio d’anno incerto, è probabile che la ripresa della Cina si rafforzi nella seconda metà del 2023, prima di rallentare nel 2024.

Per contro, il nostro scenario di base per i mercati sviluppati vede una leggera recessione o un periodo di crescita anemica nel 2023, seguito da una modesta ripresa nel 2024. La debole crescita dei mercati sviluppati combinata con l'inflazione persistente potrebbe aumentare il rischio di un'eccessiva restrizione della politica monetaria, così come la possibile errata interpretazione dell'apparente forza che i mercati del lavoro di molti Paesi presentano in questo momento. 

Obbligazionario

Prevediamo che i tassi di riferimento "Fed funds" raggiungeranno presto un picco, attestandosi al 5,25-5,50%, e che il tasso sui depositi della BCE toccherà un picco (più tardi) del 4%. Tuttavia, la possibilità di ulteriori rialzi dei tassi e i persistenti timori legati all'inflazione probabilmente spingeranno ancora al rialzo i rendimenti dei titoli di Stato. La nostra previsione centrale vede rendimenti dei Treasury statunitensi a 10 anni al 4,20%, e rendimenti dei Bund a 10 anni al 2,80% a fine giugno 2024, ma nel frattempo potrebbero toccare valori anche più elevati. All'interno dell'orizzonte di previsione gli investitori devono essere preparati a una nuova impennata della curva dei tassi, o a una curva meno invertita. 

Azionario

I mercati azionari saranno probabilmente frenati dalla stagnazione degli utili aziendali nel 2023 e dalla consapevolezza che, in un mondo di rendimenti più elevati, probabilmente le valutazioni azionarie non torneranno ai livelli precedenti. Anche l'inflazione persistente potrebbe rappresentare un rischio, nonostante il sostegno che l'aumento dei prezzi può dare a questa classe di asset.

Tuttavia, poiché gli utili societari dovrebbero tornare a crescere nel 2024, prevediamo un rialzo a una cifra per la maggior parte dei mercati azionari nei prossimi 12 mesi.

Una valutazione equilibrata della situazione deve soppesare le mutevoli opinioni, ad esempio, sulla tempistica e sulla profondità della recessione negli Stati Uniti o sulla forza reale dell'attuale ripresa cinese. Le valutazioni devono anche includere dati economici nuovi e talvolta contraddittori.

Crediamo che vi sia il rischio che l'eterogeneità della situazione attuale spinga gli investitori a tornare a un'analisi eccessivamente semplicistica, per esempio concentrandosi su rendimenti nominali più elevati piuttosto che sull'impatto significativo dell'inflazione sui rendimenti reali e sulla gestione del reddito fisso nei portafogli.

Non è il momento di affidarsi a soluzioni apparentemente facili: è necessario un approccio sofisticato sia all'allocazione del portafoglio che alla gestione del rischio.

I portafogli devono inoltre essere preparati a due cambiamenti strutturali fondamentali.

In primo luogo, la transizione verso un'economia più sostenibile dal punto di vista ambientale che avrà molteplici impatti sull'economia globale e non è una sfida solo per il settore energetico.

In secondo luogo, l'intelligenza artificiale (uno dei nostri principali temi di investimento a lungo termine dal 2018) è oggi al centro dell'attenzione degli investitori ed è probabile che vi rimanga.

Continuiamo quindi a ritenere che sia opportuno integrare la gestione del portafoglio esistente con investimenti tematici a più lungo termine, basati su tematiche interconnesse di transizione delle risorse, supporto alla popolazione e nuove tecnologie.

Per ottenere rendimenti soddisfacenti a lungo termine, rimane fondamentale trovare un equilibrio tra la gestione attuale del portafoglio e l’individuazione delle opportunità di crescita futura.


 

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