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November 7, 2025
CIO Chartbook Europa | Novembre 2025
Outlook macroeconomico, Obbligazionario, Azionario, Materie prime e Valute.
Highlights del mese
Macro: Il mercato del lavoro statunitense ha mostrato ulteriori segnali di rallentamento, anche se i in assenza dei dati ufficiali a causa dello shutdown del governo. L’ultimo dato disponibile sull’occupazione non agricola (agosto) ha registrato un incremento di appena 22.000 posti di lavoro e un tasso di disoccupazione in aumento al 4,3%. La crescita salariale è rimasta contenuta. L’inflazione Headline è salita leggermente dal 2,9% YoY di agosto al 3,0% di settembre. La Fed ha tagliato i tassi di 25 punti base (pb), portandoli nell’intervallo target del 3,75-4,00% e ha segnalato la fine del Quantitative Tightening a partire da dicembre. In Europa, la crescita economia è fragile e l’inflazione è vicino al 2,1%. La BCE ha mantenuto invariato il tasso sui depositi al 2,0%, segnalando una probabile fine del ciclo di allentamento monetario. Nel Regno Unito le pressioni sui prezzi – l’inflazione è al 3,8% YoY – e la domanda di lavoro in calo hanno indotto la Bank of England a mantenere il tasso di riferimento al 4,0%. In Asia, le Banche Centrali si sono comportate in maniera eterogenea: in Giappone i tassi sono rimasti stabili allo 0,5% a causa dell’inflazione core in aumento ma nonostante i consumi deboli; in Cina la pressione deflazionistica continua e l’indice dei prezzi al consumo è praticamente allo 0% e gli stimoli fiscali a sostegno della crescita sono in diminuzione. A livello globale, il clima rimane incerto a causa delle tensioni commerciali e l’inflazione core persistente complica il lavoro delle Banche Centrali benché l’accomodamento monetario a sostegno della crescita rimane diffuso.
Mercati obbligazionari: I Treasury USA hanno guadagnato lo 0,6% ad ottobre grazie al consolidamento delle aspettative di allentamento monetario. La curva dei Treasury ha registrato un bull-flattening: il decennale ha chiuso vicino al 4,1% dopo il taglio dei tassi di 25 pb da parte della Fed il 29 ottobre. In Europa, i rendimenti del Bund a 10 anni hanno chiuso vicino al 2,6%, in aumento di circa 4 pb. I membri della BCE hanno segnalato una certa cautela nonostante l’inflazione in calo. Gli spread sui titoli di Stato italiani e spagnoli si sono leggermente ridotti grazie al sentiment generale che è rimasto costruttivo.
Mercati azionari: L’S&P 500 è salito del 2,3% ad ottobre, mentre il NASDAQ ha guadagnato il 4,7% grazie all’ottimismo sull’IA e al miglioramento delle condizioni finanziarie. Le small cap sono salite dell’1,8%. Il rally è stato alimentato dalla stagione degli utili del Q3 migliore delle attese, dalla resilienza dei consumi e dal taglio dei tassi della Fed. In Europa, l’Euro Stoxx 50 è salito del 2,4%, favorito dalla discesa dell’inflazione e anche in questo caso dai risultati societari positivi. Negli USA, la leadership settoriale è stata a favore della tecnologia, del settore sanitario, e di alcuni settore ciclici, Energia, immobiliare e beni di consumo di base sono rimasti indietro. A livello globalmente, i mercati azionari hanno guadagnato terreno. Tutti i principali indici dei mercati sviluppati ed emergenti hanno archiviato il mese in positivo.
Materie prime e tassi di cambio: I prezzi del petrolio sono rimasti stabili durante il mese di ottobre. Il Brent si è mosso intorno ai 65 dollari al barile. Sui mercati, gli investitori cercano di bilanciare l’aumento dell’offerta da parte dell’OPEC+ con la crescita più lenta della domanda. I rischi geopolitici sull’offerta sono stati compensati dall’aumento delle scorte e dall’attività economica contenuta su scala globale. L’oro ha proseguito il suo rally, chiudendo a circa USD 4.003 l’oncia dopo aver toccato massimi sopra i USD 4.300 all’inizio del mese. L’impennata è stata alimentata dalle tensioni geopolitiche, dalle incertezze sul fronte fiscale e dal secondo taglio dei tassi di 25 pb da parte della Fed. Quest’ultimo ha rafforzato la domanda di beni rifugio e in generale l’appetito degli investitori per gli asset difensivi si conferma solido grazie al ruolo dell’oro come copertura contro la debolezza valutaria e la volatilità macroeconomica.
Fonte: LSEG Datastream, Deutsche Bank AG. Dati al 31 ottobre 2025.
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Autore: Manuela Maccia - Head of Investment Solutions & CIO Italy - Deutsche Bank
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