Dazi USA: uno scenario ancora indefinito

A cura del Team CIO di Deutsche Bank – Private Bank Italy

Contesto macroeconomico

L’incertezza rimane elevata. Il Presidente degli USA Trump sta nuovamente modificando il livello dei dazi e i negoziati commerciali con i partner sono ancora in via di sviluppo.
La scarsa visibilità che ne deriva si è riflessa sugli indici derivanti dai sondaggi, come gli indici di fiducia dei consumatori, il sentiment delle aziende o gli indici dei direttori degli acquisti. Gli effetti quantitativi delle tariffe sulla crescita economica e sull’inflazione sono ancora di difficile previsione.
In Europa, all’inizio di giugno la BCE ha tagliato i tassi di interesse dal 2,25% al 2,0% e ha ripetuto che, a causa dell’incertezza dominante, le decisioni future verranno prese di volta in volta sulla base dell’evoluzione dei dati macroeconomici.

Obbligazionario

I mercati obbligazionari sono stati oggetto di forti movimenti derivanti da fattori contrastanti.
Il downgrade di Moody’s al merito creditizio degli Stati Uniti e le aspettative di un aumento della spesa pubblica hanno prodotto un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato degli USA, che si è riflesso anche sui titoli di Stato dell’Eurozona.
Le curve governative degli Stati europei, inoltre, sono diventante più ripide essendo guidate dalle aspettative di ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE.
Gli spread sovrani sono rimasti pressoché invariati. Sul credito, invece, gli spread hanno subito un allargamento rispetto ai livelli di fine aprile.

Azionario

L'inizio di maggio ha visto i mercati azionari molto movimentati a causa delle notizie sui dazi e le relative trattative commerciali. Le aspettative di una diminuzione dei livelli dei dazi hanno poi aperto alle società prospettive meno cupe. A queste notizie si sono aggiunte le trimestrali societarie, che sono state solide e hanno migliorato il sentiment.
Rispetto ad aprile, nel mese di maggio i mercati europei non hanno più registrato performance migliori delle controparti statunitensi. In entrambi i mercati le performance sono state simili, nel range intermedio della singola cifra. Nella prima parte del mese le fluttuazioni dei prezzi erano state più contenute, ma la volatilità è nuovamente tornata quando l’Europa è stata minacciata di vedere aumentare il livello dei dazi applicati alle sue esportazioni verso gli Stati Uniti.

Materie prime & Tassi di cambio

I prezzi del petrolio sono rimasti bassi, nonostante le aspettative di una maggiore domanda grazie alle minori tensioni commerciali e all’inizio della stagione estiva.
Le quotazioni del Brent si sono aggirate sempre intorno ai 65 USD al barile. Verosimilmente, il motivo è da ricondurre alle indicazioni dell’OPEC di espandere la propria produzione di petrolio a partire già da luglio.
Il prezzo dell’oro si è mosso ancora in controtendenza con l’andamento del dollaro statunitense, con variazioni contenute intorno ai suoi massimi storici in area 3.300 USD l’oncia.

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