Themen:
db Premium Magazine
November 9, 2022
Il rinoceronte più famoso del mondo
Due originali mostre del Rijksmuseum di Amsterdam esplorano il rapporto tra uomo e animale.
Serve una scusa per regalarsi un weekend lungo alla scoperta di Amsterdam? In realtà no: il fascino della capitale olandese non ha bisogno di troppe spiegazioni, e qualche giorno passato a godersi la città con i suoi canali, la sua architettura tipica, i suoi ricchi musei, i suoi ritmi rilassati e accoglienti è senza dubbio un’ottima idea in qualunque stagione.
Jean-Baptiste Oudry, Rhinoceros, 1749. Staatliches Museum Schwerin
Fino al prossimo 15 gennaio, però, c’è un’attrazione in più che si somma alle molte già presenti, e che riunisce elementi di curiosità, arte, cultura e storia: le due inconsuete mostre temporanee allestite al prestigioso Rijksmuseum e intitolate “Clara il rinoceronte” e “Creature striscianti”.
Clara (o Signorina Clara, come venne poi nominata) non è il primo rinoceronte apparso in Europa, ma è sicuramente quello che divenne più famoso. Nel 1741 sbarca a Nieuwendam, nei pressi di Amsterdam dopo un lungo viaggio dall'India. Il suo proprietario, Douwe Mout van der Meer, la mostra a chiunque sia disposto a pagare per ammirarla.
Con il suo seguito, per circa diciassette anni, Clara viaggia attraverso l'Europa su un carro costruito appositamente per lei, toccando quasi tutte le grandi città dell’epoca: Vienna, Parigi, Napoli, Roma, Venezia, Copenaghen. Morirà a Londra nel 1758. Lo stupore e l'interesse suscitati da Clara derivavano dal fatto che nessuno aveva mai visto un rinoceronte dal vivo.
Fino al suo arrivo in Europa, l'unica immagine nota di un rinoceronte era una stampa realizzata nel 1515 dal famoso artista Albrecht Dürer. L'opera si basava però su uno schizzo non molto accurato, al punto che nella stampa venne aggiunto un corno sulla schiena dell’animale, dotato di una pelle più simile a una corazza.
La situazione cambia con l'arrivo di Clara, che permette di approfondire la conoscenza del rinoceronte e di tracciarne un’immagine più realistica. Gli studiosi la esaminano da vicino e gli artisti rimangono affascinati da ogni dettaglio; vengono realizzate numerose immagini di Clara, in ogni forma e materiale.
Nella mostra sono esposte alcune tra le opere più significative, quali l'impressionante ritratto a grandezza naturale dipinto da Jean-Baptiste Oudry a Parigi nel 1749 (Staatliches Museum Schwerin), una tela di Pietro Longhi (Ca' Rezzonico Venezia), dove Clara viene mostrata al pubblico mascherato durante il Carnevale veneziano del 1751, una grande scultura in marmo dell'artista di Gand Pieter Anton Verschaffelt proveniente dalla Collezione Rothschild di Waddesdon Manor e un rarissimo orologio proveniente da una collezione privata olandese, del bronzista e orologiaio parigino Jean-Joseph de Saint-Germain, dove Clara rappresenta l’elemento portante.
Di animali ben più piccoli si occupa invece la seconda mostra, “Creature striscianti”: farfalle colorate, ma anche esseri assai meno attraenti secondo i normali canoni: ragni pelosi, viscidi rospi, inquietanti scarabei. Nel Medioevo gli insetti, i rettili e agli anfibi erano spesso associati alla morte o al diavolo; nelle opere d'arte antiche, serpenti, rospi e lucertole sono spesso una metafora del male. Questa immagine cambia gradualmente nel XV e nel XVI secolo, quando gli artisti iniziano ad apprezzare l'estetica di queste creature considerate come esempi della "bellezza della creazione di Dio”: appaiono dapprima nei margini dei manoscritti medievali, per insinuarsi gradualmente verso il centro della pagina. La prima opera d'arte in cui un insetto è il soggetto principale è il disegno di un cervo volante realizzato da Albrecht Dürer nel 1505 (J. Paul Getty Museum, Los Angeles), che costituisce uno dei pezzi forti della mostra.
Nel XVI secolo, le creature striscianti diventano apprezzati oggetti da collezione nelle cosiddette wunderkammer, le camere delle meraviglie delle corti europee, visibili, ad esempio, sotto forma di calchi di animali veri. La mostra espone i calchi più strabilianti insieme ad altre eccezionali opere provenienti dalla wunderkammer dell'imperatore asburgico (Kunsthistorisches Museum, Vienna). L'interesse cresce anche tra gli artisti e gli scienziati. Queste creature cominciano ad essere allevate, scambiate, studiate, registrate e raccolte nei gabinetti naturalistici.
L'invenzione del microscopio dà un forte impulso a questo studio e i ricercatori sono ammirati da un mondo completamente nuovo, che diventa visibile per la prima volta. In quell'epoca l'arte e la scienza non erano rigorosamente separate come oggi, e la pittrice e naturalista tedesca Maria Sibylla Merian (1647-1717) intraprende addirittura un viaggio in Suriname per studiare e disegnare la metamorfosi degli insetti; alcuni dei suoi disegni più prestigiosi, provenienti dalla collezione della Regina Elisabetta II, sono esposti in mostra. Intorno al 1650, l'interesse per le creature striscianti dà vita a un particolarissimo genere pittorico a sé stante, il sottobosco, in cui arte e scienza si fondono e i cui protagonisti sono rettili, anfibi e insetti che l'inventore del genere, Otto Marseus van Schrieck, alleva personalmente.
Due mostre davvero inconsuete, capaci di regalare un punto di vista inedito e di stimolare riflessioni sul rapporto tra l’uomo e gli animali, ma anche su concetti importanti e attuali come il colonialismo, l'esotismo, la globalizzazione, lo sfruttamento e il potere.
Disclaimer
Tutti i diritti riservati. Gli articoli, i materiali, i contenuti ed i servizi presenti sulle pagine web raggiungibili da questo indirizzo https://www.deutsche-bank.it/news/detail/dbpremium-magazine/index sono destinati ad un utilizzo personale e non professionale e non possono essere copiati, trasmessi, pubblicati, distribuiti o sfruttati commercialmente senza l’esplicito consenso scritto del Gruppo Deutsche Bank S.p.A.. Tutti i materiali pubblicati, inclusi a titolo esemplificativo, articoli di informazione, fotografie, immagini, illustrazioni, sono protetti dalle leggi sul diritto d’autore e sono di proprietà dell’editore o di chi legittimamente disponga dei diritti relativi. Le informazioni contenute nel presente documento si basano su fonti ritenute attendibili: tuttavia il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. non ha effettuato una verifica indipendente relativa a tali informazioni e declina ogni responsabilità a riguardo. Conseguentemente, nessuna garanzia, espressa o implicita, è fornita, né alcun affidamento può essere fatto riguardo alla precisione, completezza o correttezza delle informazioni e delle opinioni contenute in questo documento. Gli articoli, le ricerche e gli studi pubblicati rappresentano esclusivamente le opinioni e i punti di vista dei relativi autori: esse non riflettono necessariamente le opinioni di Deutsche Bank S.p.A. né di qualsiasi società controllata o consociata del Gruppo Deutsche Bank S.p.A.. Né l’autore né il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. possono essere ritenuti responsabili per danni derivanti dall’utilizzo della presente pubblicazione, tranne per quanto è previsto dalla normativa applicabile. Il Gruppo Deutsche Bank S.p.A cercherà in tutti i modi di evitare la pubblicazione di informazioni erronee ed affermazioni che possano in alcun modo essere considerate lesive di diritti di terzi. Le informazioni riportate hanno solo uno scopo informativo, non sono da intendersi, interpretarsi o considerarsi in alcun modo come messaggio promozionale ovvero offerte di vendita o sollecitazioni a sottoscrivere, invito ad acquistare o vendere o come raccomandazione ad acquistare o collocare qualsiasi tipo di strumento finanziario, nè come giudizi da parte del Gruppo Deutsche Bank S.p.A. sull’opportunità dell’investimento in alcuno dei prodotti illustrati, o ricerca in materia di investimenti, né tantomeno costituiscono una raccomandazione ad eseguire alcun tipo di operazione. Quanto ad eventuali richiami di natura fiscale qui contenuti, va rilevato che i livelli e le basi di tassazione a cui fanno riferimento gli articoli pubblicati sono suscettibili di cambiamenti rispetto alla data di pubblicazione e possono incidere sul valore dell’investimento; il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. non ha l'obbligo di mantenere aggiornate queste informazioni, né tantomeno di aggiornarle. La distribuzione di questo documento in altre giurisdizioni può essere soggetta a restrizioni e pertanto le persone alle quali dovesse pervenire tale documento si dovranno informare sull’esistenza di tali restrizioni ed osservarle.
Torna a db Premium Magazine