db Premium Magazine April 8, 2024

Reichenau, tredici secoli di cultura

L’isola tedesca che sorge all’interno del lago di Costanza festeggia quest’anno i 1300 anni del suo prestigioso monastero.

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Il lago di Costanza è una delle destinazioni turistiche più note e apprezzate della Germania; nonostante la sua popolarità, però, non molti conoscono Reichenau: la più grande isola del lago, attualmente collegata alla terraferma da una strada rialzata lunga 2 chilometri, che vanta panorami idilliaci e tesori storici tali da essere stata riconosciuta come Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

La vita di Reichenau è legata soprattutto allo sviluppo degli insediamenti religiosi nel corso del Medioevo: e proprio il 2024 segna un anniversario di rilievo per suo monastero, che celebra i 1300 anni dalla fondazione. Tre chiese romaniche, costruite dal IX all'XI secolo, testimoniano il prestigio di quella che fu una delle più importanti abbazie benedettine d’Europa, fondata nel 724 da un missionario di nome Pirmin. Al culmine del suo splendore, ossia tra l’820 e il 1050 circa, l’isola ospitò la cosiddetta scuola di Reichenau, che produsse manoscritti splendidamente miniati e vividi affreschi. Questa antica tradizione monastica rivive ancora oggi nelle feste e nelle processioni religiose che si svolgono sull’isola, in un contesto unico al mondo.

Le celebrazioni del milletrecentesimo anno prevedono eventi e spettacoli di ogni tipo; l’appuntamento clou è costituito della mostra nazionale "L'isola del monastero di Reichenau - Patrimonio mondiale del Medioevo", dove, dal 20 aprile al 20 ottobre 2024, sono esposti rari reperti sulla storia medievale dell’isola che raccontano le conquiste storiche e culturali dei monaci dell’isola.

Altro elemento caratteristico dell’isola è il suo fertilissimo suolo, coperto di vigneti e frutteti. Non a caso, un ulteriore suggestivo punto di attrazione è costituito dai famosi orti dell’isola: qui l’abate del monastero benedettino Walahfried Strabo (Valafrido Strabone) scrisse nell’827 il “Liber de cultura hortorum”, un testo dedicato alla coltura di piante e fiori, meglio conosciuto come Hortulus e considerato il primo manuale di giardinaggio d’Europa. Ancora oggi, negli spazi che ospitavano l’antico orto del convento, è possibile vedere un orticello che rispecchia i dettami contenuti nell’Hortulus, a testimonianza del legame sempre esistente tra il passato e il presente di questo affascinante e suggestivo angolo di terra.

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