db Magazine November 15, 2022

L’e-commerce chiede aiuto all’economia circolare. Ecco perché deve riorganizzarsi in ottica green

Il boom di vendite online durante la pandemia aveva portato a credere che la tendenza a preferire il canale virtuale a quello fisico sarebbe rimasta, anche a emergenza conclusa. Invece, i dati più recenti mostrano una contrazione, anche in Italia. Per questo i colossi dello shopping da remoto stanno iniziando a modificare parzialmente il loro business, soprattutto in ottica sostenibile, per continuare a garantire il successo degli ultimi anni. Tra gli aspetti più critici da rivoluzionare ci sono packaging e logistica.

ecommerce_green

Le vendite online, dopo il boom durante la pandemia, quando era praticamente impossibile fare shopping nei negozi fisici, stanno iniziando a registrare in Italia un rallentamento. Secondo i dati forniti da Netcomm (il Consorzio del Commercio Digitale Italiano), infatti, per quanto riguarda i soli prodotti (e non anche i servizi), dopo il +47% del 2020 e il + 18% del 2021, nell’anno in corso è stato segnato un aumento più contenuto, dell’8%. 

Sembra quindi che le previsioni di analisti e aziende, secondo le quali la spesa da remoto sarebbe diventata un’abitudine consolidata mettendo in difficoltà gli store fisici, non si siano rivelate del tutto in linea con le esigenze e le scelte dei consumatori, sia in Italia sia a livello internazionale. Basti pensare che anche un colosso come Amazon, nel trimestre degli acquisti per il Natale 2022, prevede vendite decisamente più basse delle aspettative.  

Analizzando le ultime iniziative e le strategie delle società attive nel commercio elettronico emerge, così, la volontà di trasformarsi per continuare ad avere successo. Soprattutto evolvendo verso una dimensione green in grado di dare un nuovo valore ai brand e di intercettare quei clienti sempre più attenti alla sostenibilità. 

Se l’impatto in termini di emissioni di CO2 risulta più basso rispetto a quello generato dai negozi fisici è, infatti, importante sottolineare come anche lo shopping online debba ricorrere a pratiche sostenibili, ad esempio in termini di economia circolare, per abbattere gli sprechi. 

Packaging e logistica più sostenibili 

Uno degli aspetti più critici è, sicuramente, l’utilizzo di packaging in cartone e plastica che hanno un forte impatto ambientale. Così, alcuni importanti brand hanno iniziato a sostituire gli imballaggi tradizionali con soluzioni riutilizzabili o provenienti già da materiali di recupero. Altri optano per lasciare la scelta al cliente: pagando qualche euro in più si può ottenere una borsa o una scatola da utilizzare per la spesa o per altre spedizioni, da conservare anziché buttare subito dopo l’apertura. 

Anche la logistica impatta significativamente. Per questo motivo si sente sempre più spesso parlare di Reverse Logistics. Nella versione più tradizionale si tratta delle attività di gestione di tutto il processo dei resi. Le grandi aziende hanno per anni puntato su restituzioni facili, veloci e soprattutto gratuite. Ma questa politica sta diventando ormai insostenibile, dal punto di vista sia finanziario (c’è chi compra compulsivamente per poi restituire dopo pochi giorni la maggior parte degli acquisti, con importanti esborsi da parte dell’azienda), sia - soprattutto - ambientale. 

Ecco, quindi, che questa “logistica inversa” viene ripensata per incentivare il riuso e ridurre gli sprechi. Nell’e-commerce, quindi, è possibile offrire una garanzia come parte del processo di logistica inversa. Questo incoraggerà i clienti a restituire i prodotti, che potranno essere rivenduti o riciclati. Sono già numerosi, ad esempio, i casi di aziende di abbigliamento che invitano a consegnare vecchi abiti che possono essere in tutto o in parte riutilizzati, a fronte di una piccola somma o uno sconto corrisposto al cliente. In altri casi il prodotto può essere inviato a un centro di riciclaggio o riutilizzato come materia prima. Ma attenzione: la necessità di affrontare una economia circolare e un tipo di logistica che rispetti l’ambiente richiede anche un aggiornamento dei sistemi informatici in modo da riflettere il nuovo processo.

A cura di OFNetwork